Oggi si celebra nel mondo la giornata dedicata al parto domiciliare... Considerate che il 90% di chi nasce su questo pianeta lo fa fuori dalle mura di un ospedale, quello che a noi sembra strano è una realtà assai più diffusa della modalità che a noi sembra più “normale”.
Perché partorire in casa?
Le motivazioni di questa scelta sono molto personali. Io ho scelto di partorire in casa mia figlia perché avevo consapevolezza del fatto che il parto è un evento “fisiologico”, cioè per il quale sono istintivamente attrezzata in quanto donna, e sentivo di essere una donna sana, perché mi sono resa conto che solo a casa mia non mi sarei sentita ospite di nessuno, perché avrei avuto tutte le mie comodità, le mie cose, il mio bagno, il mio letto, perché solo in casa avrei potuto garantirmi la tranquillità e un ambiente intimo, senza estranei, senza interventi legati alle esigenze di protocollo anziché alle mie specificità.
In Italia partorire in ospedale significa avere 2 possibilità su 5 di finire in cesareo... La ragione per cui si arriva ad un cesareo è sempre una ragione “medica” (bambino grande, piccolo, sofferenza fetale, etc), il problema è che spesso si arriva al problema da risolvere con il cesareo, a causa del tipo di assistenza che viene fornita in ospedale. In questo sono i numeri a parlare chiaro: la percentuale di cesarei che l'Organizzazione Mondiale della Sanità reputa come accettabile è 10-12%, in Italia viaggiamo oltre il 40% di cesarei, percentuale che ha spiccato il volo negli ultimi 20 anni...
La mia esperienza
Ho partorito 2 volte in ospedale, due parti senza manovre ostetriche (senza episiotomia, kristeller, o altri interventi indesiderabili), due parti ottimi per gli standard ospedalieri, e una volta in casa. Per me c'è un abisso di differenza, e il parto a casa è anni luce l'esperienza più bella, protetta, sicura. Nel mio racconto emozionante di parto in casa, scoprirete che le premesse erano di una gravidanza con la toxo plasmosi...
Oggi il piu' grande sostenitore del parto in casa è mio marito, il quale ha “subito” la mia decisione di partorire in casa la nostra piccola. Ma, avendo vissuto i 3 parti, sostiene che il parto in casa sia un'esperienza straordinaria anche per i papà.
E' legale?
In Italia formalmente si può partorire dove si vuole. Dico formalmente, perché mentre il parto in ospedale è pagato dal SSN, se si decide per un parto a domicilio o in casa maternità i costi sono a carico della famiglia, salvo per alcune regioni d'Italia (Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige... e Roma, anche se sembra che ancora sia solo una possibilità teorica).
Come si fa a partorire in casa?
Per partorire in casa occorre prendere contatto con un'ostetrica o una casa maternità che si occupano di parti a domicilio. Ce ne sono molte in quasi tutte le regioni, anche se in alcune regioni è più facili.
Esiste anche un'associazione di ostetriche del parto domiciliare, anche se non tutte le ostetriche che assistono in casa vi sono iscritte, è un buon punto di partenza consultare il sito Nascere A Casa.
Si fa un percorso di 9 mesi con l'ostetrica, un percorso bellissimo, fatto non solo di rispettosi controlli di salute, ma anche di preparazione all'evento in arrivo. L'ostetrica è la persona più in grado di capire se la gravidanza procede correttamente e se c'è qualcosa che non va è la persona che ti consiglierà il medico da cui andare, non solo il tipo di medico (ginecologo, endocrinologo, etc.) ma anche proprio “la persona” o “la struttura” più adatta a te e al disturbo rilevato.
Ad esempio in gravidanza io mi ritrovai positiva alla toxoplasmosi. Le ostetriche si fecero carico di indicarmi in che struttura andare, di prenotarmi una visita, di parlare con i medici prima che io arrivassi per spiegargli che tipo di scelte stavo facendo... e, per inciso, mi portarono presso un polo universitario, dunque le mie visite furono totalmente gratuite.
