Cos'è il senza pannolino o Elimination Communication
Elimination communication è la pratica secondo la quale chi si prende cura del bambino, cerca di mettersi in ascolto anche del suo bisogno di fare pipì e popò, cioè di “eliminare”. Per farlo si utilizzano piccoli segnali, si tiene traccia dei tempi e si aiuta il bebè a fare pipì e popò in posti che gli consentano di rimanere pulito (es. sul vasino, nel bagno, etc.). Elimination Communication non è educazione precoce al vasino.
Ho cresciuto 2 dei miei 3 figli senza pannolino. Quando faccio questa affermazione suscito sempre scalpore. Eppure se ci pensate a crescere i bambini con i pannolini siamo, in fondo, una minoranza.
Ma senza pannolini, senza senza?!
Con Aylin, la mia prima, i pannolini li ho utilizzati, come ogni mamma comune. La piccola Aylin soffriva di eritemi da pannolino atroci... la pediatra mi suggeriva di tenerla senza pannolino ogni tanto, ma mi pareva una cosa assurda... tendiamo ad avere l'idea che i bambini siano come un rubinetto rotto: pipì e popò escano a fiumi di continuo. Non è così.
Comunque, i pannolini usa e getta mi parevano un'invenzione straordinaria, ricordavo ancora mia mamma con i ciripà e quegli antichi pannolini con mutandina staccata che si usavano alla fine degli anni '70. Tuttavia ad ogni cambio mi sentivo in colpa per l'impatto ambientale pazzesco che costava questa “preziosa” evoluzione.
Aylin fu spannolinata a 20 mesi, dopo alcune migliaia di pannolini che ancora vagano in qualche discarica.
Quando ero incinta di Samuel, il mio secondo genito, continuavo a venire in contatto con madri (folli, almeno così pensavo allora) che parlavano di “ec”... “ma che diavolo è?” chiedevo io “elimination communication” mi dicevano, cioè crescere i bambini senza usare i pannolini.
“Ah, coi ciripà?!” “No, no senza” “Ah, coi lavabili!” “Ma no, i pannolini non si usano! Come fanno in Africa, per intenderci.”
Ecco, la cosa mi pareva follia, ma mi incuriosiva anche e così volli approfondire.
Senza usare il pannolino: “elimination communication”
Questa usanza ancestrale e diffusa nei Paesi meno abbienti, cominciò a diffondersi negli USA verso l'anno 2000.
Una mamma americana aveva osservato come la sua tata, asiatica, reputasse gli americani dei veri sozzoni, infatti lasciavano i loro figli impacchettati ai loro escrementi tutto il giorno... io con gli Americani ho vissuto, e se c'è una cosa in cui sono ossessivi è l'igiene. Un mio compagno di università negli USA diceva “Una doccia al giorno è poco, due sono giuste, tre sono troppe!”... per gli americani è inammissibile non lavare i capelli tutti i giorni.
Ma se ci pensate la tata indocinese, che probabilmente ammetteva la doccia una volta ogni 7-10 giorni, aveva proprio ragione... è igiene lasciare che un bambino stia 24 ore al giorno per 2-3 anni (o piu'!) impacchettato nei suoi escrementi?
E' una cosa salubre lasciare quella parte del corpo corazzata da ovatta, polimeri, plastica, sempre, qualsiasi sia la stagione?
Allora l'Americana chiese alla tata come avrebbe fatto lei, e la tata le spiegò che ogni mamma stando a contatto con il proprio bambino impara a capire quando questi ha fame, sonno, è stanco, nervoso, vuole venire in braccio, è infastidito... insomma impara a comunicare su tutta una serie di bisogni, anche quando è piccolissimo. Il bisogno di eliminare cacca e pipì non è diverso da quello di poppare, dormire, etc. si tratta solo di includere anche quel bisogno tra quelli che si cerca di soddisfare.
Laurie L. Boucke fu la prima a scrivere sul non uso dei pannolini nel 2000 e Ingrid Bauer coniò il termine EC Elimination Communication e quello di Igiene Naturale dei Bambini (Natural Infant Hygien) per codificare questa pratica. In Italia si chiama EC o anche “senza pannolino”.
Il mio “senza pannolino”
Io ho fatto ec con Samuel nel 2004 e con Giada Lien nel 2008. Ho iniziato quando i bimbi avevano c.a 2 mesi, perché il parto è un momento già abbastanza pieno di novità e prima di avviare l'ec avevo bisogno di sentirmi “comoda” con la mia nuova vita.
