Non so se bambini così ci siano sempre stati e ora sono più visibili perchè dietro a loro c'e' un "mercato" del farmaco appena sviluppatosi, ma mi viene da ritenere che siano bambini del nostro tempo che hanno il compito di portarci a riflettere sullo stile di vita che conduciamo nei paesi occidentali: dove abbiamo perso la cultura del contatto, il contatto con la natura, il gusto e l'abitudine a stare all'aperto e a svolgere attività fisiche e manuali.
In difesa di questi bambini difficili da gestire e in aiuto ai loro genitori per i quali spesso la vita non è facile c'è l'associazione “GIU’ LE MANI DAI BAMBINI” che, in collaborazione con alcuni esperti ha creato una lista di suggerimenti su come rapportarsi ad un bambino iperattivo.
31 facili regole pratiche per la gestione in classe ed a casa di bambini iperattivi e ADHD
La lista che segue è frutto dell’armonizzazione a cura dello staff di Giù le mani dai bambini e di due noti riferimenti per specialisti, "La sindrome di Pierino: il controllo dell'iperattività", del dott. Daniele Fedeli, docente di Psicopatologia Clinica dell'Università di Udine, "How to operate an ADHD clinic or subspecialty practice", di M. Gordon - GSI Pubblications e “Che cosa ti avevo detto?”, di D. Donovan e D. McIntyre.
Si tratta di 31 facili regole pratiche per la gestione in classe ed a casa di bimbi irrequieti e disattenti …
1) AIUTAMI A FOCALIZZARE L’ATTENZIONE SU DI TE...
Considera il mio “modo” di entrare in contatto con l’ambiente: ho bisogno di movimento, gesti e mani alzate!
2) …E ASSICURATI CHE TI STIA ASCOLTANDO
Quando svolgo un attività che mi richiede molta concentrazione,come giocare con i videogiochi, mi capita di rispondere in modo automatico e impulsivo.
Quanti disguidi nascono! Basta un piccolo gesto per richiamare la mia attenzione!
3) ATTENZIONE AI SIGNIFICATI CONVENZIONALI
Io recepisco quello che dici alle lettera e in modo logico.
Espressioni come: “Non ti sai comportare come si deve?”, “Le vuoi prendere?”, “Che cosa ti ho appena detto?”,“La smetti?” Non ottengono il risultato da te sperato perché io le interpreto con un’altra modalità.
Molti di questi sono ordini di fare esattamente il contrario di ciò che tu avevi in mente, come: “Dillo solo un’altra volta!” “Avanti. Tocca quel giocattolo e vedi che ti succede!”
4) SEI TROPPO COMPLICATO…
I messaggi vanno formulati in maniera molto diretta, senza “giri di parole”… sennò mi confondo!
5) DAMMI PRIMA QUELLO DI CUI HO BISOGNO
Può capitare che non mi stiate dando il necessario. Non darmi quello di cui TU hai bisogno ma vieni incontro ai MIEI bisogni fisici ed emotivi. Ho bisogno di appoggio, regole e limiti fin dalla prima età, e con continuità nel tempo.
6) PERCHE TUTTE QUESTE REGOLE?
Le regole vanno commisurate alle mie possibilità: poche regole e molto chiare. Mi devi descrivere - di volta in volta e con molta linearità - il comportamento o il risultato che ti aspetti da me.
7) PERCHE' QUANDO MI PARLI NON TI FAI SENTIRE?
Devi mostrarmi come un compito va eseguito, dandomi delle istruzioni con voce chiara.
Per me è utile ripetere le tue istruzioni, esprimendole ad alta voce, finché non avrò interiorizzato la sequenza.
8) MI DICI TROPPE COSE TUTTE ASSIEME
I messaggi vanno trasmessi uno per volta, altrimenti io li “cumulo” e poi me li dimentico!
Se tu “segmenti” i comportamenti in una sequenza operativa ("…ora prendo il libro, cerco la pagina, la leggo tutta senza interruzioni…"), per me è tutto più facile.
Se poi i compiti sono troppo lunghi o complessi… spezzettali in parti più piccole! Così mantengo la capacità d’attenzione ed il controllo sull'obiettivo da raggiungere.
9) NON L’HO DIMENTICATO… È SOLO CHE NON L’HO SENTITO LA PRIMA VOLTA!
Dammi le indicazioni un passo alla volta e chiedimi che cosa penso che tu abbia detto, e se non capisco subito… ripetimelo usando parole diverse!
