Michel Odent: la sacralità della nascita

Scritto da bs

Pubblichiamo il testo dell'intervento di Michel Odent, ginecologo ostetrico e ricercatore di fama mondiale e autore di 11 libri tradotti in 21 lingue.

Al congresso "Mid-atlantic conference on birth and primal health research" che si è svolto sotto l'egida dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in febbraio, alle Canarie, Michel Odent ha fatto un intervento molto interessante. 1251 partecipanti che rappresentavano 41 professioni e 35 paesi. 63 relatori e 124 autori di posters. 45 entusiastici volontari hanno reso questo convegno possibile. Preludio del convegno mid-pacific di Honolulu del 26-28 OTTOBRE 2012.

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QUESTO CONVEGNO ERA DESTINATO A UNA MIGLIORE COMPRENSIONE:

- dell'origine della capacità di partorire (non contro il cesareo)

- dell'origine della capacità di allattare (non contro il biberon)

- dell'origine di una buona salute (piuttosto che la prevenzione delle malattie)

- dell'origine della capacità di amare (piuttosto che la prevenzione della violenza)

- e così via...

La prima scomoda verità

L'Umanità deve affrontare molte “verità scomode”. Al Gore, il vertice di Copenhagen e il concetto di “economia a basse emissioni” hanno reso una di esse – il cambio climatico – di scottante attualità. Ulteriori verità scomode includono la sovrappopolazione globale, l'assottigliamento dello strato di ozono, l'inquinamento della catena alimentare marina, la crisi della biodiversità, le armi per la distruzione di massa e l'improvviso aumento dell'incidenza di alcune malattie. Noi consideriamo tutte queste scomode verità secondarie, dopo aver individuato chi è responsabile dei dilemmi attuali. L'“Homo superpredator” - il tipo di Homo che attualmente domina tutte le creature del pianeta Terra – è dotato di un’enorme potenziale aggressivo ed è senza dubbio responsabile delle numerose minacce che la nostra specie dovrà affrontare nel terzo millennio: questa è la Prima Scomoda Verità.

 

La genesi dell'homo superpredator

La questione fondamentale riguarda la genesi dei tratti principali dell'Homo superpredator. I fattori genetici sono probabilmente importanti, dato che il potenziale aggressivo del nostro parente prossimo Pan Troglodytes (lo scimpanzé comune) è ben documentato: questo cugino conosce la guerra e lo stupro; è stato osservato che l'essere umano e lo scimpanzé sono le uniche due specie che uccidono deliberatamente individui della stessa specie. Tuttavia, da un punto di vista pratico, nell'ottica di aprire la strada a un ipotetico cambio che porti a un'umanità rinnovata, capace di vivere in modo pacifico e sostenibile, dobbiamo considerare i fattori epigenetici che possono rafforzare questo carattere nell'essere umano.

  Allo scopo di investigare i fattori epigenetici, innanzitutto andiamo a ritroso fino a quel momento di svolta, quando i nostri antenati hanno iniziato ad addomesticare altri esseri viventi. In seguito, i gruppi umani adattarono la loro strategia di sopravvivenza all'agricoltura e all'allevamento degli animali. La costruzione di villaggi e città conferì una nuova dimensione al concetto di territorio. Vi erano motivi aggiuntivi per conflitti territoriali ed economici. Da questo momento in poi, la strategia di sopravvivenza dei gruppi umani si è basata sul dominio della Natura e sul dominio – o perfino l'eliminazione – di altri gruppi umani. Possiamo facilmente capire che, per migliaia di anni, i gruppi umani che ce l'hanno fatta sono stati quelli che hanno trasmesso, di generazione in generazione, credenze e rituali che amplificano il potenziale aggressivo umano. Il dominio della Natura e di altri gruppi umani implica una capacità di distruggere la vita e, dunque, influenza lo sviluppo della capacità di amare.

 Nel 2010 abbiamo alcuni indizi che riguardano i momenti in cui i fattori ambientali potrebbero influenzare lo sviluppo dei tratti principali dell'Homo superpredator. Ora che concetti come espressione dei geni, geni silenti e modulazione epigenetica sono divenuti familiari nella letteratura scientifica, stiamo imparando a porci domande nuove sulla genesi delle condizioni patologiche e dei tratti di personalità. In passato, tutto si sarebbe limitato a distinguere gli aspetti dipendenti da fattori genetici da quelli dipendenti da fattori ambientali, per poi identificare i geni coinvolti. Oggi dobbiamo pensare in termini di sincronicità (“timing”).

