"La noia, che paura"... ecco avrei potuto intitolare questo post anche così, soprattutto se fossi partita da un'espressione di genitore anziché di figlio.
La noia sembra essere una parolaccia, per evitare che questa colga i nostri figli, le loro giornate sono dense di impegni e quando non lo sono, è legittimo che i bambini maneggino un congegno elettronico con i giochini, pur di scongiurare la NOIA.
Ve lo racconto perché in questa trappola ci ero cascata anche io, finché non mi sono accorta che c'è una via d'uscita molto semplice: la noia non è innocua, è addirittura benefica!
La noia è il momento in cui il nostro cervello, o quello del bambino, vaga in cerca di un'occupazione. Normalmente la nostra risposta è quella di confezionare e consegnare l'occupazione: lezione di tennis, parco dei gonfiabili, corso di chitarra, giochino elettronico... allungate voi l'elenco. Intendiamoci, tutte le attività che proponiamo al bambino vanno benissimo. Dare stimoli al bambino va bene, ma consentire a lui di ideare degli stimoli, di esercitare la creatività, di inventare un gioco, di ascoltare il proprio bisogno, di domandarsi “cosa mi piacerebbe fare in questo momento, qui, con le persone, l'ambiente e le cose che mi circondano?” e cercare quella risposta da solo, è una grande opportunità, non dobbiamo togliergliela.
La noia è quel momento che consente alla persona di chiedersi “ok, mi sono annoiato: cosa preferirei fare?” questa è una domanda a due livelli per me. Livello 1: cosa preferirei fare “in assoluto”, se potessi, che cosa mi piacerebbe... sembra una domanda semplice, forse lo è (forse no), ma di certo non è inutile. Chiedersi “cosa preferirei fare ora” è il modo in cui nascono i sogni, in cui possiamo mettere a fuoco degli obiettivi, noi o i nostri figli. Possiamo dare corpo ad un desiderio e quindi cominciare a lavorare per renderlo reale.
“Si', ma se sono chiuso in casa con la pioggia e mi chiedo 'cosa voglio davvero fare ora', mi rispondo: 'il bagno ai caraibi'” certo, e questo è la "noia nella sua pontenzialità 1": costruisci un sogno che magari deciderai di realizzare.
Ma dopo questo primo passaggio, la noia ti porta allo step successivo, il livello 2: “bene, ma cosa ti va di fare adesso, qui, con queste persone disponibili (fammi sottolineare disponibili, perché a volte io sono nella stanza con i miei figli, ma mi sto dedicando ad un'altra occupazione), con gli oggetti di cui dispongo?" Ed è qui che la noia compie la magia n. 3: sprigiona, allena e foraggia la creatività!
I bambini a quel punto pensano, immaginano, arguiscono, inventano un gioco, un'attività, vivono una storia immaginaria, diventano ricercatori di tesori, vanno alla scoperta girando per casa, per il giardino, per il parco, alla ricerca di oggetti e materiali che possano “fungere da”...
Insomma: riabilitiamo la noia, soprattutto per i nostri figli. Da quando ho preso coscienza della ricchezza che può scaturire da un momento di “noia”, quando i miei bambini arrivano con la fatidica frase “Uffa mamma, ci stiamo annoiando” io rispondo: “Benissimo! La noia è importantissima, è motore della creatività, è il momento in cui nascono i giochi e le attività più divertenti!” ci rimangono secchi… provate: funziona!
di Barbara Siliquini
immagine: Christie Merrill su sxc.hu
Commenti
e mi piace la sua noia...perchè se ti annoi, oltre a far lavorare la parte creativa del cervello, poi se più felice quando hai da fare e succede che si è più felici anche di andare a scuola