di Simona Azzarello - Counselor
“La suprema felicità della vita è sapere di essere amati per quelli che si è, e più precisamente, di essere amati nonostante quello che si è.” (Victor Hugo)
Quante volte ci siamo accorti che dalla nostra bocca escono verso i nostri figli parole, commenti e critiche che sono stati rivolti a noi dai nostri genitori? Parliamo di frasi tipo: Guarda che macello, sei un disordinato …, Sei sempre la solita guastafeste …, Non c’è niente da fare , non sarai mai capace di… , Sei sempre distratta…
In realtà quelle stesse parole sono quelle che rivolgiamo continuamente anche a noi stessi, nel nostro dialogo interno. Sono le parole intransigenti di quel giudice che può minare la nostra autostima e impedirci di vivere la vita pienamente e serenamente: Ecco sei sempre la solita …. Non ce la farai mai… Fai proprio schifo così …
I nostri figli possono anche avere più comportamenti positivi durante la giornata e mostrare belle qualità e neanche le vediamo, le diamo per scontate, mentre portiamo l’attenzione sul negativo, che invece non ci sfugge mai. Questa consapevolezza forse può aiutarci a cercare di evitare che quello stesso giudice, con il dito sempre puntato, che ingombra i nostri pensieri, si permetta di condizionare anche i nostri figli nella loro vita futura.
Noi siamo lo specchio parlante attraverso il quale i nostri figli si creano un’ immagine di sé. Avere un atteggiamento positivo verso i nostri bambini non significa non dire niente o non intervenire con chiarezza e fermezza di fronte ad un loro comportamento inadeguato, perché il compito di un genitore è comunque educativo, è di responsabilizzare i propri figli. L’importante è sempre scindere tra la persona e il comportamento: è quell’azione che è sbagliata non lui.
E’ importante tenere presente che tutti possiamo sbagliare, perché siamo esseri umani. Commettere errori non significa essere sbagliati! Il messaggio che deve arrivare ai nostri bambini è comunque e sempre questo:
“ Ti voglio bene così come sei indipendentemente dai risultati e dai successi che ottieni”.
Ecco 5 punti su cui possiamo allenarci per sviluppare un atteggiamento più positivo che permetta ai nostri figli di crescere credendo in se stessi.
1. Alleniamoci a mantenere una visione positiva di nostro figlio.
Che immagine ci siamo fatti di nostro figlio? Quanto lo stimiamo? Cosa pensiamo di lui? Recenti studi dimostrano che ciò che pensiamo di una persona, e ancora di più di un bambino, influenza il modo in cui la trattiamo, e ne condiziona il comportamento, quasi lo induce. Tendiamo dunque ad adeguarci all’etichetta che ci viene data ( fannullone, disordinato, incapace, dispettoso ecc. ). E’ qualcosa che avviene a livello inconscio. Se pensiamo bene dei nostri figli sollecitiamo la parte migliore di loro, quella che aspira a crescere e a dare il meglio di sé.
Esercizio: Per dieci minuti al giorno, magari prima di dormire, focalizzatevi sulle qualità di vostro figlio che apprezzate, oppure rievocate il ricordo di un momento piacevole o speciale che vi siete goduti insieme, e godetevi le sensazioni piacevoli che quei pensieri e quelle immagini rievocano in voi.
2. Ricordiamo che non comunichiamo solo con le parole!
Non si può non comunicare, lo facciamo anche con i silenzi. Le ricerche di Mehrabian portano alla conclusione che l’influenza della comunicazione sull’ascoltatore è così suddivisa:
- 7 % verbale ( le parole pronunciate)
- 38% para-verbale ( come vengono pronunciate, tono, volume ecc.)
- 55% non verbale ( il linguaggio del corpo, sguardi, sospiri, gesti …).
Questo significa che se il nostro messaggio verbale non è congruente con quello che veramente pensiamo di nostro figlio lui lo percepirà. E’ dunque importante che non abbiamo pregiudizi nei loro confronti e che abbiamo un’ immagine sostanzialmente positiva di loro. L’autenticità e la sincerità devono essere alla base della nostra comunicazione, altrimenti loro resteranno confusi, capiranno che qualcosa non va, e saranno diffidenti.
3. Elogiamo i comportamenti positivi, non diamoli per scontati.
Durante questa settimana cerchiamo di beccare i nostri figli fare qualcosa di positivo. Osserviamoli e cerchiamo di identificare più comportamenti apprezzabili possibile. Ogni volta che ne trovate uno comunicategli che apprezzate quel comportamento. Siate sinceri con lui.
Es. Ho apprezzato molto che ti sei lavato i denti senza che te lo dicessi.
Grazie per aver aiutato tua sorella a fare i compiti mentre preparavo la cena.
Ho visto che hai messo la tua giacca e il tuo zaino a posto oggi. Mi ha fatto molto piacere.
