Come stimolare l'autonomia nei miei figli è sempre stato un mio grande pensiero, ciò che ho maturato è che i bambini sono naturalmente portati ad aumentare la loro autonomia negli anni: è proprio un percorso fisiologico ma sappiamo che noi genitori possiamo davvero essere un freno nella loro crescita con tutte le nostre paure e i nostri dubbi.
In particolare nell'epoca in cui viviamo, fatta di grandi contraddizioni, ci preoccupiamo molto di avere bambini indipendenti a 3 anni, che si stacchino da noi senza storie (ad esempio per andare al nido), ma poi li sfiniamo di telefonate in adolescenza e siamo ancora lì a preparargli il pranzo quando sono già adulti e dovrebbero vivere per conto loro.
Quindi il punto è come NON interferire nella loro naturale progressione all'autonomia prendendoci contemporaneamente cura della loro sicurezza quando non sono ancora in grado di farlo da soli.
L'occasione di riflettere ancora una volta su questo tema l'ho avuta partecipando al test di Tikimo, la prima scarpa che rileva la posizione del bambino che la indossa: un modo intelligente di utilizzare la tecnologia al servizio dei problemi reali delle famiglie.
Ho provato le scarpe Tikimo con mio figlio Lorenzo che ha 8 anni ed è sempre stato un bambino che "ci mantiene giovani" (leggi "da corrergli dietro di continuo"); di sicuro in questi anni avrei potuto evitare più di uno spavento con un paio di scarpe così e senza spegnere il suo bellissimo entusiasmo che lo porta a voler vedere e sperimentare tutto.
Vi parlo di questa rivoluzione delle scarpe da bambino nel corso dell'articolo e trovate tutti i dettagli su funzionamento, modelli e prezzi negli ultimi paragrafi.
Prima però parliamo di come si forma e si sviluppa la base sicura da cui i bambini possono poi esplorare il mondo con serenità.
Da 0 a 6 anni: la creazione della base sicura
I cuccioli umani nascono immaturi, non sono in grado di camminare né di parlare né tantomeno di procurarsi del cibo da soli, sono programmati per piangere nel momento in cui hanno un'esigenza, a differenza dei cuccioli nei nidi che rimangono per lungo tempo da soli e non emettono richiami per evitare di attirare qualche predatore, i cuccioli umani sono programmati per non rimanere mai soli e per richiamare con il pianto nel momento in cui si accorgono di esserlo.
Molti studi, tra cui quelli storici di D. Winnicot e J. Bowlby, hanno dimostrato che l'essere umano per svilupparsi in modo armonioso ha bisogno di una figura genitoriale a cui "attaccarsi" cioè che sia un riferimento emotivo costante durante i primi anni.
Ecco perché è normale che i bambini piangano quando la mamma o l'adulto a cui sono legati, li lasciano all'asilo nido o alla scuola dell'infanzia. Per il bambino è necessario che il distacco sia graduale e che lui si senta al sicuro con i nuovi adulti, solo così sarà in grado di allontanarsi serenamente dalla mamma, fino a quel momento, nel suo istinto di cucciolo di mammifero, l'allontanamento dalla mamma equivale a morte certa.
Il primo passo verso un'autonomia consolidata è dunque quello di far sì che quando sono molto piccoli i bambini sia rispettato il loro bisogno di avere una base sicura, ogni bambino poi è a sé e necessita tempi diversi, in situazioni diverse, per allontanarsi con tranquillità dall'adulto di riferimento.
Il genitore contiene e crea uno spazio protetto
Voglio regalarvi una delle immagini più belle che ho sentito sul ruolo del genitore nello sviluppo dell'autonomia dei figli: noi genitori siamo per i figli come una piscina. I nostri figli vi nuotano, ci sguazzano, si sperimentano, giocano, il nostro ruolo è sicuramente quello di sostenerli, ma noi non siamo l'acqua, siamo le mura della piscina: permettiamo ai figli di aggrapparsi quando hanno bisogno di riprendere fiato, di riposarsi o di darsi una spinta per tornare a nuotare e conteniamo l'acqua in modo che lo spazio in cui si possono muovere liberamente sia uno spazio protetto.
