Non ne sapevo molto, ma quando l'ho proposto ai bambini erano tutti festosi ed entusiasti. Così, dopo la scuola, ci siamo avviati alla Metropolitana, questa cosa da sola per loro valeva già tutta la giornata... in Metrò il primo gioco irrinunciabile è stare in piedi e tenere l'equilibrio senza reggersi, poi roteare intorno ai pali, scorrazzare su e giù, leggere i nomi di tutte le fermate non beccando un accento e storpiando il possibile, eccitandosi tanto che sudavano e quindi mi hanno riempita di giacconi, sciarpe, cappelli, buste, giochini... insomma, quando arriviamo a Milano io sono già esausta e loro già appagati!
In Imaginarium (un bellissimo negozio di giocattoli) per loro era come entrare nel paese dei balocchi, il mantra lo conoscete: "Mamma guarda questo! Lo compriamo???? Dai mammaaaa" ... "Guarda quest'altro! Io voglio quest'altro!" e così alla fine, ovviamente, non siamo usciti a mani vuote!
Lì ci attendeva Tonicio Pennello, un signore che era a metà tra un pittore e un clown, Spagnolo e con un Italiano molto stentato, ma tanto ai bambini parlava con la simpatia. Tonicio, utilizzando una serie di divertenti "falsi d'autore" ha fatto fare ai bambini un viaggio nella pittura da Goya a Leonardo, Picasso, Andy Warhole...
La mia sorpresa è stata notare l'attenzione e l'immobilità con cui Giada Lien (3 anni), la più piccola, si è goduta tutta la lezione.
Il mezzo clown, mezzo pittore Tonicio Pennello aveva l'abilità di intrecciare temi di valore umano alla storia dell'arte.
Così si inizia con Goya, un pittore neoclassico spagnolo della corte di Carlos IV, che raffigurava nei dipinti, e in modelli per la tappezzeria, la famiglia reale intenta nelle attività quotidiane. Così i bimbi hanno potuto vedere il dipinto del "Gioco della mosca cieca", nella versione fedele all'originale (a destra) e in una più divertente versione fumettosa, nella quale i bambini potevano riconoscere alcuni personaggi (la mamma, il papà, il cane di casa, i nonni gli amici e i fratellini). Questo dipinto è stato lo spunto per ragionare di quanto sia importante giocare tutti insieme e fare le cose con mamma e papà (un messaggio certo più diretto ai genitori che ai bimbi :-)).
Poi con un balzo (all'indietro nel tempo) siamo in Italia, da Leonardo da Vinci.
Ed ecco comparire un Uomo Vitruviano un po' sui generis: kiko nico, la mascotte di Imaginarium, il pupazzo con un orecchio piccolo e uno grande, con i rappezzi alle braccia, ma sempre con il sorriso... certamente non un esempio di armonia e proporzioni del corpo, che Leonardo illustrava con l'uomo vitruviano, ma un buon esempio del fatto che non è l'apparire perfetti che ci garantisce la simpatia e un cuore felice. Tonicio Pennello ha raccontato ai bambini che Leonardo era un uomo del Rinascimento, anzi, un genio, e che si ispirava ai classici.
L'uomo vitruviano e proprio basato sullo studio delle proporzioni di Vitruvio, un architetto di epoca romanica. Chi sapeva che con l'uomo vitruviano Leonardo ci mostra come la lunghezza delle nostre braccia aperte è pari alla sua altezza?....
Monna Lisa, La Gioconda, il sorriso più famoso del mondo, si chiama così perchè la modella del pittore (la Signora Lisa!) era la moglie del Signor Giocondo... immaginatevi le risate dei bambini a immaginare come si sarebbero chiamate le loro mamme seguendo la stessa logica: Monna Rossa, la mamma di Marco Rossi, Monna Porta, la mamma di Alice Porto, e così via...
un bel modo per consentire ai bimbi di ricordarsi delle piccole grandi curiosità.
Poi Van Gogh... il pittore che si tagliò l'orecchio, che dipingeva a pennellate nelle sue varie opere colorate ed intense in cui i bambini, alla scoperta del suo stile, hanno potuto apprezzare la differenza tra la realtà e la rappresentazione tipica dei posti impressionisti. Anzichè dipingere con fedeltà, questi riportano un modo loro, più personale di riprodurre colori, luci e definitezza di ciò che li circonda. Come nel caso di Starry Night, La notte stellata, dove il cielo della notte da nero diventa di mille sfumature di blu e le stelle, da puntini di luce bianca diventano piccoli soli gialli.
Quindi Picasso: “Quando ero un bambino disegnavo come Michelangelo, ho impiegato tutta la vita a liberarmi per imparare a disegnare come un bambino” e l'arrivo del cubismo, con i disegni che si scompongono in forme geometriche e ad una visione insieme semplice e complessa della realtà... Picasso diceva di dipingere ciò che sentiva, non ciò che vedeva.
Che divertimento per i bimbi vedere lo stile di picasso applicato al pupazzetto kiko nico.
Per finire la Pop Art, con i due artisti contemporanei Roy Linchtenstein che fece assurgere ad opera d'arte il fumetto, che usava la tecnica dei puntini e delle righe, come nella stampa dei vecchi fumetti, e Andy Warhole, con le sue lattine di zuppa Campbell (le lattine di pomodoro, secondo i bimbi!) che rendeva arte la realtà quotidiana (l'originale a destra).
Una giornata intensa, che ci ha lasciati tutti pieni e soddisfatti, e quanto è stato divertente sentire le bizzarre risposte dei bambini alle domande di arte di Tonicio Pennello.
Imaginarium ha organizzato un altro laboratorio giovedi' 24 novembre 2011 a via Dante, questa volta è un laboratorio di cucina gratuito, si può partecipare prenotandosi: 0272021890. Per chi viene ci vediamo lì, chissà cosa esce fuori questa volta!
di Barbara Siliquini
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