Io do di stomaco ad un ritmo impressionante, la Guinness al pub Irlandese è proibita e anche la schiacciata col prosciutto crudo.
Si va a mangiare una pizza, mi coccolano come se fossi preziosa, non come se stessi male:
“Si sa che la gravidanza non è una malattia!”
Afferma con certezza l'emancipata bellezza dalle gambe lunghe che mi ha ribattezzato “il bastone della sua vecchiaia”
“Oh Dio è anche vero che lo chiamano stato interessante... ma interessante di che?”
Domanda il nostro cinico, irresistibile capo branco, quella che mi rimette in sesto con una scrollata, come se volesse far cadere le mele dall'albero, quando perdo un po' il senso dell'orientamento.
“Ma come ti senti?”
Chiede quella che era bellina e ammirata anche quando tutte noi lottavamo contro l'acne e i complessi, infagottate nei nostri maglioni di una taglia superiore.
“Sta bene...ride come sempre!”
Ancora il capo branco, la belloccia che sorride e mi fa una smorfia arricciando il naso... e anche così è una meraviglia da fermare i treni.
La quarta non parla, mi mette una mano sulla pancia e sente quello che finora nessuno ha sentito: stavolta non sono sola in loro compagnia, sono venuta accompagnata.
Poi sorride e mi guarda:
“Comunque se gli fai ascoltare anche solo due note di Gigi D'Alessio io e te si rompe l'amicizia”
Scuoto la testa: lei lo sa, il nostro legame è Irlandese, Britannico e rock...e tutte insieme, anche col nuovo venuto, suoniamo ancora come una bella canzone.
di Monia Scarpelli, autrice di “Mani di vaniglia: nascita di una mamma in 40 settimane”
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