- Preferire prodotti con poco imballaggio
- Scegliere imballaggi costituiti da un solo materiale (più facilmente differenziabile)
Sulle scelte da fare al momento della spesa c'è poco da dire: la quantità di packaging si vede, ci sono confezioni di riso semplicemente sottovuoto e da almeno un Kg e confezioni con plastica e scatola in cartone esterna, magari da mezzo Kg, e così via …
Indubbiamente un passo ulteriore si può fare acquistando direttamente dai produttori, che di solito offrono i loro prodotti con il minimo di imballaggio, per lo più sacchetti di carta, riutilizzabili e infine facilmente differenziabili.
Un modo di farlo alla portata di tutti, anche di chi vive in grandi città, è partecipare ad un Gruppo di Acquisto Solidale. Basta cercare quello più vicino, chiedere di essere ammessi e … darsi da fare! Distribuendosi i compiti, con un impegno minimo, si riesce davvero a ridurre costi, scarti e trafila distributiva in modo sensibile.
Altrimenti, o in aggiunta, si può cercare l'azienda o il mercato contadino facilmente raggiungibili. Il progetto Filiera Corta Bio fornisce info su dove orientarsi a seconda della Regione di appartenenza.
Un'altra cosa a cui pensavo, sempre a proposito di imballaggio del cibo, è che un modo efficacissimo per ridurlo è semplificare lo stile alimentare e rinunciare il più possibile ai preconfezionati.
Un esempio che ci riguarda da vicino come mamme è quello di iniziare l'alimentazione complementare dei piccoli con l'autosvezzamento, fatto con cibi genuini preparati in famiglia, invece che con prodotti industriali specifici, ma per lo più inutili.
Suggeriamo quindi la lettura del rivoluzionario libro del pediatra Lucio Piermarini, "Io mi svezzo da solo" e la consultazione del forum di genitori nato apposta per sostenersi in questo percorso. In attesa magari di tornare sull'argomento, qui su GC.
Inoltre semplificare significa anche autoprodurre il più possibile, compatibilmente con le mille cose da fare che si hanno sempre in una famiglia …
Dal pane, di cui parleremo, allo yogurt, alle merende per i nostri bimbi, che possono essere fabbricate anche tutti insieme e poi mangiate … ad imballaggio zero!
E non serve rinunciare a spuntini sfiziosi: si possono perfino riprodurre alcune celebri merendine di quando eravamo piccole noi, e cruelty free! Dalla rete ci arrivano infatti le Camille Vegan. Un'idea veramente carina, già pronta in formato giusto e decisamente salutare.
- Preferire prodotti concentrati
L'impatto ridotto dei prodotti concentrati è intuitivo, bisogna solo prestare attenzione che lo siano per davvero e non sia solo una dicitura commerciale.
In generale i prodotti ecologici, ad esempio i detersivi, sono più concentrati, anche se l'investimento iniziale sembra più elevato, perché contengono meno "riempitivi" (profumazioni, inerti, acqua…). Quelli con marchio Ecolabel danno anche garanzie sul rapporto tra la quantità del prodotto contenuto ed il peso del contenitore.
A casa nostra utilizziamo sempre dosi molto ridotte per il bucato, rispetto a quelle consigliate dai produttori, migliorando in modo meccanico le prestazioni della lavatrice con le palline dosa detersivo, che si infilano nel cestello e che, facendo "sbattere" i panni durante il lavaggio, migliorano molto la resa. Per la verità vanno benissimo anche semplici palline in plastica, anche giocattolo.
Poi è molto comodo avere un prodotto in polvere che si può utilizzare diluito per tante esigenze, ad esempio l'acido citrico. Si acquista anidro in confezioni grosse e poi lo si può sciogliere in acqua ed usare come ammorbidente, come brillantante per lavastoviglie, come anticalcare per le pulizie, e perfino come risciacquo per i capelli. Potete approfondire l'uso di questo prodotto concentratissimo e versatilissimo sul sito dei Detersivi Bioallegri, che consiglio di guardare tutto perché pieno di utili consigli per rendere la gestione di casa e persona ad impatto veramente ridotto.