Una delle funzioni della Banca Dati della Ricerca in Salute Primale è quella di identificare i periodi critici per l'interazione tra geni e ambiente, riguardanti sia i tratti caratteriali che lo stato di salute. Una panoramica della Banca Dati suggerisce che, in merito alla genesi dei disturbi metabolici, i periodi critici significativi si trovano nella vita fetale, mentre il periodo attorno alla nascita sembra essere critico per la capacità di amare e il potenziale aggressivo. Di conseguenza, una ricerca nella banca dati con  parole chiave che indicano delle particolarità metaboliche (come obesità, diabete di tipo II, resistenza all'insulina o malattie coronariche) conduce a studi che hanno riscontrato dei fattori di rischio prevalentemente nella vita fetale, mentre usando parole chiave che riguardano un'alterazione della capacità di amare (incluso l'amore per se stessi) conduce a studi che hanno individuato fattori di rischio prevalentemente nel periodo perinatale. È il caso di parole chiave come criminalità, autismo, suicidio, tossicodipendenza e anoressia nervosa.

Possiamo quindi presumere che, nelle società in cui lo sviluppo del potenziale aggressivo è vitale, l'ambiente culturale può interferire efficacemente proprio mediante credenze e rituali perinatali; ed è esattamente ciò che tutte le culture hanno fatto per migliaia di anni. Hanno amplificato le difficoltà del parto; hanno minato l'istinto materno aggressivo e protettivo, separando madre e neonato; hanno ritardato l'inizio dell'allattamento. (Non occorre spiegare cosa si intende per istinto materno protettivo e aggressivo: basta immaginare la reazione aggressiva di una mamma scimpanzé, a cui si cercasse di portare via il neonato).

Servirebbero tomi interi per riportare tutti i modi tradizionali di interferire con i processi fisiologici nel periodo perinatale nelle diverse culture. Una panoramica delle credenze e dei rituali più diffusi rivela che, in particolare, le cicatrici al perineo dovute alle mutilazioni genitali rituali, diversi aspetti della socializzazione del parto, l'evoluzione del ruolo dell'ostetrica, le credenze sul colostro che sarebbe nocivo o pericoloso oppure sul contatto visivo tra madre e neonato, i rituali associati al taglio precoce del cordone, il fatto che la madre debba attendere un’autorizzazione prima di poter toccare il bambino (da parte dello sciamano, del padrino, dell'ostetrica o del padre, per esempio). L'effetto cumulato di tali credenze e rituali, così largamente diffusi, costituisce un condizionamento culturale potente; ne deriva che la donna è considerata incapace di partorire senza l'aiuto di qualcuno che la assiste, apportandole competenza ed energia, e che il neonato ha bisogno urgentemente di essere accudito da una persona diversa dalla madre.

 

Dall'Homo superpredator all'Homo ecologicus

Queste considerazioni sulla genesi delle caratteristiche principali dell'Homo superpredator acquistano un'importanza capitale per una svolta nella storia dell'umanità, ora che ci accorgiamo che la salute del pianeta e la sopravvivenza della nostra specie sono in pericolo. Stiamo imparando che vi sono limiti al dominio sulla Natura. La necessità di una maggiore unità nel villaggio planetario è sempre più si accettata. Ci possiamo chiedere come sia possibile sviluppare il rispetto per la Madre Terra, che è una delle sfaccettature dell'amore. In altri termini, comprendiamo che l'umanità, per sopravvivere, deve inventarsi strategie radicalmente nuove. Ciò implica un'evoluzione da Homo superpredator a un essere umano che potremmo chiamare Homo ecologicus.

Innanzitutto va chiarita, sommariamente, la natura dell'attuale punto di svolta nella storia dell'umanità. Mentre, per migliaia di anni, lo sviluppo del potenziale aggressivo è stato un vantaggio, per la sopravvivenza dei gruppi umani, adesso è diventato imperativo il potenziamento della capacità di amare, per la sopravvivenza della nostra specie. Se prendiamo come riferimento lo scimpanzé comune, come nostro parente prossimo, ne deduciamo che il potenziale aggressivo potrebbe essere determinato da fattori genetici. Allo stesso modo, se prendiamo come riferimento il bonobo, un altro nostro parente molto prossimo (il bonobo, o Pan Paniscus, è stato di recente distinto dallo scimpanzé comune), possiamo concludere che anche la nostra evidente capacità di amare ha una forte base genetica: l'altruismo e la compassione del bonobo è ben documentata, non è stata rilevata alcuna aggressione letale, nè allo stato selvatico nè in cattività, non è mai risultato che il maschio imponga l'accoppiamento, picchi le femmine adulte o uccida i cuccioli.

 

Un simile programma è utopico?

Nel contesto scientifico attuale, è teoricamente possibile investigare il concetto di periodo critico per lo sviluppo e pianificare un'evoluzione dell'Homo superpredator che sia compatibile con la sopravvivenza della nostra specie. Intanto, occorrono ulteriori studi scientifici sui bisogni di base della donna in travaglio da un punto di vista fisiologico. Poi, avremmo bisogno di digerire i dati scientifici ottenuti per liberarci di una lunga storia di credenze e rituali che stanno perdendo il loro vantaggio evolutivo, e per finire dovremmo abbandonare il “politically correct” (o osare andare controcorrente).

