Perché, mi chiedi?
non è certo bravo con le parole e quando le usa non si capisce se le parole sono intese proprio per il loro significato o no...
E' pesante il significato delle parole, anche quando sono poche e quasi innocue...: "Non ti sopporto più" perché, dice, mi rivolgo a lui sempre in modo direttivo e sgarbato, come se fosse mio figlio.
Può darsi, anzi è vero, ma non c'è mai uno che ha torto e uno che ha ragione. Io sarò sempre uguale in questa mia spigolosità e difficoltà di comunicazione. Ma lui è sempre uguale nella sua incapacità di trasmettere affetto, gesti di dolcezza, attenzioni, apprezzamento. In più è in grado di pensare solo alle sue più imminenti esigenze, ciò che succede tutto intorno è perso nella nebbia.
...certo non sarà colpa sua: è un uomo! Razza limitata!
Beh io sono io e sono una donna, ho i miei limiti anche io. E perché io dovrei valicarli e lui no?!
Io sono cambiata, dice, ma pensa forse lui di essere lo stesso uomo che mi corteggiava? Che passava le serate abbracciandomi, rassicurandomi, facendosi carico dei miei pensieri e delle mie ansie? Beh, certo non abbiamo una casa piena di specchi che gli consentano di notare che nei pochi spazi di condivisione che rimangono nel quotidiano c'è la TV che riempie tutto.
Certo, quanto a fondo mi conosce per sapere, quando mi dice "non abbiamo più dialogo" che il dialogo con una persona che NON è interessata a sapere le cose che ti stanno a cuore non funziona. E l'unico dialogo che si riesce a instaurare con lui riguarda i suoi sport, la casa o qualche fatto di striscia la notizia, se non qualche racconto trito e ritrito sentito 100 volte o il suo lavoro.
E le cose che stanno a cuore a me, manco sa che succedono. E io cosa gli devo raccontare? Che inauguro l'associazione, che tanto a lui non gli sfiora neanche un pensiero remoto di presentarsi ad "onorare" l'evento?
Io sono incinta! Non è proprio lo stesso che non portare in grembo una creatura, ma riflettere su questo è troppo, perché implica un'accoglimento che è scomodo.
Devi venirmi incontro, rinunciando a Striscia la notizia, a un pomeriggio di perdita di tempo sul divano o nel tuo capanno degli attrezzi da solo.
E su cosa lo instauro io il dialogo? Non c'e' n'è uno di tema che mi sta a cuore che trovi lui partecipe e coinvolto, manco la scuola dei figli. Anche su quello, tutta la discussione su che scuola scegliere si risolve in quella più vicina: "mica possiamo complicarci la vita affrontando il risveglio presto la mattina e 30' di traffico". Senza neanche mettere in discussione che quella scelta potrebbe essere un investimento importante.
Io so parlare solo di massimi sistemi, dice, ma di cosa vorrebbe parlare?!
Così sono qui, annientata da una profonda tristezza. ANNIENTATA, con niente altro nell'anima, nè più l'amore, la forza, solo la tristezza, la voglia di piangere a tratti, il bisogno di piangere a tratti, per non ritrovarmi la sera ad impazzire, con il cervello che sbrocca e mi tormenta.
Come si ricompongono le cose? Io non ci riesco questa volta.
Poi io so che scavalco una soglia in cui se devo arrangiarmi da sola lo faccio, cacchio, non mi sono mai mancate le risorse per andare avanti, egregiamente, e da sola!
Lui pensa forse di essere quello di un tempo? con la sua frase "Se non hai deciso di mandare tutto a monte!". Cos'è: mandare tutto a monte è diventata un'opzione contemplata? Non credevo che fosse un'opzione... non lo era mai stata prima...
Ciò che mi dispiace di più è tutta la tristezza che passa a questa mia creatura.
Stanotte ho sognato che nasceva. C'era anche mia nonna materna, ormai in cielo, ma non era certo in forma. Nasceva la mia creatura e compariva, a tutti quelli che incontravo in sogno, una placenta attaccata al cordone ombelicale. Ognuno aveva una placenta diversa, erano bellissime: gialle, verdi, rosse, blu, come le ciambelline di quel gioco per bimbi.
Lei nasceva e io non la vedevo fino all'indomani e neanche sapevo fosse una femmina. Mi rattristava non averla avuta vicino, essermela dimenticata... non capivo come mai mi fossi persa tutto quel tempo suo...
Poi mentre maneggiavo questa sua placentina rossa a ciambella, si rompeva come un palloncino pieno di acqua...
Tutte le pagine del diario:
1a - Diario di una gravidanza ...la terza
2a - Diario di una gravidanza ...le prime scelte
3a - Diario di una gravidanza ...somiglierà a suo papà
4a - Diario di una gravidanza ...primo colpetto
5a - Diario di una gravidanza ...presenza attiva
6a - Diario di una gravidanza ...l'unica eco
7a - Diario di una gravidanza ....sto impazzendo?! Calma!
8a - Diario di una gravidanza ....E' crisi!
9a - Diario di una gravidanza ....colpo di scena: la toxo!
10a - Diario di una gravidanza ....il messaggio
11a - Diario di una gravidanza ....che casino!
12a - Diario di una gravidanza ....Creaturina mia
13a - Diario di una gravidanza ....voglio fare da sola...
14a - Diario di una gravidanza: arriva la voglia di te...
15a - Diario di una gravidanza: ...sono pronta!
Commenti
Vale sempre la pena fare una carezza, anche quando l'unica cosa che ti viene in mente è DARGLI UN PUGNO UN FACCIA....quant omeno questa è la mia opinione
un abbraccio e buona fortuna
grazie di questo commento, anche io sono una accorata quando vedo una coppia in crisi.
Questa e' una pagina del mio diario di gravidanza, ormai di anni fa.
Quando si e' incinta a volte si e' più fragili del solito, specie quando devi occuparti di una vita: altri due bimbi piccoli, la casa, un lavoro impegnativo e stressante...
Posso dirti che quello è stato uno dei pochi momenti bui della ns vita di coppia. Sono 11 anni che siamo sposati e abbiamo 3 figli. Ci sono stati momenti difficili quando i primi 2 bimbi erano piccoli.
Non difficili chissàquanto, ma li ricordo perché sono stati tra i rari momenti in cui abbiamo litigato.
Per ora pero' siamo una coppia forte ed innamorata. Speriamo di esserlo per sempre.
Quello che mi ferì, quel periodo, che anche per mio marito non era affatto facile, fu proprio la sua frase che, per la prima volta apriva all'idea che una delle soluzioni fosse troncare tutto. Io do' un grande peso alle parole, diversamente da lui che le usa mal volentieri, preferisce i piccoli gesti quotidiani. Quindi ora so, ma allora non avevo capito, che quando lui è arrabbiato dice cose pungenti, che non necessariamente pensa davvero...
Comunque grazie per aver letto questo brano, se vorrai, ti suggerisco questa altra pagina, dove vedi come le cose si sono ricompattate:
genitorichannel.it/.../...