Affrontare le difficoltà dei bambini con i compagni di scuola

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A volte la relazione con i compagni di scuola può essere difficile per i bambini...

Lezioni di volo" è una rubrica periodica, qui su GenitoriChannel, in cui vi racconto cosa possiamo imparare direttamente dai nostri bambini, perché se siamo disponibili, loro ci insegnano... a volare.

Lezioni di volo a scuola

Qualche giorno fa mio figlio è tornato da scuola pallido, con il viso di chi aveva avuto a che fare con qualcosa che lo aveva sconquassato.
Alla domanda "cosa è successo, hai un faccino strano" lui ha eruttato come un vulcano. Non lava, però, ma un pianto fatto di parole rotte e tanti punti interrogativi.

Cosa era successo a scuola?
Un compagno lo aveva deriso, prendendolo in giro dicendogli che aveva dei genitori vecchi mentre i suoi, venticinquenni, erano giovani.
Ora, al di là della veridicità dell'anagrafica, resta il fatto di "come" mio figlio abbia vissuto quel momento.
E non è tutto: in aggiunta un compagno di classe "misterioso", gli aveva preso le figurine doppie mentre lui non c'era.
Alessandro mi ha guardato, "mamma perché qualcuno ha preso le mie figurine?" e "mamma, è vero che sei vecchia?"

Ecco.
Ascoltando quelle parole, guardando il suo viso segnato, il cuore si è ribellato e volevo e dovevo avere tutte le risposte giuste da dargli.
Prima di tutto l'ho guardato e ironica, "ti sembro vecchia???" forte del fatto che, a parte la mia ultima crema viso miracolosa!!, non ho mai lottato con il tempo.
Ma come spiegare a un bambino dei gesti che, lo sappiamo, non dovrebbero esserci ma ci sono? E con cui deve e dovrà relazionarsi?
Cosa mi stava insegnando mio figlio in quel momento? E cosa potevo insegnargli io per aiutarlo a crescere?
Lui mi stava mostrando la sua purezza, il suo essere sorpreso, indifeso anche, di fronte a qualcosa che non era parte del suo mondo.

Gli ho spiegato che ogni mamma e ogni papà ha la sua età e che "vecchio" non significa "qualcosa di brutto".
Gli ho detto che non si prendono le carte di nascosto a un compagno perché è qualcosa che fa soffrire. Perché per lui quelle carte erano qualcosa di prezioso. 

In quel momento tenevo tra le mani delle parole e dei gesti sentendone tutto il peso.
Forse perché li aveva tenuti in mano, prima di me, il mio bambino. E le sue manine sono più piccole delle mie. E per certe cose, è sempre troppo presto.
Ma la realtà era lì, davanti ai miei occhi.
Gli ho spiegato che capita di vedere delle cose che ci piacciono e di volerle. Allora si può chiedere, si possono fare degli scambi, si può fare un dono, si può trovare il modo giusto, per tutti, per averle.

Ci sono sempre molti modi per fare una cosa, non uno solo. Forse proprio quella è la sfida.
Lui non ha detto niente. So che si stava prendendo il suo tempo per capire ed elaborare quella piccola e grande esperienza.

 di Elisabetta Garbarini

 

crediti immagine: nd3000 su Shutterstock

Elisabetta Garbarini

Autrice, counselor professionista, mamma.

Lavora scrivendo, insegna Scrittura e Storytelling e si occupa di salute e benessere come Counselor, accompagnando le persone a essere se stesse nella propria unicità in famiglia, nel lavoro, nelle relazioni.

Riceve a Milano, nella provincia di Monza e Brianza, e via Skype.

contatti: tel 393 5181122
eli.garbarini@gmail.com
elisabettagarbarini.com

www.elisabettagarbarini.com

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Commenti  

antonella
# antonella 2024-08-27 20:47
ARTICOLO TOTALMENTE E COMPLETAMENTE FALSO!

I bambini non vanno a scuola!
Non esistono classi e non esistono compagni di classe!
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