Un'importante scoperta della seconda metà del ventesimo secolo ci offre un esempio eloquente di quale potere abbiano le discipline scientifiche moderne per rovesciare aspetti ben radicati di condizionamento culturale. Ci è voluto fino agli anni '50, per scoprire che il neonato umano ha bisogno della madre! Quando ero studente di medicina in un reparto maternità, nel 1953, non ho mai sentito una madre chiedere di tenere il neonato in braccio, come se, a quel tempo, tutti “sapessero” che il neonato, di routine, ha bisogno di “cure” da parte di una terza persona. Tutto d'un colpo vennero pubblicati articoli di studi randomizzati e controllati sugli effetti del contatto pelle a pelle immediatamente dopo la nascita. Questi studi si ispiravano al concetto di periodo critico per l'attaccamento madr e-neonato, introdotto da etologi che studiavano mammiferi non umani. Allo stesso tempo, venne avviata una nuova generazione di ricerche, riguardanti gli effetti comportamentali della fluttuazione di ormoni nel periodo perinatale. Apparve un maggior numero di ricerche sulla composizione del colostro, sull'espressione precoce del “rooting reflex” e sulla capacità del neonato di trovare il seno nella prima ora dopo la nascita. Da un punto di vista immunologico, abbiamo appreso che le IgG (Immunoglobuline G) attraversano facilmente la placenta umana, così i microbi familiari alla madre sono già familiari anche al neonato, ancora privo di germi. Questo fatto, da un punto di vista batteriologico, porta alla conclusione che – idealmente – i germi trasmessi dalla madre dovrebbero essere i primi a colonizzare il corpo del bambino. Si può affermare che i bisogni di base del neonato umano siano stati scoperti nel ventesimo secolo grazie al rapido sviluppo di svariate discipline scientifiche.

Dato che tali importanti scoperte scientifiche sui bisogni di base del neonato sono state possibili, possiamo spingerci ad affermare che, adesso, la scoperta dei bisogni di base della donna in travaglio non è più utopica – nonostante presenti difficoltà simili. Siamo in grado di prevedere che studi molto dettagliati, ispirati a un concetto fisiologico come l'antagonismo tra catecolamine e ossitocina oppure l'inibizione neocorticale, apriranno fruttuose strade alla ricerca. Ci attendiamo un maggior numero di studi sul modo in cui i fattori ambientali influenzano il rilascio di ossitocina – l'ormone “timido”.

Siamo in grado di prevedere che il passo difficile sarà “digerire” le conoscenze scientifiche e renderle accettabili a livello culturale. I possibili ostacoli sono già emersi con evidenza nel caso dei bisogni di base del neonato. L'accettazione intellettuale del fatto che il neonato ha bisogno della madre, ha avuto alcune visibili implicazioni pratiche: per esempio, ha reso familiare il “rooming-in” (tenere il neonato nella camera d’ospedale accanto alla madre) e, in seguito, il Kangaroo Mother Care (metodo canguro o marsupioterapia). Tuttavia, i dati scientifici non sono stati facilmente accettati su di un piano culturale. Mentre gli scienziati osservavano l'interazione tra madre e neonato, la cultura “traduceva” i risultati, affermando che “il neonato ha immediatamente bisogno dei suoi genitori”. Improvvisamente, si impose la dottrina della partecipazione del padre al parto, come se l'interazione indisturbata tra madre e neonato, senza alcuna interferenza culturale, non fosse accettabile. In questo modo, siamo passati da una generazione di operatori della nascita, che non aveva idea di cosa potesse essere l'interazione tra madre e neonato, a un'altra generazione di operatori, abituata a un nuovo aspetto della socializzazione della nascita e che non ha idea di come il parto può essere, quando non c'è nessuno accanto alla donna in travaglio ad eccezione di un'ostetrica esperta, silenziosa e dal profilo basso.

Simili ostacoli, probabilmente, ritarderanno la comprensione chiara dei bisogni di base della donna in travaglio. Gli effetti condizionanti di migliaia di anni di parto socializzato sono stati rafforzati, negli ultimi due decenni, dall'accumularsi di messaggi visivi. Si è assistito a una vera e propria epidemia di video del cosiddetto parto “naturale”. Il potere di questi messaggi visivi è enorme, in termini di condizionamento culturale. Nella maggior parte dei casi, si mostra la donna in travaglio attorniata da due o tre persone (incluso un uomo) che la osservano (e, naturalmente, c'è anche la telecamera). Questo tipo di parto viene presentato come “naturale”, perché avviene a casa, o perché la madre è carponi, o ancora perché è immersa nell'acqua. Ma l'ambiente è innaturale. Il messaggio trasmesso da queste potenti immagini, assieme al vocabolario corrente, è il seguente: “non puoi partorire senza la partecipazione di persone che ti apportano competenza (guida, istruzioni, ecc.) oppure energia (sostegno, ecc). Siamo in grado di andare oltre un condizionamento culturale forte a tal punto?