10) SONO NEI GUAI, NON RIESCO A FARLO
Offrimi delle alternative alla soluzione dei problemi: aiutami ad usare una strada secondaria se la principale è bloccata.
11) …E FAMMI RITORNARE SULLE COSE CHE ABBANDONO SUBITO
A volte abbandono giochi o attività dopo pochi minuti, forse per paura di non riuscire a superare piccole difficoltà. Affrontiamo insieme quello che io abbandono facilmente.
12) HO QUASI FINITO ADESSO?
Dammi dei periodi di lavoro brevi, con obiettivi a breve termine
13) HO BISOGNO DI SAPERE COSA VIENE DOPO
Dammi un ambiente in cui ci sia una routine costante, ed avvertimi se ci saranno dei cambiamenti. Ricordati che i cambiamenti avvengono nel quotidiano, all’interno di esperienze significative e strutturate. Non servono “rivoluzioni”: è proprio dentro la routine che puoi incidere per farmi modificare il mio comportamento.
14) SE NON TI DO RETTA…E’ PERCHE’ MI ANNOIO!
Io mi stanco facilmente, mi annoio, e peggioro nettamente in situazioni poco motivanti. Stabilire una “routine”, gestendo senza sorprese le varie fasi della giornata non significa “appiattire i contenuti” della giornata stessa!
15) MI REGALI UN PAUSA?
In effetti, nessuno meglio di me sa come mi sento io. Quindi, se in extremis ti chiedo un momento di pausa per guardarmi attorno e mettermi in comunicazione con l’ambiente che mi circonda, stabiliamolo assieme, ma non me lo negare…
16) SE HO FATTO BENE DIMMELO SUBITO
Dammi un feedback “nutriente” ed immediato su quello che sto facendo e ricordami (e ricordati!) delle mie qualità, specialmente nelle giornate negative.
17) SE FACCIO BENE DAMMI UN PREMIO!
Se mi gratifichi o mi fai pagare un simbolico “prezzo” per i miei comportamenti, mi incentivi ad autocorreggermi! (gli adulti lo chiamano “autocontrollo cognitivo”)
18) È SEMPRE TUTTO SBAGLIATO?
Premiami anche solo per un successo parziale, non solo per la perfezione.
19) FAMMI CAPIRE CHI HA SBAGLIATO
Molto spesso usi espressioni impersonali che non mi permettono di capire che ho sbagliato, come ad esempio: “E’ stata una settimana orrenda!” “E’ stata una festa di compleanno da scordare!” Indicami dove ho sbagliato, e chi ha sbagliato!
Generalizzando i fatti, innesti un meccanismo di de-responsabilizzazione che non mi porta alcun frutto. Ho bisogno di indicazioni precise!
20) NON MI PUNIRE DURAMENTE SE FACCIO QUALCOSA CHE NON VA BENE PER TE…
Riconsidera il Tuo modo di punirmi. Non mi devi ferire ma riportarmi al comportamento corretto il più rapidamente possibile. Quando disturbo o mi oppongo, le punizioni dure servono a poco: così avviamo un’escalation senza fine!
21) …E SE SEI TROPPO ARRABBIATO, NON MI SGRIDARE!
La rabbia non mi rende più obbediente! Quando sei molto arrabbiato io concentro la mia attenzione sui Tuoi sentimenti negativi e vivo un ulteriore esperienza negativa. Difficilmente mi servirà a qualcosa quella sgridata.
22) DISORDINE CHIAMA DISORDINE
Certo che se l’ambiente nel quale mi fai lavorare mi distrae di per se… possiamo eliminare tutte queste distrazioni? Per esempio, quando si fanno i compiti, fammi tenere sul tavolo solo ciò che è realmente indispensabile…
23) CONDIVIDI CON ME
Stiamo insieme a parlare, ad ascoltarmi, a giocare e a disegnare è fondamentale per poter sviluppare la mia attenzione vigile insieme a tanti benefici per la mia crescita.
24) NON SAPEVO CHE NON ERO AL MIO POSTO
Ricordami di “ascoltarmi”, di ascoltare le mie emozioni, e ricordami di pensare prima di agire. Se imparo a “mettere del tempo” tra il pensiero e l’azione, farò meno disastri!
25) PREVENIRE E MEGLIO CHE REPRIMERE
Prima di portarmi in ambienti in cui posso scatenarmi con comportamenti troppo agitati (come le feste di compleanno!), ricordami come mi dovrò comportare… ed intervieni subito quando capisci che sto per perdere il controllo di me!
26) MI INSEGNI A FARMI VOLER BENE?
