Il papà in sala parto secondo l'ostetrica

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Ormai il papà in sala parto è una normalità, ma qual è il suo ruolo?

I primi papà sono entrati in sala parto solo agli inizi degli anni '80, da quel momento gradualmente, e con non poche riserve, sempre più papà sono stati richiesti dalle loro mogli e compagne per supportarle durante il travaglio e il parto. 

Il papà in sala parto è quindi un evento abbastanza recente che porta con sè una serie di risvolti emotivi (positivi e negativi) sia nella donna che partorisce sia nell'uomo che assiste, sia nella relazione della coppia. Per anni e anni il parto è stato considerato una questione solo femminile e spesso i papà non sanno bene quale ruolo ricoprire e come comportarsi.

Abbiamo chiesto cosa ne pensa del papà in sala parto a Valeria Barchiesi, ostetrica romana di grande esperienza, fondatrice dell’Associazione Il Nido di Roma.

Valeria da anni assiste le donne in gravidanza e le accompagna durante il parto, sia in ospedale che a domicilo. Era proprio lei a fianco della bravissima cantante Giorgia, quando quest'ultima dava alla luce il suo primo bimbo a casa, proprio durante l’ultimo Festival di San Remo. 

 

Il parto per la donna è fisiologico

Secondo Valeria, la donna, durante il parto, agisce secondo uno schema biologico, istintivo, predefinito, uguale in tutta la specie umana. I meccanismi che regolano il parto sopravvivono sempre in una donna, più o meno schiacciati dai condizionamenti di vita, culturali e sociali. Ma la loro presenza è un’assicurazione: “la donna sa!”, il sapere è dentro di lei, iscritto come un codice genetico, va riportato alla luce proprio con quel lavoro di maieutica a cui si ispira Socrate (maieutica significa appunto: l'arte della levatrice).

 

Il papà in sala parto non ha un ruolo biologico

 Per l’uomo e’ un’altra cosa. L’uomo non beneficia di tutto quel sistema neuroendocrino inscritto nel codice genetico femminile.

In natura il ruolo del maschio, quasi sempre, si limita al concepimento. A volte rimane come protettore del parto ma da lontano.
Noi oggi abbiamo una struttura familiare mononucleare, composta da una coppia e dai loro figli. La mamma e il papà devono dipendere l'una dall'altro e spartirsi i compiti che prima erano suddivisi in una comunità intera. Questo è un peso molto forte da sostenere, proprio per questo oggi le coppie fanno così tanta fatica.

Una volta era la comunità di donne a supportare la mamma durante il parto, ora questo compito viene richiesto al papà.

E ogni papà in sala parto ha un suo particolare vissuto che varia molto. Il papà non ha l'istinto che lo aiuta durante il parto come succede alla mamma. All'istinto però oggi si può sopperire con molte cose, con la sensibilità individuale, con i valori, con i principi morali, con l'emotività personale, con la propra storia familiare, con il proprio contesto culturale...
Tutte queste cose possono aiutare il padre nel momento del parto ma sono poca cosa in confronto al programma biologico che spinge la donna durante il travaglio e il parto.

 

Il papà durante l'assistenza al parto è la vera sfida per l'ostetrica

Se quindi il papà non è "programmato" biologicamente per supportare la donna o anche solo assistere al parto, come possiamo aiutarlo a trovare il proprio ruolo?
Valeria confessa che la maggiore sfida per lei è proprio lì: aiutare il papà a trovare la sua dimensione. Una dimensione giusta per lui, in equilibrio nella coppia, e che getta le basi per un buon equilibrio familiare, quando bisognerà af frontare la turbolenza della nuova vita a 3.

 

Come si identifica dunque il ruolo del papà nel parto...

Il punto di partenza è molto interessante: il parto è un evento sessuale nella vita di una donna. Dunque, anche il maschio deve recuperare la "dimensione sessuale" della sua presenza, fisica o empatica, sulla scena.

Spesso nei testi si trovano indicazioni di come il papà deve essere durante il parto ma il papà non può essere un cavalier servente, in pratica gli stiamo chiedendo di ragionare come una donna. Questo carico che gli stiamo affibbiando può portare ad una tensione e sfociare in un disequilibrio. Bisogna aiutare il papà a trovare un ruolo maschile, un percorso che cammina su canali psicologici, culturali, caratteriali.

In questo senso il padre può giovare molto di un lavoro di sostegno e di informazione per capire meglio, magari con l'aiuto di immagini video.

 

 

Barbara Siliquini

Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo, donna in carriera, sono diventata una mamma allattona, spesso alternativa e innamorata del grande universo della nascita dolce, dell'alto contatto, della vita consapevole. Così è nato GenitoriChannel, per condividere con tutti: i dubbi nell'essere genitori, le scoperte, l'idea del rispetto come primo valore della genitorialità, i trucchi per vivere il quotidiano con leggerezza e con consapevolezza.

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