La medicina antroposofica è stata sviluppata da Rudolf Steiner e Ita Wegman nei primi del '900, ed è tutt'ora utilizzata con efficacia da molte persone.Abbiamo già parlato in dettaglio di Steiner e dei principi fondanti della medicina antroposofica, nell'articolo di oggi, grazie alla collaborazione con Weleda, vediamo come viene applicata nel campo della pediatria.
Pediatria antroposofica: cura della famiglia
Il pediatra ad orientamento antroposofico mira ad avere lo stesso livello di aggiornamento scientifico di tutti gli altri colleghi.
Chi s'interessa di malattie dell'infanzia ascolta la madre ed il padre e ricava da lei preziosi elementi per la cura, al di là del dato soltanto “fisico”.
In tal senso la pediatria antroposofica è in stretta connessione con la pedagogia, in quanto ogni evento della vita di un bambino, fisiologico o patologico, ha risvolti pedagogici, essendo il suo organismo costantemente aperto ad ogni sorta d'apprendimento.
Si realizza così, con i consigli pedagogico-pediatrici che i genitori chiedono, la possibilità che la pediatria antroposofica assuma soprattutto il ruolo di prevenzione.
Nella medicina antroposofica ci sono molto trattamenti “pro”, invece che “anti” (cioè antibiotici, antipiretici, antiipertensivi, antidepressivi etc. della medicina convenzionale).
Curarsi antroposoficamente significa sollecitare forze interne di guarigione. La medicina antroposofica cura anche i genitori ma solo spiegando esattamente perché. Per “cura dei genitori” non s'intende un intervento che miri a modificare un'eredità fisica sfavorevole ma integri i numerosi fattori acquisiti durante la gravidanza e dopo la nascita e non ereditati col DNA. Ciò implica un rapporto pediatra-famiglia chiaro, schietto e trasparente, e implica una certa sensibilizzazione del pediatra.
In concreto si "curano" i genitori con l'uso, nella visita e nel colloquio, di un ascolto attivo. Cura vuol dire portare vita nella coscienza del paziente, quindi ravvivare, come medico e pediatra, la consapevolezza già quasi sempre inconsciamente presente nei genitori, dei compiti da svolgere.
Il ruolo del padre e della madre nella pedagogia antroposofica
Il comportamento dei nostri genitori ci plasma in modo decisivo.
Più padre e madre sono coscienti di questo e vedono in questo un compito fondamentale della propria vita e della propria realizzazione, più l’infanzia potrà nuovamente divenire un periodo nel quale il bambino può sviluppare la fiducia nella propria esistenza e l’amore per il mondo, un momento evolutivo particolare nel quale si raccolgono forze e sicurezze per tutta la vita.
I giochi e gli spazi del bambino piccolo
Qual è il modo migliore per crescere un bambino sano e sereno?
Il bambino va collocato in ogni periodo evolutivo negli spazi adeguati al suo sviluppo. Egli viene visto come essere dotato di un corpo, anima e spirito che sta a noi formare nel migliore dei modi.
Il pavimento è il “palcoscenico dello sviluppo motorio dei neonati". Dobbiamo tener conto che otterremo di più dal bambino se il suo parlare e il suo apprendimento in genere sarà accompagnato da movimento.
Per l’ampliamento del suo vocabolario invece è bene usare poesie e canzoncine per bambini. Si avrà ancora più successo se queste saranno accompagnate da movimenti sensati.
Inoltre lasciare a loro la piena facoltà della propria fantasia e creatività è il primo passo verso la formazione del pensare del primo settennio. Ecco perchè la filosofia antroposofica di Steiner trova più utili e formativi i giocattoli imperfetti proprio perché lasciano spazio alla fantasia creativa.
Sonno e veglia del neonato
Tra le domande che vengono fatte più spesso al pediatra ci sono quelle relative ai ritmi sonno-veglia del neonato, come si pone l'antroposofia su questo tema?
Il sonno infantile è sorgente di vita, di forze formative, di benessere. Ogni bambino ha chiaramente il suo ritmo ma in genere il bambino dorme quanto basta per il suo sano sviluppo.
Quando possiamo parlare di un processo evolutivo alterato, visibile anche nel come il bambino dorme?
Da un lato, se le fasi di sonno sono chiaramente troppo brevi, dall’altro quando il risveglio è accompagnato da uno stato di spavento e pianto.
Le cause possono essere le più disparate ma va sottolineato che nella notte piccoli momenti di irrequietezza sono del tutto normali.
Per aiutare il bambino ad arrivare a ritmi di veglia-sonno fisiologici, è necessaria armonia e ritmo scandito in modo preciso.
Inoltre può essere utile non dare una cena troppo abbondante (vale anche per gli adulti) per non sovraccaricare gli organi digestivi.
Un rito della sera molto rassicurante è quello di chiudere la giornata con un dialogo. Si possono richiamare in immagine le principali esperienze della giornata, le cose belle e buone possono ricevere una lode. Una canzoncina o un pensiero chiudono questo momento di intimità con il bambino.
Per maggiori informazioni potete consultare il sito dedicato alla Medicina Antroposofica in Italia
Immagine: Male pedrician on Shutterstock