Anche prodotti cosmetici base come il Burro di Karitè si possono acquistare in grandi quantità, magari sfusi e da Fair Trade, e tornano poi utili per molteplici usi, durando anche molto.
Inoltre anche in in questo campo si può essere coraggiosi e sperimentare l'autoproduzione, con l'utilizzo di semplici ingredienti magari della stessa dispensa … avete mai pensato allo shampoo di lenticchie? Beh, io vi consiglio tutto il blog de La Regina del Sapone, perché è una vera miniera di idee e ricette ecologiche.
- Preferire prodotti formato famiglia
- Preferire prodotti ricaricabili e usare successivamente le ricariche (refill)
Anche in questo caso i Gruppi di Acquisto ci possono venire in aiuto. Noi ad esempio con il nostro prendiamo pacchi di pasta, riso e farina da cinque kg, ed anche detergenti per la persona da un litro. Scegliendo quelli multiuso adatti anche ai bambini, con un unico flacone si è a posto tutti quanti per un bel po'!
Ultimamente ho notato che anche alcuni siti di e - commerce o supermercati del biologico offrono prodotti di questo tipo in formato maxi.
In ogni caso perché l'impatto sia veramente basso in tutti i sensi, è comunque consigliabile confrontare la lista degli ingredienti con il database del Biodizionario, per valutare la ricaduta ambientale anche del contenuto, non solo del contenitore. Stesso discorso per i detersivi e cosmetici con refill o meglio ancora alla spina.
Ed ovviamente, più volte si riutilizza il proprio flacone, maggiore è il risparmio di rifiuti e di emissioni.
Inutile dire che il prezzo unitario di questo tipo di prodotti è decisamente inferiore a quello dei piccoli boccetti. Secondo un'indagine di Federconsumatori il risparmio facendo questo tipo di scelta potrebbe essere elevato anche per il bilancio domestico, oltre che per la discarica.
E non dimentichiamoci del più comune, utilizzato e prezioso dei prodotti "alla spina": l'acqua di rubinetto! Di cui abbiamo già parlato e che non ci stanchiamo di ricordare.
E se come impegno per la SERR ci prendessimo quello di fare una segnalazione per la campagna "Imbrocchiamola"? Così si unisce l'utile al dilettevole!
- Non abusare di prodotti usa e getta
Questo è un argomento potenzialmente infinito … come individui siamo bombardati da offerte e cultura usa e getta. Come genitori ci va ancor peggio: i bambini sembra debbano diventare efficientissime macchine produci - immondizia sin dal primo giorno di vita: pannolini, salviettine, bavette, giochini a batteria, soluzione fisiologica in flaconcini monouso e chi più ne ha più ne metta.
Eppure uscire da questo girone non è poi così difficile.
Di pannolini lavabili ed EC abbiamo già parlato e con una ricerca qui nel magazine potete trovare di tutto di più sul come e sul dove.
Per quanto riguarda i vari altri oggetti di puericultura si possono tranquillamente acquistare in materiali durevoli, anche decisamente più amici della pelle delle carte e plastiche sbiancate con cui ci vengono abitualmente proposti.
Altrimenti meglio ancora, si possono fabbricare con poca fatica, magari recuperando vecchi oggetti che abbiamo in casa e di cui non sappiamo che fare.
Ad esempio con lenzuola usate si possono fare salviette fai da te, come ci spiega nel suo blog Ecomamma.
Allo stesso modo si possono facilmente ricavare i fazzoletti da naso, non vorrete mica far fuori pacchetti su pacchetti di quelli di carta durante i raffreddori, vero ?!? Quelli di stoffa sono molto più morbidi per il naso irritato e la gestione è veramente minima.
Oppure con delle piccole pezze di flanella si possono realizzare delle confortevoli coppette assorbilatte, come nel tutorial di Agofollia, che io sono riuscita a riprodurre senza macchina da cucire, e se ci sono riuscita io ce la può fare chiunque!
Ma non dimentichiamoci delle alternative ecologiche anche a tamponi ed assorbenti femminili, anche loro molto impattanti se si considera quanti se ne utilizzano nel lungo corso della vita fertile. Assorbenti lavabili e coppetta mestruale sono due grandi alleati dell'ecologia e della salute della donna, di cui GC promette di tornare a parlare. Intanto godetevi il blog delle ecomestruazioni!