 

Il divario tra conoscenze e consapevolezza

In un periodo in cui la ricerca scientifica si sta sviluppando a una velocità mai vista, ogni domanda correlata alla sopravvivenza della nostra specie induce domande sulla capacità umana di digerire le conoscenze scientifiche. In altre parole, sta diventando più cruciale che mai addentrarsi in quel costante divario tra conoscenze e consapevolezza.

Le conoscenze scientifiche possono indurre e stimolare una consapevolezza nuova. La scoperta che il neonato ha bisogno della madre è un esempio tipico di quei dati scientifici che possono essere all'origine di una consapevolezza nuova. D'altra parte, una consapevolezza nuova può precedere le conoscenze scientifiche, oppure può aiutare a valutare l'importanza dei dati scientifici. Inoltre, troppe informazioni fornite da discipline altamente specializzate possono ostacolare l'emergere di una nuova consapevolezza. Un buon esempio a questo proposito è il gran numero di ginecologhe donne che, secondo inchieste britanniche e americane, pianifica un cesareo per il proprio parto e considera l'operazione un modo ordinario di partorire. Il loro atteggiamento è comprensibile, dato che sono molto specializzate e hanno in mente soltanto i risultati degli innumerevoli studi randomizzati controllati che suggeriscono come, secondo i criteri usati convenzionalmente nella ricerca medica per valutare le pratiche ostetriche, il cesareo sia un'opzione facile e sicura. Altre donne, che non sono influenzate dallo stesso tipo di informazioni, hanno raggiunto un grado di consapevolezza maggiore e considerano la via addominale inaccettabile, come prima opzione. La consapevolezza può essere indotta da una conoscenza intuitiva (un “sapere”), che precede gli effetti dei dati scientifici.

 

L'importanza di essere bilingui

Dappertutto nel mondo esistono nuclei di persone all'avanguardia, che hanno la particolare capacità di raggiungere una consapevolezza nuova prima degli altri. È loro dovere essere d'aiuto nel dare avvio e nel diffondere una nuova consapevolezza. Fintanto che cercano di trasmettere unicamente la loro conoscenza intuitiva – fintanto che parlano solo il “linguaggio del cuore” – sono inefficaci. Per essere influenti, devono dare un'impostazione razionale al loro “buon sentire”. Devono allenarsi a diventare “bilingui” – vale a dire, imparare a integrare il “linguaggio del cuore”, la trasmissione della conoscenza intuitiva, con il linguaggio scientifico. È diventato facile mettere assieme questi due linguaggi.

Allo scopo di illustrare la necessità di essere “bilingui”, prediamo ad esempio coloro che considerano il cesareo il modo preferibile di partorire. Come aiutarli a raggiungere un altro livello di consapevolezza? Nel contesto scientifico attuale, è facile spiegare che tutti i mammiferi, inclusi i mammiferi umani, per la nascita dei piccoli e della placenta sono destinati a rilasciare un “cocktail di ormoni dell'amore”. È anche facile ricordare che, fino a poco tempo fa, nonostante le interferenze culturali, una donna poteva partorire soltanto affidandosi al rilascio di quel flusso ormonale. Senza dover presentare ampie statistiche, possiamo facilmente prevedere che, a livello planetario, il numero di donne che danno alla luce il bambino e la placenta grazie al rilascio di un flusso ormonale naturale si sta avvicinando allo zero. Molte donne che partoriscono ancora per via vaginale necessitano infatti di sostituti farmacologici, che bloccano il rilascio degli ormoni naturali senza però presentare identici effetti comportamentali. È un modo semplice per spiegare che la storia della nascita si trova a un punto di svolta; è un modo semplice per suggerire che gli ormoni dell'amore stanno diventando inutili nel periodo critico attorno alla nascita; è un modo semplice per porsi domande in termini di civiltà; è un modo semplice per chiarire quali dovrebbero essere gli obiettivi. L'obiettivo non dovrebbe essere quello di eliminare il cesareo, che è una magnifica operazione di soccorso. L'obiettivo dovrebbe essere quello di creare le condizioni affinché il maggior numero possibile di donne partoriscano il bambino e la placenta grazie al rilascio degli ormoni naturali. Questo obiettivo diventerà realistico soltanto il giorno in cui i bisogni di base della donna in travaglio saranno ben compresi.

Indipendentemente dalla loro formazione, tutti coloro che si rendono di come l'altamente intelligente Homo superpredator è stato capace di rendere gli ormoni dell'amore inutili, si chiederanno cosa succederà alla nostra civiltà, se le prossime generazioni continueranno nella stessa direzione.

