Il cibo non era certo al centro dei miei pensieri:
“Figurarsi se mi vengono le voglie!”
E, invece, forse perchè essere smentita è un mio clichè oppure perchè dalla prima voglia non soddisfatta ne sono nate altre a cascata, le voglie le ho avute eccome!
E' vero, ad essere onesta fino in fondo, alcune non sono state voglie, ma antidoti, contromosse alle nausee che avanzavano come i barbari di Attila, non facendo ricrescere nemmeno la flora batterica! Però sempre di desiderio di cibo si parla: i formaggini, le patatine - quelle al formaggio che ti lasciano un odore nauseabondo sulle mani per ore ancora di più! - la schiacciata e i crackers. Tutto quello che era salato e sgranocchiabile.
Forse, però, l'unica vera voglia che possa vantare questo appellativo è stata anche la prima di cui si è accorto mio marito, con un certo stupore, dato che non avevo mai manifestato particolare interesse per questo alimento: cetriolini sottaceto.
Arrivati al martedì, il barattolo acquistato con la spesa del fine sabato si era volatilizzato. Il coniuge perplesso, ritrovava soltanto barattoli di vetro vuoti e solitari nel sacchetto della raccolta differenziata, come se fossero stati razziati. Il tasso di aceto all'interno del mio corpo stava drasticamente salendo: avrei potuto fare a meno di quel poco che mettevamo nell'insalata per il resto della mia vita.
I dolci, invece, non erano sfiorati nemmeno dall'ombra di un desiderio. Anche la cioccolata, l'insperabile consolatrice in fase depressiva e pre-mestruale, era stata tristemente accantonata; forse perchè portavo già in grembo quello che Bono avrebbe chiamato “the sweetest thing”.
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