Dimmi cosa è adeguato per Voi adulti, come posso chiedere qualche cosa senza essere aggressivo, come posso risolvere un conflitto, come posso conversare senza interrompere sempre l'interlocutore. Se facciamo delle simulazioni io e Te, per me sarà tutto più facile quando mi capiterà veramente!
27) SE ASCOLTO VERRO’ ASCOLTATO
M’insegni anche a coltivare la capacità di ascoltare gli altri? Aiutami a capire che se non ascolto difficilmente verrò ascoltato quando ne avrò bisogno. Così imparerò a comprendere i sentimenti altrui, e quindi di riflesso – i miei.
28) OGNI AZIONE HA UNA REAZIONE
Se mi fai comprendere bene che ogni mia azione avrà poi una reazione, da parte dell’ambiente e delle persone, mi aiuterai molto. Fammi esempi a me vicini e facilmente comprensibili, anche mediante il gioco degli opposti (“se maltratto il gatto, il gatto mi graffia”, “se aiuto il cane il cane mi vorrà bene” etc.)
29) MA IO NON VALGO NULLA?
Spesso ho un basso senso di autostima e mi sento “un fallimento”: mi puoi valorizzare nei miei aspetti positivi, sostenendomi ed incoraggiandomi? Fammi percepire la Tua fiducia in me, per favore...
30) IO “SONO COME MI COMPORTO”?
Il non sono “sbagliato”. E’ pericoloso e dannoso confondermi con i miei comportamenti, perché così divento “effetto totale” di essi e non posso più intervenire per modificarli/risolverli. Ciò che c’è di “sbagliato” non sono io, ma il modo in cui mi comporto: fammi comprendere che io posso sempre decidere di far qualcosa di concreto per impegnarmi a migliorare
31) NON ARRENDERTI !
Se fin dalle prime volte non ottieni i risultati sperati non arrenderti. Si tratta di approcci semplici ma che non per questo non richiedono sforzo e tempi non brevi. Ogni mio comportamento può essere “trasformato” ma è necessaria perseveranza, pazienza, coerenza e continuità nel tempo.
Su questo tema, leggi anche il nostro articolo sul libro di Chiara Garbarino "La felicità non sta mai ferma", un libro scritto da una mamma sulla sua esperienza di vita con suo figlio Leo, un bambino ADHD.
Commenti
genitorichannel.it/.../...
Le consiglio questo nostro articolo dove vi sono i sintomi più importanti da osservare genitorichannel.it/.../... tenga comunque conto che un bambino di due anni è fisiologicament e molto curioso e attivo, e difficilmente ferma la sua attenzione per un tempo prolungato.
So per esperienza quanto possa essere faticoso per un genitore ma verso i 3 anni le cose cominciano a migliorare molto, il bambino inizia a comunicare anche con la voce e ad ascoltare e tutto diventa più facile.
ti consiglio anche questo articolo genitorichannel.it/.../...
In fondo trovi i riferimenti del Ramarro Verde e puoi contattare anche loro per consigli pratici.
Purtroppo non sempre le maestre sono preparate ad accogliere le difficoltà, ma è sicuramente utile aprire un confronto, magari coinvolgendo anche altri genitori con problemi simili, organizzando un incontro per genitori e inseganti in cui invitare qualche professionista esperto del tema o provando a chiedere nelle scuole vicine come affrontano il problema.
Mi permetto anche di dirti che l'istruzione è obbligatoria ma la scuola no, c'è anche l'opzione di un apprendimento di diverso tipo.
Vi sono molti progetti di scuole che si ispirano pedagogie differenti come le scuole Montessori o Waldorf, ci sono anche molti progetti di scuola liberaria in giro per l'Italia e si sta diffondendo l'homeschooling , il bambino cioè viene istruito senza andare a scuola (quindi a casa con i genitori, in gruppi di genitori che si organizzano o tramite educatori privati in alcune materie).
Voi avete qualche consiglio..
mi dispiace molto perché sento tutta la tua fatica e il tuo bisogno di aiutare tuo figlio.
Purtroppo le istituzioni non sono preparate ad aiutare e valorizzare i bambini iperattivi, che sicuramente hanno un alto potenziale su molti fronti e vengono frustrati da modalità che mettono in crisi loro e chi sta loro intorno.
Io mi rivolgerei allìassociazion e Giu le mani dai bambini www.giulemanidaibambini.org/
per chiedere loro sostegno.
Un caro abbraccio
bs
www.aifa.it/associazione.htm
confrontarsi con altri genitori puo' portarti verso i professionisti e le strutture piu' adatte a valorizzare tuo figlio