I bambini non hanno bisogno della mamma che gli corre dietro pronta a mettergli la maglia quando hanno una goccia di sudore ma hanno assoluto bisogno che il genitore crei uno spazio protetto in cui possano sperimentare e sperimentarsi.
A questo mi ha fatto pensare la funzione "Instant Ring" delle scarpe Tikimo: quando porto mio figlio al parco, per esempio, posso creare un perimetro virtuale che, se oltrepassato, attiva un segnale di avvertimento al telefono tramite la App Tikimo. Un modo semplice per evitare di stargli addosso tutto il tempo ma anche per evitare che se ne vada in giro lontano da me attirato da un cagnolino affettuoso o da un amichetto appena conosciuto.
L'autonomia va coltivata progressivamente
Non si diventa grandi in un giorno, per fortuna, perciò abbiamo tutto il tempo di accompagnare i nostri figli gradualmente verso l'autonomia, portandoli prima per mano, letteralmente, poi lasciandoli camminare a qualche metro da noi e poi accompagnandoli nell'acquisizione di tutti gli strumenti che servono loro.
Si può iniziare da piccoli compiti quotidiani da svolgere prima insieme per poi lasciare che provino da soli: dal farsi la doccia, farsi il letto, preparare la tavola o farsi la cartella. Che all'inizio sbaglieranno è una certezza, ecco perché occorre essere lì intorno a supportare, motivare e anche controllare. Sì ho detto proprio controllare, con rispetto ovviamente, non ci mettiamo a frugare nei loro cassetti o a guardare il diario segreto ma li aiutiamo a discernere tra ciò che si può fare e ciò che può provocare grossi problemi.
Resuscitiamo il gioco da cortile
Gruppetti di bambini e ragazzi che giocano in cortile o per strada, questa era la normalità dei nostri pomeriggi da bambini, la dimensione sociale, prima dell'avvento dei social network, era quella del cortile o del parchetto di quartiere da dove i bambini erano liberi di andare e venire da soli.
Forse è vero che oggi ci sono più pericoli, o forse siamo solo più consapevoli (o impauriti) dei pericoli che corrono i nostri figli, c'è sicuramente più attenzione nei confronti dei bambini e questo è molto bello ma il rovescio della medaglia è stata la privazione di molti spazi di libertà in cui i bambini e i ragazzini si sperimentavano giocando e imparando a relazionarsi con i coetanei senza la presenza di un adulto.
Forse possiamo utilizzare proprio la tecnologia per mantenere un contatto sicuro con i figli, possiamo farlo con gli smart phone per i più grandi o con invenzioni come le Tikimo per i più piccoli: la tecnologia ci può aiutare a dare fiducia ai nostri figli mantenendo quel "perimetro" di protezione che rende noi più tranquilli e loro più liberi.
Brick Lane a Londra, giro tra i mercatini delle pulci con le Tikimo ai piedi
I bambini hanno bisogno di sentirsi grandi
La prima volta che ho lasciato mia figlia fare qualche metro a piedi tra la sua scuola di musica e la palestra dov'ero io era al settimo cielo. Da quando le ho detto di scendere la stradina di campagna in cui abitiamo per andare incontro alla mamma che la porta a ginnastica non ha mai più voluto che l'ha accompagnassi. Si confronta con piccole paure: il cane che abbaia all'improvviso, la signora che la guarda dall'uscio con l'aria severa, ma in questo processo accresce la sua sicurezza e la sua autostima.
Nel frattempo abbiamo iniziato a parlare tanto di "cosa faresti se..." elencando possibili situazioni che potrebbero capitare: se qualcuno vuole darti un passaggio? se ti chiedono dove vai? se ti chiedono dove abiti? ecc. Sta diventando più cosciente di come ci si muove per strada quando non c'è nessun adulto che la accompagna.
