Più parti negli ospedali che nelle cliniche private, più parti domiciliari in Trentino
L'88% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, l'11% in strutture private o convenzionate, queste in particolare presenti a sud.
I parti a domicilio o in altri luoghi sono lo 0,2%, la regione dove si partorisce di più a domicilio o in luoghi diversi dagli ospedali è il Trentino con lo 0,7% dei parti extraospedalieri, segue l'Emilia Romagna con lo 0,4%.
Il 67% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Parliamo di 210 ospedali in Italia che rappresentano quasi il 40% dei punti nascita totali. Il 9% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.
Aumentano lievemente i nati da madri straniere
Nel 2008 il 17% delle nascite avviene da madri straniere. Tale fenomeno è più diffuso al centro nord (c.a 20%). Le provenienze più rappresentative, sono quella dell'Africa (27%) e dell'Unione Europea (25%), poi Asiatica (18%) e Sud Americana (9%).
Le italiane partoriscono più tardi delle straniere
L'età media della madre è di 32 anni per le italiane e 29 anni per le cittadine straniere.
Scolarità medio-alta per il 45% delle mamme
Il 20% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (45,6%).
Il 60% delle donne che hanno partorito nel 2008 lavora
60% delle madri ha un'occupazione lavorativa, il 32% sono casalinghe e il 6% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.
Il 15% delle gravidanze finisce in aborto spontaneo
Nelle donne tra i 30 e i 40 anni il 15% delle gravidanze termina con un aborto spontaneo, la percentuale scende a 9% nella fascia di età 20-30 e sale al 23% nella fascia 50-60.
Nella quasi totalità dei parti il padre assiste alla nascita
Nel caso di parti vaginali, nel 92% dei casi la donna ha accanto a sé il padre del bambino, nei restanti casi un familiare o una persona di fiducia.
Solo il 60% dei parti avviene in modo "naturale"
Si conferma il ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica. In media nel 2008 il 38% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica.
Si registra un'elevata propensione all'uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate con un 61% contro il 35% negli ospedali pubblici.
Il parto cesareo è più frequente nelle donne italiane (40%) rispetto alle donne straniere (28%).
Il travaglio risulta indotto nel 17% dei casi.
Troppi gli esami durante la gravidanza, prima visita più precoce per le donne italiane con scolarità medio-alta
Nell'85% delle gravidanze si fanno più di 4 visite ostetriche e nel 73% delle gravidanze più di 3 ecografie.
La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12° settimana è pari al 4% mentre sale al 16% per le straniere.
Si sottopongono alla prima visita oltre la 12° settimana l'8% delle donne con scolarità medio-bassa e il 3% di quelle con scolarità medio-alta.
In media vengono fatte 15 le amniocentesi ogni 100 parti, nelle donne con più di 40 anni quasi la metà effettua amniocentesi.
L'1,14% delle madri ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita
Sono 6.227 le nascite originate da procreazione medicalmente assistita (PMA), in media 1,14 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata è la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell'utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).
Il 93% dei bambini nati pesa più di 2.500 grammi
L'1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6% tra 1.500 e 2.500 grammi.
I bambini nati morti corrispondono al 2,79 ogni mille nati (media europea 2,89 per mille)
Sono stati rilevati 1.543 nati morti corrispondenti ad un tasso di natimortalità, pari a 2,79 nati morti ogni 1.000 nati (media europea 2,89 per mille), e 4.517 nati con malformazioni. L'indicazione della causa è presente rispettivamente solo nel 18,9% dei casi di natimortalità e nel 53% di nati con malformazioni.
Fonte: Rapporto CEDAP 2008