I pediatri raccomandano di vaccinare solo i bambini a rischio

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Con piacere diamo diffusione al Comnunicato Stampa dell'associazione Culturale pediatri in cui si raccomanda di utilizzarre la vaccinazione influenzale solo per chi è a rischio complicanze per la presenza di malattie. Inoltre leggiamo con molto sollievo lo stop all'annunciata sperimentazione del vaccino sui lattanti con meno di 6 mesi. Come misure preventive per l'influenza i pediatri raccomandano il lavaggio delle mani, una buona igiene respiratoria e l'isolamento in casa volontario di chi contrae l'influenza.

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COMUNICATO STAMPA
INFLUENZA STAGIONALE: l’ACP raccomanda di vaccinare solo chi è a rischio complicanze per la presenza di altre malattie o in condizioni di particolare vulnerabilità.

 

Per limitare la diffusione del virus basta seguire semplici regole e, in merito alla vaccinazione antinfluenzale avviata in questi giorni, l’Associazione Culturale Pediatri ritiene necessario attenersi alle raccomandazioni ufficiali diffuse dal Ministero della Salute per la stagione 2011-12, che prescrive il vaccino in particolare a: bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età, affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.

È partita in questi giorni la campagna di vaccinazione antinfluenzale, l’Associazione Culturale Pediatri ritiene necessario attenersi alle raccomandazioni ufficiali diffuse dal Ministero della Salute per la stagione 2011-12, che individua tra i soggetti in cui la vaccinazione è raccomandata i bambini di età superiore ai 6 mesi, i ragazzi e gli adulti fino a 65 anni di età affetti dalle seguenti patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:

a) malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
b) malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
c) diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti);
d) insufficienza renale cronica;
e) malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
f) tumori;
g) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
h) malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
i) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
j) patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione;
k) bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

ACP ribadisce l’importanza delle misure di protezione personali (misure non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza.
1. Lavaggio delle mani (in assenza di acqua, fare uso di gel alcolici).
2. Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani).
3. Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale.
4. Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).

ACP chiede che ci si attenga alle suddette raccomandazioni e che ogni pediatra valuti attentamente i casi a rischio fra i bambini che assiste.

I pediatri Acp apprendono con viva soddisfazione lo stop all’annunciata sperimentazione che prevedeva la somministrazione di vaccini antinfluenzali su lattanti con meno di sei mesi di età, come riportato il 10 ottobre scorso dal Corriere della Sera. Acp ripete che le vaccinazioni sono state e restano uno degli interventi preventivi più efficaci. La somministrazione dei vaccini raccomandati, insieme al miglioramento delle condizioni igieniche e di nutrizione, ha permesso di eradicare o ridurre numerose malattie pericolose. Si pensi alla poliomelite, al morbillo, alla pertosse o a un flagello ormai completamente debellato come il vaiolo. Vi sono però dei criteri che devono regolarne l’inserimento o l’estensione delle indicazioni.

Riguardo alla sperimentazione che era stato proposta circa la somministrazione di vaccini antinfluenzali agli under sei mesi, ACP spiega che:
- Vi è già la disponibilità di dati attestanti che l’incidenza e il rischio di complicanze dell’influenza sono poco rilevanti in questa fascia d’età.
- Ci sono altri semplici interventi preventivi utili a evitare l’influenza nei lattanti. Per esempio: l’allattamento materno, la vaccinazione delle madri e il lavaggio delle mani da parte di tutti i familiari.
- La somministrazione del vaccino antinfluenzale sui bambini dai sei mesi ai due anni, secondo la letteratura scientifica, è poco efficace.
- Non è sufficiente verificare la presenza di una risposta anticorpale per dimostrare l’efficacia di una vaccinazione, ma è necessario disporre di dati relativi a esiti clinici derivati da studi controllati.
- La vaccinazione può pur sempre avere (anche se raramente) effetti collaterali. Per questo, il ministero della Salute ne raccomanda la somministrazione solamente ai bambini di età superiore ai sei mesi affetti da patologie croniche e, pertanto, a rischio di complicanze.
- Riteniamo che la Pediatria italiana abbia bisogno di altre ricerche e questa non sembra essere una priorità né per i bambini né per le famiglie.

Per info:
Lucilla Vazza – Ufficio stampa ACP (Associazione Culturale Pediatri)
tel. (+39) 338.1823193 - Fax: (+39) 1786075269
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