Situazione nascite in Italia: troppi cesarei e medicalizzazione

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Il Ministero dell Salute rende noto il VII Rapporto sull'evento nascita in Italia, riguardante l'analisi dei dati rilevati dall'analisi del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP). Si tratta della più ricca fonte a livello nazionale su questo tema, sia per dati di carattere sanitario che sociologico.
La rilevazione (nel 2010 è disponibile l'analisi del 2008) copre un totale di 551 punti nascita che rappresentano quasi il 97% delle nascite ospedaliere. Ecco la sintesi più significativa dei risultati.

 

Più parti negli ospedali che nelle cliniche private, più parti domiciliari in Trentino
L'88% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, l'11% in strutture private o convenzionate, queste in particolare presenti a sud.
I parti a domicilio o in altri luoghi sono lo 0,2%, la regione dove si partorisce di più a domicilio o in luoghi diversi dagli ospedali è il Trentino con lo 0,7% dei parti extraospedalieri, segue l'Emilia Romagna con lo 0,4%. 
Il 67% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui. Parliamo di 210 ospedali in Italia che rappresentano quasi il 40% dei punti nascita totali. Il 9% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.

Aumentano lievemente i nati da madri straniere
Nel 2008 il 17% delle nascite avviene da madri straniere. Tale fenomeno è più diffuso al centro nord (c.a 20%). Le provenienze più rappresentative, sono quella dell'Africa (27%) e dell'Unione Europea (25%), poi Asiatica (18%) e Sud Americana (9%).

Le italiane partoriscono più tardi delle straniere
L'età media della madre è di 32 anni per le italiane e 29 anni per le cittadine straniere.

Scolarità medio-alta per il 45% delle mamme
Il 20% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (45,6%).

Il 60% delle donne che hanno partorito nel 2008 lavora
60% delle madri ha un'occupazione lavorativa, il 32% sono casalinghe e il 6% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.

Il 15% delle gravidanze finisce in aborto spontaneo
Nelle donne tra i 30 e i 40 anni il 15% delle gravidanze termina con un aborto spontaneo, la percentuale scende a 9% nella fascia di età 20-30 e sale al 23% nella fascia 50-60.

Nella quasi totalità dei parti il padre assiste alla nascita
Nel caso di parti vaginali, nel 92% dei casi la donna ha accanto a sé il padre del bambino, nei restanti casi un familiare o una persona di fiducia.

Solo il 60% dei parti avviene in modo "naturale"
Si conferma il ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica. In media nel 2008 il 38% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che comunque evidenziano che in Italia vi è un ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica.
Si registra un'elevata propensione all'uso del taglio cesareo nelle case di cura accreditate con un 61% contro il 35% negli ospedali pubblici.
Il parto cesareo è più frequente nelle donne italiane (40%) rispetto alle donne straniere (28%).
Il travaglio risulta indotto nel 17% dei casi.

Troppi gli esami durante la gravidanza, prima visita più precoce per le donne italiane con scolarità medio-alta
Nell'85% delle gravidanze si fanno più di 4 visite ostetriche e nel 73% delle gravidanze più di 3 ecografie.
La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre la 12° settimana è pari al 4% mentre  sale al 16% per le straniere.
Si sottopongono alla prima visita oltre la 12° settimana l'8% delle donne con scolarità medio-bassa e il 3% di quelle con scolarità medio-alta.
In media vengono fatte 15 le amniocentesi ogni 100 parti, nelle donne con più di 40 anni quasi la metà effettua amniocentesi.

L'1,14% delle madri ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita
Sono 6.227 le nascite originate da procreazione medicalmente assistita (PMA), in media 1,14 ogni 100 gravidanze. La tecnica più utilizzata è la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell'utero (FIVET), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).

Il 93% dei bambini nati pesa più di 2.500 grammi
L'1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6% tra 1.500 e 2.500 grammi.

I bambini nati morti corrispondono al 2,79 ogni mille nati (media europea 2,89 per mille)
Sono stati rilevati 1.543 nati morti corrispondenti ad un tasso di natimortalità, pari a 2,79 nati morti ogni 1.000 nati (media europea 2,89 per mille), e 4.517 nati con malformazioni. L'indicazione della causa è presente rispettivamente solo nel 18,9% dei casi di natimortalità e nel 53% di nati con malformazioni.

Fonte: Rapporto CEDAP 2008

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