Come partire: servono delle cose
Per partire con l'ec servono alcune cose, secondo me:
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una scorta di ghettine e di mutandine
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una scorta di traverse impermeabili (potete comprare un tessuto a metri, tipo “mollettone” per i tavoli, o quei tessuti di spugna da un lato e impermeabili dall'altro, o le classiche traverse da lettino impermeabili e tagliarne dei grossi riquadri da poggiare sulla sdraietta, nel lettino, o da dare a chi vuol prendere in braccio il bebè).
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un barattolo capiente (tipo secchiello, ad esempio quello delle mozzarelle) che possa fungere da “vasino” nei primi tempi da avere sempre intorno
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dei cambi di vestiti per me, facilmente lavabili e asciugabili (perché le pipì scappano e spesso scappano addosso a noi).
Primo passo: l'osservazione
La prima cosa che facevo io era dedicare una giornata o due all'osservazione. Cioè lasciavo la bimba senza pannolino, e poi aspettavo semplicemente di vedere quando faceva pipì e popò.
Questo presupponeva
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di avere la bambina sempre addosso, perché lasciandola seduta su un infant seat è più difficile accorgersi che si bagna. Considerate che l'ec è una pratica che presuppone un atteggiamento di ascolto del bambino e questo, quando parliamo di un neonato, non può prescindere dall'idea che i neonati hanno bisogno di stare in braccio TANTO, a contatto praticamente sempre.
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Di annotarsi (per iscritto o a mente) quando o cosa succedeva poco prima che si bagnasse.
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Di avere dei cambi sia per la bimba che per me. Per la bimba risultava più comodo utilizzare tutine 2 pezzi. Per me avevo acquistato una traversa (tessuto impermeabile da un lato e spugna dall'altro) che tenevo appoggiato al suo sederino per evitare di bagnarmi.
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Uno straccio a portata di mano.
Cosa osservare
Tanto per cominciare sappiamo tutti che la pipì rappresenta una sfida maggiore, perché i bambini quando fanno la popò lo rendono spesso manifesto con delle buffe faccette di sforzo, quindi anche le mamme che non se la sentono di lasciare il piccolo senza pannolino, possono utilizzare l'ec per la popò, aiutando il piccolo a liberarsi senza essere impacchettati nel pannolino, con grande beneficio per la pelle e le sue irritazioni.
Ma ecco alcune delle cose da osservare per iniziare con l'ec:
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i tempi: i bambini non sono rubinetti aperti. Tra una pipì e l'altra passano almeno 20 minuti, ma anche 1 o 2 ore o di più, a seconda di quando poppano. Quando le pipì sono più ravvicinate spesso è perché il bebè sentendosi bagnare ne fa solo un po' e poi la trattiene, oppure perché poppa di continuo.
Dunque cominciate a segnare quanto tempo passa fra una pipì e l'altra, quanto tempo fa la pipì dopo la poppata e quante volte.
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I segnali: a volte le pipì sono precedute da segnali, magari anche molto lievi, ad es: un leggero brivido, un versetto, un piccolo pianto, i piedini o le manine che si agitano...
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Le abitudini ricorrenti: proprio come noi, in genere i bambini fanno la pipì al risveglio da un pisolino, a volte quando rientrano da una passeggiata, a volte mentre poppano o 10 minuti dopo. Potete trovare voi se ci sono dei momenti in cui sembra che ci sia sempre una pipì associata.
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Dopo un po' che avrete iniziato l'ec il vostro istinto si affinerà suggerendovi quando potrebbe voler fare pipì, provate ad assecondare l'istinto. Inoltre dopo un po' (anche solo dopo un paio di settimane) scoprirete che i bambini sono molto ricettivi e hanno imparato che quando li mettete in una certa posizione e gli fate il classico versetto della pipì, loro libereranno la vescica.
Come si fa in pratica
Dopo una prima giornata di osservazione, lanciatevi!
Potete provare dopo il riposino, gli togliete il pannolino che gli avevate messo per sicurezza, lo prendete con le mani sotto le coscette, la sua schiena poggiata contro il vostro petto, e vi mettete sul lavandino e fate il rumore con la bocca “pssst...pssst”, o se pensate che possa scaricarsi, nella posizione che vi ho spiegato, gli premete le cosce contro la pancia con delle lievi pressioni.
La prima volta che “prenderete” una pipì o una popò la soddisfazione che proverete sarà quella di aver conquistato un oro olimpico!
