Quando si parla di autostima come genitori ci troviamo a fare i conti con il nostro sentire e con la mente ripercorriamo le tappe evolutive che abbiamo vissuto nell’infanzia. Se siamo adulti sicuri di noi andiamo a cercare il segreto usato per infonderci coraggio, ma se siamo adulti timidi, timorosi e insicuri probabilmente ci faremo molte domande per capire quale errore sia stato fatto con noi.
Autostima ed educazione ad alto contatto
L’educazione ad alto contatto (ad es. allattamento al seno, coccole, portare il piccolo) è un ottimo punto di partenza. Il contatto è infatti il primo strumento che il bambino ha per sentirsi accolto e accettato. Passa dall’avvolgente utero materno alle braccia della mamma e del papà che lo aiuteranno a sperimentare la vita sentendosi sicuro e protetto.
In seguito il bambino inizia a toccare gli oggetti, camminare e vuole scoprire il mondo. In quel momento il sostegno del genitore è fondamentale per trasmettere fiducia in sé e rispetto alle proprie possibilità.
Comunicazione verbale e non verbale
L’accompagnamento alla scoperta passa attraverso la comunicazione verbale, non verbale e l’empatia. Il bambino osserva le nostre espressioni, la postura, il tono della voce e capisce se siamo tranquilli o in ansia. Più il bambino cresce più le parole acquistano significato. Se diciamo al bambino di stare tranquillo, ma siamo tesi e preoccupati, non gli stiamo comunicando serenità e fiducia. Il bambino trovandosi di fronte a un’incongruenza comunicativa, sarà spaesato poiché verbalizziamo “Stai tranquillo” mentre voce, espressione, postura indicano apprensione.
Errori comunicativi - Esempio 1
Il bambino vuole bere dal bicchiere di vetro che vede sul lavello ad asciugare.
“Mamma, posso bere dal bicchiere?”
“No, te lo tengo io perché sei piccolo”.
In realtà la vostra preoccupazione è che non si faccia male o non si tagli in caso di caduta del bicchiere (e questo può denotare ansia anticipatoria dell’adulto e non solo apprensione),ma lui/lei recepisce che non è abbastanza grande per fare la cosa che sta chiedendo.
Errori comunicativi - Esempio 2
Il bambino vuole prendere un barattolo con il tappo a vite che contiene i pezzi di un gioco.
“Mamma, posso prenderlo?”
“Non sei capace. Te lo prendo io”.
Ancora una volta per aiutare il bambino ci si sostituisce a lui. Sarebbe preferibile farlo provare offrendogli il nostro aiuto.
“Prova. Se vuoi ti posso aiutare” oppure “Posso aiutarti?”
Il bambino capisce che può prendere il barattolo e, nel caso in cui non riesca ad aprirlo, può contare sul vostro aiuto.
Oltre a favorire l’autostima e la fiducia verso il genitore, il bambino impara anche a chiedere e accettare aiuto senza timore di essere giudicato. È consigliato evitare frasi tipo “Te l’avevo detto che non saresti riuscito”. Pensate a queste frasi ripetute nel tempo che conseguenze possono avere.
Nel prossimo articolo vedremo come rafforzare l'autostima nei bambini con difficoltà maggiori (di linguaggio, motoria, scolastica o alto) e vedremo alcuni Fiori di Bach che possono aiutarci.
di Silvia Ancordi (alias Mathilda Stillday); pedagogista, formatrice olistica, blogger e scrittrice. Si occupa di benessere naturale, crescita personale e legge di attrazione.
Blog: www.mathildastillday.com
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