Infatti, il linguaggio scientifico ci aiuta a renderci conto e a spiegare razionalmente la necessità di raggiungere una dimensione collettiva. Perciò non possiamo fare riferimento a modelli animali. Tra i mammiferi non-umani, quando si disturba il processo della nascita, gli effetti sono spettacolari e immediati a livello individuale: in generale, la madre non si interessa al neonato. Tra gli esseri umani, sono necessari studi a lungo termine coinvolgenti enormi numeri per individuare effetti significanti. Diventa evidente quando si esplora la Banca Dati della Ricerca in Salute Primale. Per esempio, è stato necessario uno studio effettuato sull'intera popolazione femminile svedese nata nel corso di dieci anni per dimostrare che il parto con forcipe o con ventosa è statisticamente significativo per lo sviluppo dell'anoressia nervosa più tardi nella vita; allo stesso modo, è stata necessaria la valutazione di più di 50.000 soggetti maschi nati a Gerusalemme nel corso di otto anni per dimostrare che il quoziente di intelligenza medio era significativamente più alto in chi era nato con il forcipe o con la ventosa. Abbiamo urgentemente bisogno di sviluppare quella branca dell'epidemiologia chiamata Ricerca in Salute Primale, per allenarci ad ampliare il nostro orizzonte, in vista del necessario passaggio verso l'Homo ecologicus. È possibile modificare, deliberatamente e coscientemente, i tratti dominanti dell'Homo superpredator grazie a un processo di modulazione epigenetica? Possiamo sognare una simile tappa nella storia dell'umanità!

Michel Odent

 

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Commenti  

gekina73
# gekina73 2010-04-27 08:05
mai letto tante corbellerie infilate una dietro l'altra.
Il messianesimo di Odent mi disgusta
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ulisse
# ulisse 2010-04-27 09:20
...il mondo e' bello perche' e' vario!
Come al solito trovo Michel Odent geniale.
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cri
# cri 2010-04-27 11:18
personalmente ho ascoltato diverse volte odent parlare durante seminari e convegni.trovo sia un'uomo saggio, che andrebbe ascoltato e da cui si dovrebbe prendere spunto per cercare di dare un futuro migliore a questo folle mondo...tutti ne siamo responsabili!
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giunone
# giunone 2010-04-27 15:16
Citazione gekina73:
mai letto tante corbellerie infilate una dietro l'altra.
Il messianesimo di Odent mi disgusta


:cry:
Finchè le donne stesse rifiuteranno di vedere come ci sono state sottratte le naturali capacità e competenze a dare alla luce i nostri figli, con le conseguenze che si vedono ogni giorno (quantomeno in sala parto), avremo battaglia perennemente persa...nei confronti di chi vuole la delega del nostro parto...sia essa sotto forma della tanto ostentata scienza, della bufala della "sicurezza" e della tragedia della medicalizzazione.
Purtroppo ci sono troppo poche persone come Odent.
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Samantha
# Samantha 2010-04-27 19:33
Avere l'opportunità di leggere e apprendere una tale lezione di civiltà è cosa grande e quanto mai necessaria.
La verità è che l'Umanità è persa, lontana dalla Natura, dalla Vita, dal Sapere. Per quanto tecnologico possa essere il "progresso", continuiamo a essere soggetti alle Leggi della Natura, quando si nasce, quando si muore. La Verità è semplice come il ciclo naturale. E' triste dover nascere e morire senza dignità. In quel momento siamo vicini al Mistero. Impossibile non capire la potenza di questi eventi in termini di civiltà.
Samantha
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Sandra
# Sandra 2010-04-28 06:16
Purtroppo ci sono troppe persone che seguono Odent fin quando fa loro comodo! E' inutile che si osteggi l'epidurale perchè medicalizza il parto, se poi, quando sei in ospedale, la maggiorparte delle ostetriche ti lasciano sola durante il travaglio e non si fanno scrupoli a tagliarti, strizzarti e maltrattarti!
Se vogliono seguire Odent, che lo facciano con tutti i crismi, seguendo veramente le donne, sostenendole ed appoggiandole durante tutto il travaglio, non abbandonandole in balìa degli eventi! Quando si pratica un'arte importante come quella ostetrica, ci vuole COERENZA!
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Skywalker
# Skywalker 2010-04-28 07:06
Odent e' un pioniere. E ha anche l'abitudine di parlare sulla base di studi scientifici e dati dimostrati. Poi ovviamente, come tutti i pionieri ha i suoi detrattori che preferiscono una cultura che viola e snatura la nascita.
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giunone
# giunone 2010-04-28 07:33
Citazione Sandra:
Purtroppo ci sono troppe persone che seguono Odent fin quando fa loro comodo! E' inutile che si osteggi l'epidurale perchè medicalizza il parto, se poi, quando sei in ospedale, la maggiorparte delle ostetriche ti lasciano sola durante il travaglio e non si fanno scrupoli a tagliarti, strizzarti e maltrattarti!