Le ostetriche nel parto a domicilio sono 2 e sono persone con le quali si costruisce un rapporto di fiducia e conoscenza nel corso dei mesi.
Le ostetriche arrivano a casa quando le chiami, all'inizio del travaglio, e vengono nei giorni successivi per assicurarsi che mamma e bebè stiano bene e l'allattamento si avvii.
Entro 24 ore dalla nascita, le ostetriche mandano un neonatologo a domicilio per la visita al neonato.
E' sicuro?
Gli studi scientifici fatti per verificare se il parto in casa sia una modalità sicura hanno stabilito che i rischi di mortalità sono analoghi, mentre il parto domiciliare è sicuramente più sicuro rispetto all'assenza di interventi ostetrici superflui (episiotomia, kristeller, induzioni, ossitocina, etc.).
La sicurezza del parto in casa si raggiunge essendo seguite durante la gravidanza da professioniste capaci ed esperte. Una donna con problemi potenziali o con una gravidanza che presenta dei segnali d'allarme viene dirottata verso l'ospedale. Nel parto domiciliare l'ospedale deve essere a un massimo di 30' dal domicilio.
Esistono delle emergenze ostetriche improvvise e imprevedibili, ma sono una rarità, il decorso del parto fornisce molte indicazioni su come stanno andando le cose, e in genere c'è tutto il tempo di arrivare in ospedale se le cose non vanno.
Il parto in ospedale, a differenza di ciò che si pensa, non è affatto privo di rischi: infezioni di batteri che esistono solo in ospedale (resistenti spesso agli antibiotici), interventi inutili e dannosi, mancanza di intimità che inibisce il decorso del travaglio, errori medici, assistenza frammentata (una ostetrica su 6 partorienti)...
Chi partorisce in casa
In Italia questa opzione è scelta all'incirca dall'1-2% dei genitori.
Sono molti i VIP che hanno scelto questo tipo di parto: in Italia sono nati così i figli di Raul Bova, il figlio della cantante Giorgia, la conduttrice televisiva Ilaria D'Amico, Anna Oxa, Eleonora Brigliadori.
Tra le star internazionali hanno partorito in casa: Cindy Crawford, la top model Gisele Bundchen, Demi Moore, Maryl Streep, Pamela Anderson, la figlia di Mick Jagger, la moglie di John Travolta, Elle McPherson... per citarne solo alcune
Per saperne di più
Su GenitoriChannel c'è una sezione ad hoc per il parto in casa, inoltre vi consigliamo la seconda edizione del libro di Elisabetta Malvagna, giornalista, blogger e autrice: Il parto in casa del Leone Verde, in libreria proprio in questi giorni. Un libro dove trovate indirizzi, informazioni scientifiche, curiosità, motivazioni, racconti, risposte a dubbi e domande.
Qualcuno che osteggia
Nell'ultimo mese in Italia sono emerse alcune dichiarazioni da parte di neonatologi e ginecologi in detrazione del parto domiciliare. I detrattori sostengono che non ha senso chiudere i punti nascita sotto i 500 parti e poi parcellizzare l'assistenza con le nascite domiciliari. In realtà se non fosse troppo oneroso per il nostro sconquassato sistema economico mantenere i punti nascita sotto i 500 parti il problema della loro chiusura si sarebbe difficilmente posto.
Ma quello che fa rabbrividire, conoscendo a fondo il mondo della nascita è che questi medici parlano senza conoscere come avvene il parto domiciliare, quali siano gli studi in proposito, quali le motivazioni di chi lo sceglie, quali le professionalità di chi lo assiste. Parlare senza sapere e senza neanche avere evidenze scientifiche dalla propria parte trovo sia inaccettabile, tanto più per un medico.
di Barbara Siliquini
Presidente di PartoNaturale ONLUS