Ciao e bentornata!
ti è mai successo di sentirti a disagio per qualcosa che qualcuno ti ha detto o per come qualcuno ha agito nei tuoi confronti?
Sì? bhe.. è successo tante volte anche a me. E ho ben stampato nella memoria i momenti in cui mi sono lasciata influenzare da quella che è stata la reazione “negativa” di qualcuno nei miei confronti.
Una parte di me però ha sempre saputo che ciò che l’altro mi stava comunicando, era il suo personale film, e stava semplicemente scegliendo di darmi un ruolo che per lui in quel momento aveva senso.
Ho sempre saputo, accanto a questo, che è sempre stata mia responsabilità scegliere di vivere quel ruolo nel suo film oppure no.
La scorsa settimana ti ho parlato dei quattro accordi toltechi, e in particolare quello che dice “fai del tuo meglio”. Oggi desidero parlarti dell’altro accordo tolteco: non prendere nulla sul personale.
Non prendere nulla sul personale
Cosa significa nella pratica questo?
Che il modo in cui sceglie l’altro di vederti e come sceglie di esprimersi nei tuoi confronti è una sua scelta. E spesso ha poco a che fare con te, bensì ha molto a che fare con il modo in cui l’altra persona vede te.
Ti faccio un esempio… durante la mia prima gravidanza, si stava già delineando chiaramente dentro di me come avrei voluto partorire e dove. Per le conoscenze che avevo appreso, il parto in casa era nelle mie condizioni di gravidanza naturale, il parto migliore che potessi scegliere.
Un giorno sono stata invitata a casa di una ragazza che viveva in una meravigliosa villa all’interno di un maneggio. Quel giorno, dopo un delizioso pranzo, ho potuto conoscere dei suoi cari amici, tra cui un medico che aveva spesso seguito dei parti in ospedale.
Non ci conoscevamo, però è venuto subito spontaneo parlare della mia gravidanza. Quando si è arrivati al momento di come immaginavo il parto il clima ha iniziato a divenire molto teso nel giro di pochissimo. E ho chiara memoria dei volti basiti delle persone attorno a me.
Sì, perché nel momento in cui ho raccontato con sicurezza e tranquillità che avrei voluto partorire in casa, certa del fatto che il mio corpo sapeva partorire e il mio bimbo nascere, il ragazzo medico ha iniziato a irrigidirsi e a esprimere con forza tutti i motivi per cui quella sarebbe stata una scelta avventata e pericolosa, a maggior ragione essendo la mia prima gravidanza.
In quel momento ho voluto “lottare” per la mia idea, affermando con forza un'altra visione. Consapevole del fatto però che, a quel tempo, l’esperto con esperienza era il medico, mentre io ero proprio agli albori. Ciononostante, ho scelto di affermare la “mia” verità del momento e di lasciar scivolare quella dell’altro, che, sono certa, dal suo punto di vista aveva assoluta dignità e legittimità.
Come ho partorito alla fine? Ti anticipo solo che non solo non ho cambiato idea ma, al contrario, la mia fiducia nella capacità della donna di partorire (e del bambino di nascere) si è rafforzata.
Se sei curiosa puoi leggere il mio racconto di parto.
La mia prima gravidanza è stata davvero una grande palestra per mantenere intatta la mia volontà, indipendentemente da quella degli altri. E questa è una straordinaria qualità che ognuna di noi può sviluppare.
Anche quando non si è più gravide di un bimbo, ma di qualsiasi altra cosa, sia essa progetto, stile di vita, nuova relazione ecc…
E allora, che cosa aspetti… pensa a una situazione che ti ha messa a disagio ultimamente per qualcosa che ti è stato detto. Bene, ora applica l'accordo tolteco “non prendere nulla sul personale” e sviluppa dentro di te la consapevolezza che quella persona ha semplicemente scelto di vedere in te quella parte, ma che quella parte non sei tu.
Più ti rendi conto che non è qualcosa di personale nei tuoi confronti, più starai meglio e vivrai con serenità anche quelle relazioni un pò più “complicate”.
Un grande abbraccio e a presto!
Simona Vanetti
Immagine: Young woman... on Shuttesrtock.com