Con l’ingresso e il rientro a scuola ricominciano i pasti fuori casa, le merende e le feste di classe con la condivisione di torte, panini e salatini.
Per i bambini celiaci, merende e pranzi a scuola, gite e festicciole con i compagni possono rappresentare un rischio per la salute, oltre che diventare fonte di preoccupazione e ansia per i genitori.
Come comportarsi:
1. trasmettere un messaggio positivo e insegnare a leggere l'etichetta
Per prima cosa è importante parlare con il bambino per fornirgli tutte le informazioni sulla sua condizione: occorre spiegare che non può mangiare le merendine dei compagni se contengono glutine e insegnargli, appena è in grado, a leggere le etichette.
Cerchiamo di trasmettere al bambino un messaggio positivo, trasformando il problema in un’occasione di crescita e socializzazione. Dopo il primo impatto, infatti, la necessità di controllare sistematicamente le etichette potrebbe diventare un’opportunità per responsabilizzare il bambino e abituarlo a un corretto atteggiamento nei confronti di tutti i prodotti alimentari.
Anche il divieto di scambiare la merenda con i compagni dovrebbe essere affrontato con serenità. Se la propria merenda è gustosa, non poter assaggiare sempre quella altrui non costituirà necessariamente motivo di frustrazione. Oggi esistono molti prodotti senza glutine appetibili: biscotti, e merendine senza glutine al ripieno di latte e cioccolato. Meglio quindi guidare il bambino allo sviluppo di una generosità positiva e consapevole: anche se lo scambio di merende e gli assaggi sono vietati, non esistono controindicazione ad offrire.
Ricordiamoci che responsabilizzare non significa allarmare: meglio evitare parole come “malattia” e “problema”, sì invece ad associazioni positive e a un atteggiamento sereno. L’uso di fiabe e canzoni realizzate ad hoc per parlare di celiachia, possono aiutarci ad affrontare la questione.
2. sensibilizzare gli insegnanti
Un discorso simile può essere fatto in merito al dialogo con gli insegnanti: è giusto siano a conoscenza della situazione fin dall’inizio ed è lecito chiedere di prestare particolare attenzione al bambino, senza però trasmettere eccessiva apprensione né trasferire completamente il carico di responsabilità. L’insegnante ha il dovere di monitorare e il bambino stesso deve essere consapevole dei propri bisogni e limiti.
Per quanto riguarda i viaggi di istruzione è compito degli insegnanti, giustamente sollecitati dai genitori, organizzarsi per sostare in luoghi che offrano anche menù senza glutine. Un aiuto nella pianificazione può venire dal sito (o dall’App) GlutenfreeRoads.com che consente di rintracciare hotel e locali gluten-free nei dintorni della zona desiderata. Se invece il pranzo è al sacco, ciascun bambino può portare il proprio e non mancano prodotti adatti allo scopo, lo stesso servizio mensa è tenuto a predisporli.
3. ristorazione speciale a scuola
In caso il bambino mangi presso una mensa scolastica, i genitori hanno diritto a richiedere un servizio di ristorazione speciale: sono previste infatti sostituzioni di alimenti per bambini che lo richiedano per particolari esigenze cliniche; come spiegato anche nelle linee guida per la ristorazione scolastica redatto dal Ministero della Salute.
4. le feste di compleanno
Le festicciole possono diventare un’occasione per ribaltare una problematica trasformandola in un’esperienza positiva: oltre a portare prodotti appositi, può essere piacevole mettersi d’accordo e approfondire la conoscenza con altre mamme ripartendo la preparazione di altri stuzzichini senza glutine; invece di un motivo di isolamento, l’intolleranza diventerà così occasione di dialogo e relazione.
Per una guida a tutti agli alimenti senza glutine, è sufficiente consultare la guida molto intuitiva fornita dall’Aic.
Immagine: PlanetBox su Flikr