L’OMS "Organizzazione Mondiale della Sanità" ha pubblicato recentemente una dichiarazione intitolata “The prevention and elimination of disrespect and abuse during facility-based childbirth” ovvero “Prevenzione ed eliminazione della mancanza di rispetto e dell’abuso durante le nascite nelle strutture sanitarie”
E’ una dichiarazione molto importante, perché riconosce che a livello mondiale nelle strutture sanitarie vengono utilizzate pratiche non rispettose della nascita.
Trailer di "La prestazione - Sex like birth" Corto realizzato da Freedom For Birth - Rome Action Group
Quali sono le pratiche non rispettose della nascita negli ospedali secondo l'OMS
Le principali pratiche e abusi che vengono utilizzate nelle strutture sanitare durante il parto sono:
- abusi fisici
- umiliazioni profonde e abusi verbali
- procedure mediche coercitive o in assenza di consenso informato (inclusa la sterilizzazione)
- mancanza di riservatezza
- mancanza di informazioni per un consenso completamente informato
- rifiuto di terapia del dolore
- violazioni palesi della privacy
- rifiuto di ricovero nelle strutture sanitarie
- donne trascurate durante la nascita che vanno incontro alla morte o a complicazioni evitabili
- detenzione di donne e loro neonati in strutture sanitarie a causa dell’incapacità di far fronte al pagamento delle cure.
Alcune di queste pratiche sono palesemente non rispettose mentre altre, come l'umiliazione e la mancanza di riservatezza, spesso sono considerate quasi la normalità.
In particolare, adolescenti, donne non sposate, donne con basso reddito, donne di minoranze etniche, donne migranti e donne con HIV sono soggetti maggiormente a rischio di abusi e mancanza di rispetto.
Stiamo parlando di una realtà che purtroppo è molto diffusa anche in Italia dove moltissime donne durante il parto, un momento di grossa sensibilità, sono costrette a subire un'assistenza non rispettosa. Spesso, anche se di fatto il decorso di travaglio e parto è positivo, il ricordo delle umiliazioni e degli abusi è molto forte, un ricordo che le accompagnerà per tutta la vita.
I diritti della donna durante il parto, sanciti dalle Nazioni Unite
Tutto quanto sopra viola i diritti umani delle donne sanciti con più risoluzioni a livello internazionale dalle Nazioni Unite e, come sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2012, in particolare le donne in gravidanza hanno il diritto a pari dignità e ad essere libere di cercare, ricevere ed impartire informazioni, di essere libere da discriminazioni e poter godere del migliore standard ottenibile di salute fisica e mentale, inclusa la salute sessuale e riproduttiva.
Nonostante l’esistenza di abusi e mancanza di rispetto a livello mondiale sia evidente, ad oggi non esiste un consenso a livello internazionale su quali siano le contromisure da adottare per poter cambiare la situazione. Per ottenere uno standard elevato di assistenza durante la nascita, i sistemi sanitari dovrebbero essere organizzati in modo da assicurare rispetto alla donna nella sfera della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti umani. Nonostante molti Paesi si siano mossi per cercare una soluzione, in molti altri casi non sono state adottate politiche adeguate o queste non si sono tradotte in azioni specifiche.
Le azioni per aumentare il rispetto nell'assistenza al parto secondo l'OMS
L’OMS indica quindi le seguenti azioni che dovrebbero essere intraprese per risolvere questo problema:
- Aiuto massiccio da parte dei governi nella raccolta dei dati per meglio definire e misurare la mancanza di rispetto e gli abusi nelle strutture pubbliche e private a livello mondiale e per meglio comprendere come impattano queste azioni sulle esperienze e scelte delle donne in materia di salute. E’ necessario raccogliere evidenze sull’efficacia e il miglioramento che i diversi interventi danno su diversi contesti per poter dare una guida tecnica ai governi e agli operatori sanitari
- Iniziare, supportare e sostenere programmi per implementare la qualità dell’assistenza materna, focalizzandosi sull’assistenza rispettosa come componente essenziale di un’assistenza di qualità, attraverso il supporto nel cambiamento del comportamento del personale sanitario, degli ambienti ospedalieri e del sistema sanitario, in modo che tutte le donne in gravidanza possano avere accanto operatori sanitari rispettosi, competenti e premurosi. Alcuni esempi di questo possono essere la libertà della donna di essere supportata da una persona di sua fiducia che la supporti nelle sue scelte, la libertà di movimento, di mangiare e bere, di privacy, consensi informati e informazioni sui propri diritti, possibilità di poter far ricorso nel momento in cui si verificano delle violazioni a questi diritti e di aver garantito un alto standard professionale di assistenza clinica.
- Enfatizzare i diritti delle donne a ricevere un’assistenza sanitaria dignitosa e rispettosa per tutta la gravidanza e il parto, sensibilizzando e sviluppando iniziative politiche sull’importanza di una assistenza materna rispettosa e di qualità.
- Assunzione di responsabilità da parte del sistema sanitario riguardo al trattamento che le donne ricevono durante il parto: il sistema sanitario deve assicurarsi dello sviluppo e dell’implementazione di politiche chiare sui diritti umani e sugli standard etici. Il personale sanitario a tutti i livelli deve essere supportato e formato in modo che le donne in gravidanza siano trattate con empatia e dignità. Quei servizi sanitari che già forniscono un’assistenza rispettosa alla maternità, promuovono la partecipazione delle donne e delle comunità e hanno implementato processi per continuare a promuovere un’assistenza rispettosa devono essere identificati, studiati e registrati.
- Coinvolgere tutti i soggetti interessati al tema nascita, comprese le donne, per aumentare la qualità dell’assistenza ed eliminare le pratiche non rispettose e gli abusi. L’eliminazione di queste pratiche durante la nascita può essere raggiunta solo attraverso un processo che includa la partecipazione delle donne, delle comunità, degli operatori sanitari, dei coordinatori, dei formatori del personale sanitario, degli enti di formazione e certificazione, delle associazioni professionali, dei governi, degli operatori del sistema sanitario, dei ricercatori, di gruppi di cittadini ed organizzazioni internazionali. L’OMS chiede che tutti questi soggetti interessati si uniscano a lei nello sforzo di assicurare che le mancanze di rispetto e gli abusi siano sempre identificati e denunciati e che vengano attuate localmente le appropriate misure preventive e terapeutiche.
Se ritenete di avere subito una violenza ostetrica e volete ricevere aiuto e informazioni potete rivolgervi a queste due associazioni:
Freedom For Birth Rome Action Group
Human Rights in Childbirth