E' importante avere fiducia ma c'è una fase della crescita in cui i bambini desiderano mettersi alla prova e noi sappiamo che sono ancora piccoli e che il loro fiuto per il pericolo non è ancora ben sviluppato o semplicemente hanno un po' "la testa tra le nuvole", in questa fase che va più o meno dai 5 ai 10 anni è importante attuare un controllo silenzioso, un controllo che non dia fastidio ma che sia efficace per noi per verificare che tutto stia procedendo nella maniera giusta.
Come funziona Tikimo
Il sistema si compone di 4 elementi: le scarpe Tikimo, il dispositivo Tikimo Livesense, l'abbonamento per attivare Tikimo Livesense e la App Tikimo.
Le scarpe Tikimo sono sneaker comode e ben fatte disponibili in diversi modelli e colori ad un costo in linea con quello di altre scarpe di qualità (40-50 euro), la particolarità è che sotto la suola della scarpa destra vi è un piccolo vano che contiene il dispositivo Livesense.
Il bambino non si accorge della presenza del dispositivo che è leggerissimo e contenuto all'interno della suola quindi non entra in contatto con il piede. Mio figlio ha camminato, corso e saltato con le scarpe ai piedi senza avere alcun problema, anzi ha deciso che le scarpe Tikimo lo fanno andare più veloce e visto che hanno anche una saetta rossa che si illumina quando cammina, sono diventate le scarpe di Flash!
Il dispositivo Tikimo Livesense è un trasmettitore GSM miniaturizzato dotato di GPS in modo da poter localizzare l'esatta posizione del bambino, costa 29.90 euro ed è possibile abbinarlo ad un unico bambino ma può essere spostato su un'altra scarpa nel momento in cui il bambino cresce.
All'interno di Tikimo Livesense è presente una SIM Card Dati integrata che deve essere attivata tramite un abbonamento inizialmente compreso nel costo di Tikimo Livesense per la durata di 6 mesi e rinnovabile ogni 6 mesi a 19.90euro.
Attraverso la App gratuita Tikimo, disponibile su App Store e Google Play, viene ricevuta la posizione del bambino, le notifiche di superamento del perimetro virtuale e alcuni altri dati statistici sui kilometri percorsi e le calorie bruciate a seconda delle impostazioni che inserite.
Dopo la registrazione iniziale della scarpa e del dispositivo Tikimo Livesense associato la App si usa molto facilmente e invia delle notifiche anche quando il bambino toglie la scarpa o se il dispositivo si sta scaricando (lo si ricarica senza estrarlo collegando un cavo al retro della scarpa.
Quella volta che ho perso mio figlio al parco e le Tikimo me le ero immaginate
Ricordo in particolare una situazione in cui le scarpe Tikimo avrebbero potuto evitarci un grosso spavento (e una situazione potenzialmente pericolosa), eravamo in vacanza in Puglia, in un pomeriggio molto caldo, nel parco del centro di Lecce. Lorenzo, che aveva 5-6 anni sparì. Sembrava impossibile, un minuto prima era a due metri da noi, il minuto dopo lui si era volatilizzato.
Iniziammo a schizzare a destra e a sinistra chiamandolo, qualche persona si avvicinò chiedendo la descrizione del bambino e ricordo di aver pensato "ora tutti sanno (e possono approfittare del fatto) che c'è un bambino da solo sperso nel parco!".
Per fortuna di lì a poco un signore ci avvertì di averlo trovato, i 10 minuti più lunghi della nostra vita. A mente fredda pensai: con tutta la tecnologia di cui disponiamo, ci vorrebbe qualcosa per evitare di prendersi questi spaventi, beh, ora c'è!
di Barbara Lamhita Motolese
in collaborazione con
Immagine principale: Little boy on Shutterstock