Ma proprio per questo l'epidurale non fa che legittimare il macello...vento sa, episiotomia, posizione obbligata, monitoraggio obbligato...sen za epidurale, almeno, l'alternativa rispettosa è possibile..con NO.
Se già negli H massacrano i parti senza anestesia, figuriamoci CON. Allora mettiamo la toppa, anestestizziamo il dolore, ma tagliamo e strizziamo, tanto la signora X non sente nulla (per il momento, poi...)
Bella soluzione!
non sono queste le vie per ritrovare la strada persa, non è questa la via per ritrovare il vero significato della nascita...Odent andrebbe studiato nelle scuole...
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Sandra
# Sandra 2010-04-28 07:50
Citazione giunone:

Se già negli H massacrano i parti senza anestesia, figuriamoci CON. Allora mettiamo la toppa, anestestizziamo il dolore, ma tagliamo e strizziamo, tanto la signora X non sente nulla (per il momento, poi...)
Bella soluzione!

Sarà bella la tua di soluzione: guarda che NON tutti i parti riescono naturali, ce ne sono alcuni che necessitano di interventi medici per davvero. Cosa facciamo con quelli, lasciamo che le donne se li godano così, in tutta la loro pienezza?
E dimmi un'altra cosa, nel frattempo che tutte le ostetriche e i medici si mettono d'accordo se Odent abbia ragione o no, cosa facciamo di tutte quelle donne che continuano a subire episiotomie/kri steller/ventose senza epidurale? Le immoliamo in nome di una rivoluzione copernicana che nelle sale parto, ahimè, non avverrà MAI?
Continua...
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Sandra
# Sandra 2010-04-28 07:52
Ma secondo te, non sarebbe possibile rendere l'assistenza al parto il più umana possibile e contemporaneame nte concedere l'epidurale a chi la richiede?
Epidurale + umanizzazione del parto è davvero un'equazione impossibile? Per quali motivi?
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gekina73
# gekina73 2010-04-28 10:25
Trovo il discorso delel competenze ridicolo.
Le donne del 2010 possono e devono usufruire dei progressi della medicina. Nessuno delega il parto a nessuno.

Odent è quello che ha scritto "la donna in intimità e con umiltà deve accettare i suo stato di mammifera".

perchè signor odent? Ma scherziamo?
Trovatemi un movimento di maschi che lotta contro il viagra perchè mette in pericolo le competenze maschili.

La maternità e la procreazione non è solo saper partorire senza aiutini. E' qualcosa di molto più complesso e soggettivo.

Odent a me pare più che saggio, esaltato. Parla di parto e amore come di fenomeni fisiologici quantificabili e misurabili come eventi fisici.
Uno scientismo che rifiuto. Dolore, amore, maternità sono fenomeni complessi che investono tutto di uan persona.
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Luna
# Luna 2010-04-28 11:49
Ottimo il discorso umanizzazione, empatia, fisiologia del parto. Ma quais sempre rimane sulla carta negli ospedali. Troppo estremista l'argomento medicalizzazion e , in quanto andrebbero fatte le opportune analisi in modo equilibrato ed obiettivo. Assolutamente personali e senza alcun riferimento scientifico valido le sue affermazioni sull'epidurale che si possono leggere in molti suoi scritti.
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ulisse
# ulisse 2010-04-28 16:19
Premesso che l'epidurale è indispensabile in molte nazioni dove ormai un parto e' diventata un'esperienza splatter, piena di violazioni, violenze e incompetenza. E quindi meglio essere violentate in anestesia, non ho dubbi.

Ma cosa accadrà quando tra 5 o 10 anni, dopo che avremo un buon numero di bambini nati con epidurale, e saranno passati gia' diversi anni e sarà possibile analizzare le conseguenze di questo atto. Se le conseguenze fossero significative,c ome ipotizza odent, con i suoi discorsi sull'ossitocina ... anni fa si utilizzavano gli oppiacei in travaglio e sono stati messi in relazione a propensione a sostanze stupefacenti. Anni fa si facevano anche le rx ai feti in pancia, poi hanno scoperto che aumenta terribilmente il rischio di leucemie.... a me questo fa molta paura.
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Luna
# Luna 2010-04-28 16:39
@ Ulisse
Quello che sostiene Odent sull'epidurale non ha alcun fondamento scientifico serio, se non la sua personalissima idea. Sua e di altri guru del parto naturale che spacciano le loro idee come "scientifiche".
Anche l'uso degli oppiacei in travaglio ed una possibile correlazione con il futuro uso ed abuso di droghe non trova alcun fondamento. Ma sicuramente l'oppiaceo somministrato per via endovenosa in travaglio può essere dannoso per mamma e bimbo.
Non condivido assolutamente la tua affermazione "meglio essere violentate in anestesia" . Innanzitutto non è un'anestesia, ma un'analgesia. sono due cose diverse. Inoltre la condotta ostetrica di un parto naturale deve essere la stessa di un parto in epidurale. Invece spesso è gravemente carente o inopportuna sia in un modo che nell'altro! A causa sia delle ostetriche che dei ginecologi! E in secondo luogo delle donne che non alzano la testa e non dicono con forza e talvolta con altri mezzi BASTA!
luna
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ulisse
# ulisse 2010-04-28 21:09
Citazione Luna:
@ Ulisse
Inoltre la condotta ostetrica di un parto naturale deve essere la stessa di un parto in epidurale. Invece spesso è gravemente carente o inopportuna sia in un modo che nell'altro!


