DSA: cosa significa e cosa fare

I disturbi specifici dell'apprendimento: la diagnosi e il ruolo dei genitori

Con la sigla DSA si indicano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, cioè particolari modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Non si tratta di patologie né di deficit cognitivi, ma di difficoltà che rendono ancora più complesso il percorso verso l’apprendimento di bambini e ragazzi. Gli studenti con DSA sono circa il 3,5% della popolazione scolastica italiana.

Rientrano tra questi disturbi:

  • la dislessia: difficoltà di lettura
  • la disgrafia: disturbo che riguarda la componente motorio-esecutiva della scrittura
  • la disortografia: difficoltà nel tradurre il linguaggio orale in linguaggio scritto
  • la discalculia: disturbo che interessa le abilità di calcolo.

La diagnosi per ottenere la certificazione di DSA può essere effettuata da neuropsichiatri e psicologi specialisti solo al termine della seconda classe della scuola Primaria, ma spesso i segnali di rischio non vengono individuati per tempo e i ragazzi vengono sottoposti ai test per accertare la presenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento in età più avanzata.

 

Prima e dopo la diagnosi DSA: il ruolo dei genitori

Quanto più tempestiva è la diagnosi, tanto più sereno potrà essere il percorso scolastico di un bambino con DSA. Perciò è importante che un genitore colga eventuali segnali di rischio che possono manifestarsi già in età prescolare e ancor più al termine dei primi anni di scuola quando l’apprendimento della lettura, della scrittura e delle prime operazioni dovrebbe essere consolidato. Lo sviluppo tardivo del linguaggio e le difficoltà di orientamento spazio-temporale possono essere i primi indicatori, seguiti da confusione tra lettere simili graficamente o foneticamente, scrittura lenta e disordinata, omissioni e aggiunte di lettere.

Uno studente con DSA non riconosciuto, infatti, rischia di essere etichettato come svogliato dagli insegnanti e dagli stessi genitori, mentre la certificazione è il punto di partenza per cambiare prospettiva e mettersi in gioco per trovare modalità didattiche adeguate al suo stile di apprendimento. Il confronto con altri genitori può aiutare a comprendere meglio la situazione per adottare un atteggiamento positivo e incentivare il proprio figlio a credere nelle sue potenzialità, superando i pregiudizi.
Si deve quindi instaurare un dialogo positivo tra scuola e famiglia, con la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che tenga conto delle esigenze dello studente.

 

Strumenti compensativi e misure dispensative

La legislazione italiana in materia di DSA (Legge 170/2010), infatti, prevede la compilazione del Piano Didattico Personalizzato, un documento che contiene tutti gli strumenti compensativi e le misure dispensative di cui uno studente con DSA ha bisogno. Va compilato all’inizio di ogni anno scolastico in modo che sia sempre aggiornato e personalizzato sulle necessità del ragazzo.

Gli strumenti compensativi sono mezzi di apprendimento alternativi, digitali e non, che gli studenti con DSA possono utilizzare per compensare le loro difficoltà e per questo non vanno considerati come una facilitazione o un vantaggio rispetto al resto della classe. Rientrano tra questi strumenti la sintesi vocale, l’uso di font ad alta leggibilità, il correttore ortografico, tabelle, formulari, mappe mentali.

La normativa prevede anche l’adozione di misure dispensative, ossia accorgimenti che permettono di non svolgere alcune prestazioni o di svolgerle in forma ridotta. Esempi di queste misure sono la dispensa dalla lettura ad alta voce, l’utilizzo di interrogazioni programmate, la sostituzione delle verifiche scritte con prove orali, la concessione di tempi supplementari.

 

Redooc per i DSA: “Siamo tutti bisogni educativi speciali”

L’accessibilità è un tema caro alla piattaforma di didattica digitale redooc.com, guidata dalla convinzione che non c’è un modo giusto di imparare, ma ognuno ha il suo perché siamo tutti bisogni educativi speciali. Per questo non c’è sulla piattaforma una sezione dedicata agli studenti con DSA, ma tutti i contenuti e le funzionalità sono pensate per rispondere ai diversi stili di apprendimento.

Ne è un esempio il Text To Speech, la sintesi vocale che permette agli studenti con difficoltà di lettura di ascoltare i testi delle lezioni e le consegne degli esercizi, per essere autonomi nell’utilizzo di redooc.com. Ogni utente ha inoltre la possibilità di scegliere tipo e dimensione del font di lettura della piattaforma: oltre al Lato, impostato di default, ci sono il Georgia e l’Open Dyslexic che sono risultati più leggibili per ragazzi dislessici ed è possibile ingrandire il testo e leggere tutto in minuscolo, maiuscolo o maiuscoletto.

Su redooc.com ci sono anche molte mappe mentali che aiutano a fissare nella mente i concetti principali a proposito di un determinato argomento, per poi sviluppare il discorso. Oltre alle mappe da scaricare e stampare, ci sono le mappe narrate in forma di video.

Infine redooc.com ha sviluppato in collaborazione con il Professor Giacomo Stella, ideatore e responsabile scientifico dei Centri SOS Dislessia, degli strumenti compensativi interattivi che aiutano a svolgere le quattro operazioni di base e le equivalenze. Sono la Retta dei Numeri per le addizioni e le sottrazioni, la Tavola pitagorica per le moltiplicazioni e le divisioni e la Barra delle equivalenze per le misure di lunghezza, massa e capacità. Grazie alle istruzioni disponibili anche in audio, al feedback immediato e alla possibilità di ritentare in caso di errore sono un supporto per comprendere il concetto alla base di queste operazioni e svilupparne una rappresentazione mentale.

Per ulteriori approfondimenti sull’accessibilità della piattaforma vai a questo link.

 

Team Redooc

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