Bimbi e natura: andiamo ad arrampicare! (con video)

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Continuiamo con la serie dedicata alla vita all'aria aperta dei nostri bimbi parlando di uno sport emozionantissimo, completo e salutare, la grande passione di Caterina e del suo  compagno, che i loro figli praticano fin da neonati: prima razzolando alla base delle rocce dove arrampicavamo mamma e papà e poi, ovviamente, chiedendo di salirle …

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"Forse parte del problema risiede nel tennis stesso o in altri sport. Proprio come esistono veicoli di comunicazione del profitto scolastico di un figlio migliori dei voti, altrettanto sono convinta esistano forme di divertimento (oltre che di allenamento e di acquisizione di competenze motorie) più idonee della partecipazione a giochi in cui si vince solo sconfiggendo qualcun altro." Alfie Kohn, "Amarli senza sé e senza ma" (ed. Leone Verde)


In questo bellissimo libro, di cui già si era parlato qui su Genitori Channel, l'autore parla in maniera molto suggestiva della necessità dei nostri figli di sentirsi amati da noi genitori a prescindere da come si comportano e da che risultati ottengono. Egli parla appunto di molti sport diffusi nella nostra società, che non aiutano questo processo di costruzione dell'autostima, proprio perché si basano sull'idea di vincitore – vinto, sul risultato ottenuto battendo qualcun altro.
L'arrampicata mi è piaciuta da quando l'ho "incontrata" perché fa parte invece delle discipline in cui il risultato lo puoi commisurare solo su te stesso, sui tuoi limiti, sugli obiettivi che vuoi raggiungere, che sono sempre strettamente personali.

Ai bambini piace da matti arrampicare. Non mi è mai capitato di vederne uno al cospetto di un bel sassone che non cercasse di salirci sopra.
Raggiungere la vetta, superare un ostacolo, vincere la propria paura, la selvatichezza del contesto … un insieme di questi fattori è ciò che rende la scalata così attraente per i piccoli.



Certo è un gioco che comporta qualche rischio, ma quando i nostri rocciatori in erba si appassionano al loro masso, la cosa migliore sarebbe evitare di porre vincoli ed incutere paure, o al contrario di stimolare forzatamente prove di coraggio. Il modo più rispettoso che ho trovato di stare loro vicino è quello di posizionarsi in modo da fare da "paracadute" in caso di necessità, osservando ed assecondando, infondendo fiducia se richiesta, e richiamando l'attenzione solo in caso di pericoli realmente difficili da scongiurare.
Questo è il lato istintivo, primordiale dell'arrampicata che i nostri figli possiedono e a cui possono dare libero sfogo facilmente, in qualunque bosco o luogo di montagna dove ci siano dei sassi interessanti e degli adulti disponibili ad assistere pronti ad intervenire. Ma questa disciplina può accompagnarli nella crescita e diventare più strutturata, se lo desiderano, cominciando a praticarla con l'attrezzatura adatta in vere e proprie palestre naturali (ossia siti rocciosi attrezzati per farsi sicurezza con la corda). Sono tante le cose che si possono imparare scalando: l'equilibrio, l'agilità, la concentrazione, il cambio di prospettiva sul mondo, ma anche un approccio rispettoso ad ambienti spesso molto belli e con elementi naturali di solito poco esplorati(formazioni geologiche particolari, sottoboschi …).

 

Per i ragazzini più grandi può essere anche importante per esercitare la responsabilità delle proprie azioni, anche nei confronti dei compagni di cordata, e per tenere esercitati forza, resistenza e flessibilità articolare.
Pensate che in Francia, l'arrampicata fa parte del programma di educazione fisica delle scuole!
I nostri figli sono stati portati in falesia con noi praticamente dalla nascita.
All'inizio io li posavo sotto un albero circondati da un cuscino e da corde e materiali vari, approfittando delle brevi dormite tra una tetta e l'altra per una rapida salita. Col tempo hanno cominciato a godersi i bei luoghi in cui si trovavano e ad interessarsi ai materiali che ci portavamo dietro (con non sempre grande gioia da parte del papà capocordata), finchè hanno chiesto di poter provare anche loro a salire con corda, rinvii, magnesite ed annessi, magari tentando pure inizialmente di farne un uso un po' … improprio.
Salire una via attrezzata è possibile con qualunque adulto che conosca le manovre e sia in grado di mettere in totale sicurezza il bambino.

Si può cominciare anche da piccoli,purchè sia un desiderio spontaneo e ci sia la possibilità di smettere e scendere quando non ci si sente più di continuare, senza pressioni. Ovviamente in luoghi facilmente accessibili, su vie semplici, adatte e protettissimi (anche con i materiali: imbrago adatto,caschetto…).
Se avete amici fidati che scalano abitualmente chiedete loro di accompagnarli e far provare i vostri figli. Di solito, se anche loro sono bimbomuniti come noi ad esempio, sono ben disposti ad organizzare delle giornate con i piccoli neofiti, ed in cambio sapere che c'è qualcuno a dare un occhio alla propria prole per potersi godere anche una sola via, ma in santa pace.
Se una volta provato si decide che piace, una bella possibilità sono i corsi organizzati apposta. L'offerta ovviamente è diversa a seconda del luogo. Di solito riguardano bimbi dai cinque anni in su. Si trovano molti corsi di qualche giorno in periodi estivi e posti particolarmente belli, e corsi più lunghi distribuiti durante l'anno, anche se questi sono quasi sempre indoor.
Se ne avete modo io consiglio assolutamente di scegliere quelli che si svolgono almeno in parte all'aperto e riservano la palestra ai periodi di tempo pessimo, o che comunque organizzano delle uscite periodiche. Questo perché arrampicando sempre al chiuso il bimbo rischia di avere una visione leggermente distorta dell'arrampicata, che in ambiente è un po' diversa, e magari scoraggiarsi e decidere di cambiare sport, quando invece magari la roccia l'avrebbe apprezzata tantissimo. Inoltre si priverebbe proprio della bellezza del contesto, dell'avvicinamento a piedi, dell'imprevedibilità e della varietà minerale, del piacere di arrivare in cima, della possibilità di intravedere fauna selvatica, e perché no, anche dell'esperienza di passare una fredda giornata invernale all'aperto a stretto contatto con la natura … in fondo è decisamente più salutare che in una palestra piena di gente!!

Vi lascio con questa bella frase di un forte scalatore degli anni '80: "L'arrampicata per i bambini deve essere un gioco, altrimenti non va bene. La mia filosofia dello sport per bambini non è praticarlo per essere forti già a questa età, è piuttosto fare qualcosa che permetta loro di scaricare un po' di energia, cosa di cui tutti i bambini hanno bisogno. L'arrampicata deve servire loro per apprendere qualche cosa della vita come controllare, capire. Interpretata e applicata con questa ottica l'arrampicata non può essere pericolosa per la crescita di mio figlio." Francois Legrand

 


Caterina Lazzari
mamma di due, architetto, redattore, appassionata di genitorialità naturale, ambiente e dintorni 



 

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