Se scoprite che il bimbo fa pipì mentre poppa o subito dopo, o semplicemente volete provare a fargliela fare quando siete comodamente sedute da qualche parte, tenete a portata di mano un secchiello o un contenitore di plastica da tenere sotto il culetto, mentre provate a fargli fare pipì tenendolo nel solito modo che ho spiegato.
Cosa fare e cosa non fare
L'ec non è un'educazione precoce al vasino, nel senso che l'obiettivo non può essere quello di rendere il bambino indipendente e autonomo, ma quello di mettersi a sua disposizione per aiutarlo a maturare anche su questo campo come sugli altri, questo con notevoli benefici per il bimbo (o la bimba) e per l'ambiente.
Per questo non stressate il bambino, non sgridatelo e non spazientitevi con lui (o lei) se i tentativi vanno a vuoto, se vi sporca o si sporca.
EC e pannolini
Chi usa ec utilizza anche i pannolini usa e getta, in genere come back up. Io ad esempio non ho fatto ec di notte, per me era troppo impegnativo, ma molte mamme ad esempio trovano molto piu' facile gestire le pipì notturne che quelle diurne. Dunque io utilizzavo gli usa e getta di notte e ogni tanto quando andavamo fuori ed ero troppo impegnata per riuscire a prestare attenzione al bambino, oppure ero in luoghi che avrebbero reso difficile l'ec.
L'ec parziale
Alcune mamme sono intimorite dall'idea dell'ec, ma vogliono provare a gestire sul vasino ad esempio la popò, perché riconoscono facilmente i segnali o hanno codificato i tempi. E' un'ottima idea farlo quando si riesce che non farlo affatto
Benefici
i benefici sono molti:
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assenza di arrossamenti del culetto
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il bambino impara a gattonare e a camminare senza essere infagottato dal pannolino (vedere mio figlio muovere i suoi primi passi con una mutandina e un pantalone era impagabile, immaginavo a quanto sarebbe stato brutto sentirsi ingolfato dal pannolino...)
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i genitali del bambino respirano sempre, anziché rimanere “impacchettati” per anni.
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È più difficile che si sviluppino funghi (come la candida)
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si risparmiano molti soldi
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e' una pratica totalmente ecologica
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aiuta il bambino a prendere coscienza anche delle parti intime del suo corpo da subito e a capire cosa avviene in quella zona (la mia pirma bimba, cresciuta con il pannolino, si terrorizzò la prima volta che si fece la pipì addosso quando decisi di toglierle il pannolino)
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si crea un ulteriore canale di comunicazione con il bambino
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il bambino è cosciente delle proprie evacuazioni, il passaggio all'autonomia nell'uso del vasino è molto più rapida di quando si usa il pannolino
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le tate straniere sono in genere molto a loro agio con questa pratica e la apprezzano e sono in grado di aiutarvi
I contro
i contro per me non sono molti
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richiede di dedicarsi molto alla cura del bebè soprattutto nel primo anno. Questo è sicuramente la cosa più impegnativa. Io ho sempre trascorso i primi 10 mesi con i miei figli, dopo avevo delle tate straniere che mi sostituivano ottimamente nell'ec.
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è una pratica che spaventa parenti, amici e mariti :-)... spesso quando lasciavo i miei figli con il marito li ritrovavo pannolinati!
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Spesso si trovano resistenze ai nidi
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ci vuole una scorta di ghettine e mutandine da portarsi sempre dietro, anche quando si va al parco
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richiede di essere abbastanza sereni rispetto ad asciugare la pipì da terra o di lavare una ghetta sporca di cacca o di sentirsi bagnare di pipì.
Risorse
Per chi decide di sperimentare l'ec, in Italia ci sono 2 libri: "Guida pratica completa ai pannolini lavabili e all'arte dell'igiene naturale" di Jacqueline Jimmink (richiedete lo sconto del 50%), aggiornatissimo e recente, e "Senza Pannolino" di AAM Terranuova.
La cosa più importante per me è stato il sostegno di altre mamme "matte" come me che avevano sperimentato e utilizzavano il metodo dell'ec. Il confronto era indispensabile per scoprire trucchi, confrontarsi, sostenersi. Per questo consiglio vivamente di iscriversi al gruppo di Yahoo "senzapannolini"
La divertente testimonianza di un papà
Le testimonianze di mamme che hanno fatto EC
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di Barbara Siliquini
Immagine: Adrianna Bowyer Anderson su Flikr