Un'adolescente costretta a trasferirsi in città

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Cosa succede ai figli adolescenti quando un genitore per motivi di lavoro deve trasferirsi in un'altra città e trascina dietro sé tutta la propria famiglia?

Laura una ragazza di 13 anni deve aderire a questo progetto che non ha deciso e che non ha scelto, vivendo un’esperienza di rottura rispetto al suo passato.

I genitori da principio negavano la difficoltà di Laura di lasciare la città dove era nata, pensando ingenuamente che alle sue iniziali proteste avrebbe fatto seguito un adattamento felice e senza alcun rimpianto.

Previsione sbagliata.

Laura racconta: “quando ci dovevamo trasferire piangevo: più lo facevo e più i miei genitori sdrammatizzavano mettendo in luce i vantaggi che avrei potuto avere vivendo a Roma”.

 

Laura ha dovuto lasciare la scuola con la sua amica del cuore, il bar dove con suo nonno andava a fare colazione, la villa dove passava intere giornate a giocare a pallavolo, la sua camera che affacciava su quell’albero che si spogliava o si vestiva di foglie secondo le stagioni. Tutto le mancava, tutto. Ma da quando si era trasferita non riusciva a elencare neanche una di queste sofferenze…rassegnata e chiusa nella sua solitudine, passava interi pomeriggi a chattare su internet con le amiche lasciate.

Laura non riesce a pensare, a concentrarsi, vorrebbe tornare ad essere quella che era, si sente come “un orologio fermo”. I genitori sembrano accorgersi di lei solo per il suo rendimento scolastico; così anche i professori partecipano a questa incomprensione riducendo il giudizio ad una mera assenza di volontà.

Il lavoro con questi genitori è stato quello di portarli ad accorgersi del messaggio di solitudine comunicato da Laura, della comprensione per la sua sofferenza e della libera comunicazione dei sentimenti. Inoltre tutte le energie dei genitori precedentemente investite per aiutare Laura a studiare e avere un rendimento scolastico migliore, sono state impiegate per passare insieme delle ore piacevoli di svago e di migliore conoscenza reciproca.

Laura si è sentita finalmente “parte” della famiglia e non più “coda” trainata da ruote motrici. L’aumento dell’autostima e la riserva fatta quotidianamente di esperienze piacevoli, le hanno permesso di tollerare questa fase di adattamento così delicata, e grazie al maggior benessere raggiunto è riuscita a conquistare una nuova amicizia (non si sente più la “sfigata” della classe) e a superare l’esame di terza media.

 

Dott.ssa Luisa Marchionni

Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. 
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con  riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
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Luisa Marchionni

Dott.ssa Luisa Marchionni

Psicologa, Specialista in Psicodiagnostica, Docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. 
Le aree di intervento sono rivolte prevalentemente all’infanzia e all’adolescenza, con  riguardo al contesto familiare e alla riabilitazione psichiatrica.
marchionni.luisa@gmail.com

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Commenti  

antonella
# antonella 2024-08-28 20:29
La ragazza non era obbligata a traferirsi! Laura non ha dovuto nulla!
I ragazzi non vanno a scuola!
Non esiste nessun rendimento scolastico.
Non esistono professori.
Non esistono classi.
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