Un libro che supera finalmente la diatriba tra mangiatori di carne e vegetariani per raccontare una storia, la storia dell'industria zootecnica, un colosso dal fatturato enorme, in grado di influenzare leggi e regolamenti. Un colosso a cui noi abbiamo di fatto delegato la produzione di cibo animale e che ha come unico interesse quello di rendere gli animali maggiormente profittevoli.
L'indagine dell'autore pone davvero degli interrogativi urgenti. Un libro da leggere e da far leggere, soprattutto ai genitori perché come dice Jonathan Safran Foer in "Se niente importa":
"...niente ispira più vergogna che essere un genitore. I bambini ci mettono di fronte ai nostri paradossi e alle nostre ipocrisie, siamo nudi. Dobbiamo trovare una risposta ad ogni perchè - Perchè facciamo così? Perchè facciamo cosà - e spesso non ne abbiamo una buona. Allora diciamo soltanto: perchè sì. O raccontiamo una storia che sappiamo non essere vera. E che la tua faccia avvampi o meno, ti vergogni. La vergogna di essere genitore - una vergogna buona - è che vogliamo che i nostri figli siano più integri di come siamo noi, che abbiano risposte soddisfacenti. Mio figlio non solo mi ha indotto a pensare al genere di animale mangiante che volevo essere, ma anche a vergognarmi al punto da ripensarci." (Jonathan Safran Foer)"
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Cosa diventa l'uovo se lo lasciamo alla gallina?
Quando ho finito di leggere Se niente importa. Perché mangiamo la carne, mia figlia, incuriosita dalla copertina mi ha chiesto: "Di cosa parla questo libro?"
"Di come vengono allevati e uccisi gli animali che poi ci mangiamo". La sua espressione interrogativa richiedeva un chiarimento e così ho aggiunto
"Tu lo sai che il pollo prima di arrivare nella pentola è una gallina..."
"Ah sì? E l'uovo cosa diventerebbe?"
"Se lo lasciassimo alla gallina e ci fosse un gallo, l'uovo diventerebbe quasi sicuramente un pulcino".
Ora, diciamoci la verità, io sono un'adulta, lo sapevo anche prima che il pollo prima di arrivare nella padella è una gallina, ma non avrei mai immaginato per esempio che vengono tenuti chiusi in grossi capannoni con le luci artficiali sempre accese perchè crescano più in fretta, che nel loro mangime è necessario sommnistrare integratori e farmaci poichè altrimenti non sopravviverebbero ad una vita così innaturale, che escono da quel capannone solo una volta per fare il loro primo e ultimo viaggio della durata anche di due giorni senza acqua nè cibo, che i pulcini maschi delle galline ovaiole vengono brutalmente eliminati e molte altre cose di cui vi risparmio i particolari più raccapriccianti.
Le condizioni di vita degli animali allevati
Le condizioni di vita degli animali sono talmente disastrose che un allevatore considera normale perdere il 30% degli animali a causa di malattie o incidenti e un altro 30% nel viaggio verso i mattatoi.
Ai pesci va meglio? Beh quelli pescati fanno almeno una buona vita ma quello che mi ha lasciata stupefatta è la quantità di "prede accessorie" cioè tutti quei pesci che vengono issati insieme alle reti e poi ributtati morti in acqua: il 95% nella pesca a strascico.
Se niente importa è ciò che ripeteva la nonna di Jonathan, che rifiutò un pezzo di carne di maiale anche quando stava morendo di fame perché la sua religione lo impediva. Come a dire che se sei disposto a qualunque cosa, se non ti importa più di nulla e di nessuno tranne che di te stesso, allora hai perso la tua umanità.
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