- Per fare la spesa preferire sacchetti di carta o meglio ancora di stoffa
Ormai le sporte in stoffa sono ovunque, dalla grande distribuzione fino al negozietto bio. Io cerco di tenerne sempre due o tre nello zaino, in modo da averne sempre una pronta da sfoderare. Ma, malgrado esista una Legge che vieterebbe quelle usa e getta, tuttora mi capita spesso di vederemele proporre in plastica e di faticare a rifiutare. Eppure sono un vero e proprio disastro ambientale, come già abbiamo ricordato qui, aderendo alla campagna "Porta la sporta".
E se avete paura di essere guardate con superiorità dalla commessa con già pronto il sacchettino brandizzato … cosa dite, vi sentireste a disagio anche con una meraviglia come questa (il tutorial su pulrbee.com)?
Ecco, questi erano i punti proposti dalla SERR, a cui io aggiungerei il punto
- Allungare il più possibile la vita degli oggetti
Sì perché ormai anche oggetti che non dovrebbero per niente essere usa e getta finiscono per esserlo comunque.
Dall'abbigliamento alla tecnologia, l'obsolescenza materiale e funzionale è sempre più rapida, per non parlare del velocissimo avvicendarsi delle mode, che ci vuole tutti allineati e con pantaloni e cappotti che risultano socialmente inammissibili la stagione successiva.
Le soluzioni sono infinite.
Si va dall'acquistare usato, pratica che nei mercatini mi procura sempre una grande soddisfazione perché ci trovo oggetti convenientissimi e di solito piuttosto originali, al barattare, donare (anche in modo organizzato), rattoppare fino ad usura veramente completa. C'è una sorta di censura sociale nei confronti dei vestiti con le toppe, ma io li trovo segno di civiltà e responsabilità, senza contare che si possono ottenere dei risultati anche graziosi, soprattutto con i vestiti dei bambini che spesso si danneggiano nei punti più sollecitati dal loro sacrosanto giocare.
Ma per chi è creativa si può anche andare oltre all'usura … guardate cosa fa Katia con un vecchio maglione proprio in occasione della SERR, o quanti giochi possiamo fabbricare con e per i nostri bimbi con le carte regalo di cui a breve saremo inondati …
E se vi ispira l'idea di costruire con e per i vostri bimbi giocattoli che non consumino risorse e durino di più della classica settimana del gioco in plastica, vi consiglio il libro "Giocattoli fatti dai genitori", di Natura e Cultura edizioni, da cui trarre ispirazione o veri e propri schemi realizzativi.
Anche il compostaggio è un modo di allungare il ciclo di vita: gli scarti alimenatri diventano concime nutritivo per terra e piante, ricominciando un ciclo virtuoso invece di andare a finire nelle discariche a produrre percolati e gas tossici.
Ecco, queste le idee che mi sono venute in mente e che cerco di applicare nel quotidiano.
E voi, che impegno vi prenderete? Che idee proponete? Cosa fate già nel vostro quotidiano per ridurre la quantità di rifiuti? Quali di questi temi vorreste approfonditi su Genitori Channel?
Vi aspettiamo!
E se per caso qualcuno che legge fosse convinto di non avere bisogno di prendersi impegni e fare propositi, perchè in fondo di rifiuti non ne produce poi così tanti, gli propongo lo stesso esperimento a cui si è sottoposta la famiglia del bel documentario "Garbage! Revolution starts at home".
Che non solo si è tenuta la propria immonidizia in casa per tre mesi, arrivando a rendersi ben conto di quanta nel producesse effettivamente, ma si è pure documentata sul ciclo dei propri rifiuti una volta usciti dal loro raggio visivo … istruttivo, molto istruttivo!
Godetevi il trailer e, se potete, l'intero film!
Caterina Lazzari
mamma di due, architetto, redattore, appassionata di genitorialità naturale, ambiente e dintorni
Commenti
Grazie mille per il link al mio blog! ^^