E' un fatto che dalla generazione dei nonni, a quella dei nipoti adolescenti di oggi, i costumi e l'inibizione sessuale abbiano subito una vera metamorfosi, ma la grande disinvoltura con cui oggi si vive e si parla di sesso, nasconde quanto in realtà poco si sappia dei meccanismi fisiologici, dei rischi, e del tema affettività, quando se ne parla.
Se un tempo l'educazione sessuale era relegata a timide chiacchierate con la mamma e le comari, almeno per le donne, e poi alla pratica (generalmente molto più sporadica di ora), oggi al ruolo di educatore sessuale sembra sopperire con miseri risultati la tv. La sessualità è ovunque intorno a noi, di continuo nelle immagini delle pubblicità, nei programmi di intrattenimento, ma di informazione utile e di cultura dell'affettività, che dovrebbe viaggiare in parallelo, non c'è nulla.
E così non stupisce se l'indagine fa emergere che fra gli adolescenti milanesi (che non saranno tanto dissimili da quelli di altre città) c'è troppa fretta di crescere e tanta confusione in tema di sesso.
La conseguenza? Si moltiplicano le malattie a trasmissione sessuale tra i giovanissimi. Si abbassa, infatti, l’età in cui si scopre il sesso: tredici anni per una ragazza su cinque in Lombardia (contro i 18 dei ragazzi).
La ricerca evidenzia una realtà preoccupante.
- Un’alunna su tre non sa che i sintomi delle infezioni di molte malattie sessualmente trasmissibili possono non essere evidenti e avere gravi conseguenze sul sistema riproduttivo;
- la metà delle adolescenti non è consapevole che sono proprio le più giovani a essere maggiormente a rischio.
- c.a il 90% delle intervistate indica il preservativo come principale strategia preventiva, ma solo tre su quattro dichiarano che lo userebbero sempre, una su cinque lo farebbe solo in caso di rapporti occasionali ed il 2% ne fa a meno.
- Significativa anche la convinzione errata che l’infezione da virus Hiv possa colpire solo chi fa uso di stupefacenti, e che la pillola protegga dal contagio sessuale. Restano sconosciute, o molto confuse, le altre forme di prevenzione e le stesse malattie.
- pur avendo sentito parlare di malattie a trasmissione sessuale, le giovani non le sanno descrivere né conoscono adeguati comportamenti da tenere per prevenirle.
L'osservatorio di Onda afferma che molte giovanissime non conoscono l’esistenza dei reparti di ginecologia adolescenziale (65%)... ma a dire il vero anche io, mamma di 3 figli ancora un po' lontani dall'adolescenza, non conoscevo questi specifici reparti. Bisogna dire che se da un lato i giovani sono scarsamente attivi a cercare informazioni solide e scientifiche, è anche vero che non sono così facilmente reperibili.
La scuola è un luogo molto prezioso per far passare certe informazioni, ma se ormai si fa fatica a pagare le supplenti di italiano e matematica, appare utopico pensare all'educazione affettiva. E uso la parola "affettiva" e non sessuale, perché è davvero importante che i ragazzi apprendano che il sesso non è cosa slegata dalla persona, dal suo bisogno di relazionarsi, di amare ed essere amata, dal diritto al rispetto, perché passa prima dall'accogliere il principio del rispetto (di sé e degli altri) la possibilità di un comportamento sessuale responsabile e sano, in tutti i sensi.
E in famiglia che si dice? La sensazione è che se i tempi son cambianti in quanto ad inibizione, se i risultati sono quelli descritti, anche a casa parlare di temi legati alla sessualità non è cosa semplice. D'altra parte con un'adolescente è già difficile parlare di cosa ha fatto a scuola.... figuriamoci di sesso. O no? Diteci la vostra esperienza!