4.Comunichiamo il nostro stato d'animo
Quando certi comportamenti sono inadeguati, interveniamo con quello che viene chiamato il “linguaggio dell’io”. Si tratta di un modo di rivolgerci all’altro che mette l’accento su come ci sentiamo noi di fronte ad un certo comportamento, non giudica e non da etichette alla persona. Questo è lo schema di comunicazione che può essere considerato una traccia per una comunicazione più efficace che differenzia il comportamento dalla persona.
Quando tu …. Descrizione oggettiva del comportamento: Quando lasci i tuoi giochi così in disordine … (Non giudizio Quando sei disordinato … Non insinuazioni: Sei il solito disordinato…)
Succede che … Descrizione degli effetti tangibili concreti su di te : in termini di tempo, di costo, vi impedisce di fare qualcosa per voi, vi procura malessere fisico o psicologico
E io mi sento … Chiarimento di come ci sentiamo noi, nominare lo stato d’animo, l’emozione.
Gradirei che …/ Preferirei che / Mi piacerebbe che …
Esempio: Quando mi interrompi mentre parlo al telefono/ succede che perdo il filo / e mi innervosisco./ Preferirei che tu aspettassi che io finisca di parlare così poi posso darti tutta l’attenzione che meriti.
5. Prendiamoci cura di noi stessi.
Nella nostra scala delle priorità a che punto sta il tempo che dedichiamo a noi stessi?
I ritmi di vita che viviamo sono frenetici, in una realtà sociale in continuo mutamento, tanti, anzi troppi, sono i ruoli che dobbiamo gestire e altrettante sono le responsabilità sulle nostre spalle.
E’ dimostrato che i genitori stressati hanno più probabilità di essere severi e autoritari, di esprimersi in modo più aggressivo, e di tendere a ricorrere più frequentemente “alle mani”. Gli episodi in cui perdiamo il controllo possono rafforzare nei bambini la convinzione di essere sbagliati, cattivi, incapaci, non degni d’amore, responsabili della sofferenza del genitore (pensate a frasi tipo: Mi farai ammalare! Basta me ne vado!). Nei genitori si sviluppano sensi di inadeguatezza, di impotenza, di colpa e di frustrazione. E il circolo vizioso si alimenta senza possibilità di uscita.
Non si tratta di essere egoisti e portare via tempo che potremmo dedicare agli altri, si tratta di prendersi cura di sé. Il primo atto d’amore che dobbiamo fare è verso noi stessi, solo così potremo dare amore agli altri e ai nostri figli, solo così potremo avvicinarci il più possibile al genitore migliore che desideriamo essere.
Cosa significa prendersi cura di sé:
- Pianificare il proprio tempo libero (avere tempo per sé e coltivare i propri interessi)
- Imparare a chiedere sostegno e aiuto
- Mantenere degli spazi di coppia
- Coltivare amicizie e relazioni significative
- Alimentare la stima in se stessi
- Riconoscere le proprie competenze e risorse
“Se ti tratto come se tu fossi ciò che sei capace di essere, ti aiuterò a diventarlo”. (J.W.Goethe)
di Simona Azzarello
Counselor, co-fondatrice dell’associazione non profit La mela e il seme, impegnata dal 2008 a Milano nella prevenzione e assistenza del disagio nell’infanzia e nell’adolescenza, riceve i genitori nell’ambito del servizio di assistenza dell’associazione SAS Famiglia. Conduce il percorso per famiglieFamilyNautilus.
FamilyNautilus, avventure per genitori e figli alla scoperta di sé e di nuovi strumenti per vivere insieme più armoniosamente.
FamilyNautilus parte per la sua prima avventura: Occhio al positivo!
Appuntamento con i grandi venerdì 8 maggio dalle 20.00 alle 22.00, con i piccoli sabato 9 maggio dalle 10.00 alle 12.30, e poi tutti insieme domenica 10 maggio dalle 10.00 alle 12.30.
Presso GOGOL OSTELLO, Via Chieti 1, angolo Via Piero della Francesca MILANO
E’ richiesta la partecipazione di almeno un genitore con figli in età tra i 6 e i 12 anni.
Per informazioni e iscrizioni chiamare il 3489231187 o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.lamelaeilseme.org
Riferimenti bibliografici:
“ Le parole per crescere tuo figlio”, Alessandro Roberti, Macro Edizioni 2014
“ I bambini prendono tutto alla lettera”, jennifer Day, Edizioni Amrita 2001, “ Come crescere un bambino sicuro di sé”, Paola Santagostino, Red Edizioni 2011
Commenti
Grazie
nella relazione tra adulti c'è una differenza fondamentale, che il rapporto è paritario (a meno che tu non ti riferisca alla relazione con i tuoi genitori che è ancora diversa).
Però molte delle cose che sono scritte in questo articolo possono essere adattate, per es. il punto 4 è la base della comunicazione anche nelle relazioni di coppia, oppure il punto 2 che è uno degli assiomi fondamentale della comunicazione in generale.
Se ti stai riferendo in particolare alla relazione di coppia ti consiglio questi due articoli:
genitorichannel.it/.../...
genitorichannel.it/.../...