Laura racconta: “quando ci dovevamo trasferire piangevo: più lo facevo e più i miei genitori sdrammatizzavano mettendo in luce i vantaggi che avrei potuto avere vivendo a Roma”.
Laura ha dovuto lasciare la scuola con la sua amica del cuore, il bar dove con suo nonno andava a fare colazione, la villa dove passava intere giornate a giocare a pallavolo, la sua camera che affacciava su quell’albero che si spogliava o si vestiva di foglie secondo le stagioni. Tutto le mancava, tutto. Ma da quando si era trasferita non riusciva a elencare neanche una di queste sofferenze…rassegnata e chiusa nella sua solitudine, passava interi pomeriggi a chattare su internet con le amiche lasciate.
Laura non riesce a pensare, a concentrarsi, vorrebbe tornare ad essere quella che era, si sente come “un orologio fermo”. I genitori sembrano accorgersi di lei solo per il suo rendimento scolastico; così anche i professori partecipano a questa incomprensione riducendo il giudizio ad una mera assenza di volontà.
Il lavoro con questi genitori è stato quello di portarli ad accorgersi del messaggio di solitudine comunicato da Laura, della comprensione per la sua sofferenza e della libera comunicazione dei sentimenti. Inoltre tutte le energie dei genitori precedentemente investite per aiutare Laura a studiare e avere un rendimento scolastico migliore, sono state impiegate per passare insieme delle ore piacevoli di svago e di migliore conoscenza reciproca.
Laura si è sentita finalmente “parte” della famiglia e non più “coda” trainata da ruote motrici. L’aumento dell’autostima e la riserva fatta quotidianamente di esperienze piacevoli, le hanno permesso di tollerare questa fase di adattamento così delicata, e grazie al maggior benessere raggiunto è riuscita a conquistare una nuova amicizia (non si sente più la “sfigata” della classe) e a superare l’esame di terza media.
Dott.ssa Luisa Marchionni
Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
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Commenti
I ragazzi non vanno a scuola!
Non esiste nessun rendimento scolastico.
Non esistono professori.
Non esistono classi.