e' proprio cio' che intendo... e' gravemente carente nella maggior parte dei casi, epidurale o no.
Per me l'epidurale e' l'anelgesia necessaria dato lo stato pessimo in cui versa il parto. Se cosi' non fosse, per me sarebbe solo dannosa. E quanto davvero sia dannosa non lo sappiamo neppure, possiamo solo immaginarlo.
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Luna
# Luna 2010-04-29 12:59
Ulisse, mi dispiace, ma con l'immaginazione non vai da nessuna parte. Oppure vai verso lidi sbagliati. E la medicina non si può basare sull'immaginazi one, tantomeno la disciplina anestesiologica .
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giorgia
# giorgia 2010-05-10 18:58
certo e' che se si continua a fare del terrorismo psicologico gratuito sulle donne, queste non troveranno mai il coraggio di affrontare da sole il parto cosi' come il Creatore le ha predisposte a farei!! La donna si e' arresa, xche' non la si e' seguita nel giusto modo!!!! assecondare le paure non e' la soluzione... dire ad una donna pensiamo noi a tutto, tu basta che ti presenti puntuale non va bene! Il senso di inadeguatezza che vive, viene favorito come fosse la manna dal cielo: epidurali, anestesisti, 4 ostetriche, 6 ginecologi, 8 puericultrici, 7 parenti, 3 psicologi, un counselor, la mestra del nido, la nutrizionista e mettiamoci pure il camera man e la tata ... propongo a questo punto in sala parto un bel torneo di burraco a 4 tavoli...visto che ci siamo invitiamo anche i portantini!!!!! !!!!!
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Lucia
# Lucia 2010-05-21 08:59
Ma no Giorgia, perchè non facciamo come ha fatto l'ostetrica con me, che mi ha lasciata in travaglio per quattro ore completamente da sola? E' più divertente, c'è il gusto del rischio! Il bambino riuscirà a sopravvivere? La madre subirà dei danni? Ah, ma se il figlio crepa non ha importanza, l'importante è non violare IL PARTO!
Bello così! Naturale come Odent comanda!
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Barbara Motolese
# Barbara Motolese 2010-05-23 10:15
@lucia il fatto che ci debba essere intimità durante il parto non significa che la donna deve essere necessariamente sola se non è lei stessa a desiderarlo, inoltre immagino che tu fossi in ospedale e quindi in un posto abbastanza sconosciuto.
Parto naturale significa parto rispettato, la maggior parte dei parti si possono definire vaginali ma di naturale non hanno nulla.
Se sei stata lasciata sola quando il tup desiderio era avere vicino un'ostetrica significa che non sei stata rispettata!
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Lucia
# Lucia 2010-05-24 10:46
Eh no, Barbara! Leggi bene il messaggio di Giorgia:secondo lei, se mi avessero assistito come volevo io (e cioè con epidurale, ancestesista, due ostetriche e un ginecologo), non avrebbero rispettato un mio desiderio, ma avrebbero assecondato le mie paure.
Allora mettiamoci d'accordo: dove inizia il volere della donna e dove inizia il volere di chi assiste?
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gemma
# gemma 2010-06-19 21:01
ma perché invece di lottare per l'epidurale come se fosse LA soluzione, le donne non cominciano a lottare perché i loro diritti (parto assistito da chi vogliono, quanto vogliono, senza eccessivi interventismi e terrorismi, ma con le giuste informazioni e, se proprio si vuole, epidurale compresa)? è possibile raggiungere un equilibrio tra tutto questo, Odent non impone a nessuna donna di partorire da sola nella foresta perché i mammiferi fanno così! lui è preoccupato che continuando a intervenire tanto massicciamente nel delicato meccanismo della nascita si alterino definitivamente delle caratteristiche umane, come la capacità di rilasciare l'ormone "dell'amore" spontaneamente. .. :cry:
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luna
# luna 2010-07-03 12:59
Odent e company nei loro libri non fanno riferimento mai ad articoli scientifici validi; non dicono che esistono dei travagli e parti distocici oltre a quelli fisiologici; non dicono mai che i travagli distocici - lunghissimi - difficili mettono a durissima prova la donna che si trova ad affronatre dolori ancora + intensi di quelli che già normalmente si provano. Non dicono mai che in questo ultimi casi gli equilibri ormonali e delle sostanze endogene si alterano anche gravemente determinando situazioni dannose per la mamma ed il suo bambino. Non parlano mai dei traumi legati al parto che trascinano la donna un un vortice depressivo devastante. Non dicono che la medicalizzazion e va distinta tra quella necessaria e quella inutile e dannosa. Non dicono che le ostetriche dovrebbero agire in sala parto come figure di assistenza ostetrica /sostegno empatico mettendosi a fianco e non al centro della scena autoproclamando si prime ed uniche attrici,sovrast ando la donna e mortificandola. ..ecc
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Barbara Siliquini
# Barbara Siliquini 2010-07-06 09:15
Citazione luna:
Odent e company nei loro libri non fanno riferimento mai ad articoli scientifici validi; non dicono che esistono dei travagli e parti distocici


