La mamma in questione è seguita da un'ostetrica, sarebbe felice di fare un parto a domicilio, ma non se lo può permettere, visto che questa opzione in Lombardia è contemplata solo come diritto a pagamento...
Daniela (nome di fantasia), dopo aver visitato vari ospedali della sua zona, alla fine, rattristata, ripiega sull'ospedale dove era nato il suo primo figlio e scrive una mail all'ospedale, un posto che descrive come "tutto sommato all'avanguardia per gli standard della zona (ad es. è uno dei pochi con il rooming in 24 ore su 24)"... vediamo cosa chiede e che risposta ottiene.......
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"Sono in attesa del mio secondo figlio e dovrei partorire fra poche settimane nel Vostro reparto. Per questo, vorrei sapere se è possibile avere un breve colloquio, in un giorno e in un orario da Voi stabilito, con la coordinatrice delle ostetriche o con un'altra figura da voi indicata per chiederVi alcune informazioni e per valutare la possibilità di mettere in pratica alcune richieste mie e del mio compagno.
In particolare, in assenza di situazioni di pericolo, vorremmo che il travaglio, il parto e il secondamento non subissero accelerazioni (ossitocina, episiotomia, ecc.) senza il mio consenso e che mi fosse consentito di mantenere posizioni libere.
Per quanto riguarda il bambino, vorremmo che il clampaggio e il taglio del cordone e le procedure di routine (pesata, profilassi oculare, vit. K ecc) fossero il più possibile ritardati."
Ed ecco la eloquente risposta che le giunge:
"Il Responsabile del Servizio di Ostetricia e Ginecologia la informa che nella nostra struttura non è possibile soddisfare le sue esigenze.
Distinti saluti."
Che vuol dire "non è possibile soddisfare le sue esigenze"? Non stiamo parlando di richieste bizzarre: non ha chiesto di saltare le procedure di routine, non ha negato preventivamente alcun consenso, ha chiesto di ritardare il taglio del cordone e le profilassi di un tempo di loro discrezione ("il più possibile") e di evitare procedure non strettamente necessarie o chiederne il suo consenso... CHE ESAGERATA! Pretende cose da linee guida! Ma perchè non scende sulla terra?!
Se questo è il concetto di "Parto Umanizzato" che abbiamo nel 2011 in ospedali di una delle regioni all'avanguardia del Paese per assistenza sanitaria... siamo proprio messi bene... ma purtroppo: niente di nuovo.
Commenti
Ora sono a 40+5 e sabato ho il controllo alla 41ma sett... non sono serena e questo so che non giova!
La situazione della nascita in Italia non e' certo delle migliori e non va migliorando. Ma noi donne possiamo fare la differenza, chiedendo, lottando e andando avanti serene e convinte che partorire in un ambiente sereno, rispettoso di noi e di cio' che vogliamo e' un sacrosanto diritto e quando viene violato, va detto.
Io, dopo molti mesi dal parto (prima non ero in grado) scrissi una lettera all'urp, e ai primari x dire cosa era stato penoso...
Cerca quali sono le varie opzioni che hai nella zona come ospedali, valuta la possibilita' di partorie in un centro lontano, chiedere dimissioni immediate e farti seguire dall'ostetrica nel dopo parto.
In bocca al lupo,
bs