Luna, io ho seguito Odent in molti suoi seminari, e posso dirti che tacciarlo di essere uno scienziato pressappochista e che non riconosce il merito alla moderna scienza e tecnologia di salvare le vite umane, anche durante il parto, non e' una cosa che gli appartiene.

Lui racconta, nei libri, cose che difficilmente trovi, riguardo alla fisiologia. Di racconti splatter e di situazioni border line ne trovi finchè ne vuoi in rete o nei testi di medicina, ma NON SONO LA NORMA, e tu, da medico, lo sai bene. Cio' che oggi ci propone la stessa tv fa diventare la norma una donna che partorisce in pericolo e in balia dei medici.
Nella conferenza di Las Palmas Odent ha invitato a parlare Micheal Stark, che e' un chirurgo e che pratica cesarei, e ha illustrato per filo e per segno come eseguire correttamente un cesareo, cio' è un indizio del fatto che odent, da medico, ha chiaro il valore degli interventi che salvano la vita. La sua missione e' quella di ricordare che quella non e' la norma.
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luna
# luna 2010-07-06 16:01
@ Barbara
citami le fonti letterarie serie e valide da cui prende spunto nelle sue affermazioni riguardo la donna, il neonato, il parto. Non mi sto riferendo alla fisiologia, ma tutta la coreografia dell'evento parto/autostima materna/snso di onnipotenza/cap acità o meco di essere mamma/o mammifera/ , ecc ecc.
Inoltre mi chiedo quando lui considera nelle sue citazioni anche quei travagli che purtroppo per dinamica o meccanica nulla hanno di fisiologico e che determinano nella donna una condizioni di distress ormonale che talvolta può rasentare o può sfociare in una situazione francamente patologica. A causa delle sostenze "naturali" , come lui le chiama. Per non parlare dei traumi legati al parto....
Non ha obiettività.L'e vento parto è troppo multisfaccettat o per essere discusso su un solo binario, come fa lui. La realtà è lontana anni luce... perchè non esistono solo i bellissimi parti e le donne che si auto-osannano per aver superato il dolore
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luna
# luna 2010-07-09 20:54
Barbara...sono in attesa di avere una tua risposta alla mia domanda. Mi chiedo se mai l'avrò. Finora mai avuta da nessuno. Naturalmente. Ma spero ancora..
QUALI SONO GLI ARTICOLI DI LETTERATURA CHE SOSTENGONO CHE IL DOLORE DEL PARTO E' NECESSARIO PER AUMENTARE L'AUTOSTIMA DELLA DONNA, PER FARLA DIVENTARE UNA VERA MAMMA, PER REGALARLE UNA RELAZIONE MAMMA-FIGLIO VERA E CONSOLIDATA, PER EVITARE DISTURBI PSICOLOGICI DA MANCATO DISTACCO COL BAMBINO, PER FAVORIRE L'ALLATTAMENTO, ECC? Cosa che al contrario con il taglio cesareo, ì'epidurale , ...e magari io aggiungo anche L'ADOZIONE (salvo l'allattamento in qs caso...) NON si ha?
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luna
# luna 2010-07-12 12:16
barbara, purtroppo, e ovviamente il silenzio ....peccato. Ma vale + delle parole.
Grazie
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Barbara Siliquini
# Barbara Siliquini 2010-07-13 09:34
Luna, scusa l'intempestivit à, non mi è stato possibile risponderti prima, la risposta è lunga e la sto postando sul blog, perché qui sarebbe impossibile.
Se riesco a finirla oggi, se no domani, la troverai qui:
genitorichannel.it/.../...
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Barbara Siliquini
# Barbara Siliquini 2010-07-14 18:46
Ecco Luna, trovi qui la mia risposta
genitorichannel.it/.../...
a presto,
bs
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luna
# luna 2010-07-14 22:08
Barbara grazie, ho visto. Appena ho tempo (in questo periodo assai poco davvero), leggo tutto e ti rispondo.
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