Corredini per neonato... traumatizzarli fin da piccoli!

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Il compito più futile durante la gravidanza è quello dell'acquisto del corredino per il nuovo venuto o della stesura della “lista di nascita”, tanto di moda da qualche anno a questa parte.
Ovviamente, essendo uno dei compiti più futili è anche uno di quelli che le donne in attesa amano di più.
Io non sono una patita dello shopping, non lo sono mai stata e non lo sono nemmeno adesso, nel post-gestazione (lo giuro, non è una finzione letteraria: compro davvero poco, anche se riesco a fare comunque acquisti inutili... questo secondo me è stato scritto nel nostro DNA, magari era dentro il morso di mela di Eva, come uno dei bigliettini della fortuna nei biscotti del ristorante cinese).

Per il piccolo, però, ho fatto uno strappo. Diciamo due.

Mi sono trattenuta senza troppo sforzo fino ad un certo punto, poi la frenesia dell'acquisto si è impossessata di me, totalmente senza senso: la data prevista per il parto era ad agosto, anche se avessi lasciato l'erede nudo come un baco per tutto il giorno non avrebbe fatto differenza!

E invece sono partita: un bodyno, ma no prendiamone due che si bagnerà spesso, allora facciamo tre! Dal body ho degenerato: due tutine, tre paia di calzini, quattro bavaglini, il cappellino con la tesa per riportarlo a casa dall'ospedale (come se per entrare in casa nostra dovesse avere la divisa!) e perfino due golfini e un paio di scarpine senza suola, quelle morbide e cenciose da culla che poi potresti usare come portachiavi tanto sono piccole.

Io non ho mai amato il rosa, per cui fosse stata femmina avrei comunque virato sui famosi colori neutri verde-pistacchio e giallo-piumette-di-pulcino, ma sapendo che aspettavo un maschietto mi sono anche sbizzarrita sull'azzurro e sui toni del blu, dell'indaco, del carta da zucchero. Sì, il blu mi piace!

La cura del corredino ha comunque mostrato tutta la sua inutilità al momento in cui siamo usciti dall'ospedale e mio marito ha imbracciato l'ovetto con dentro nostro figlio come se fosse un trofeo. L'erede se ne stava raggomitolato con gli occhi scuri nascosti sotto il capello celeste con la tesa (alla fine è servito), nella sua tutina blu a righe, con due belle tartarughe sul pancino e un paio di calzini bianchi con la punta celeste come il cappello. Prima di arrivare alla soglia del reparto maternità, un'anziano signora in visita ci ha fermato con un radioso sorriso, dicendo:
“Oh!!! Complimenti!” e qui, sorrisi a pioggia e totale empatia, non fosse che poi ha aggiunto:”E' una bambina?”
Ma come? Sembra puffo brontolone tanto è azzurro e a lei sembra una bambina?
Tesoro, tranquillo, da grande penserai tu al tuo vestiario e, qualunque cosa metterai, cercherò di capirlo o magari penserò che ti ho traumatizzato io con tutto quel blu!

 

di Monia Scarpelli, autrice di “Mani di vaniglia: nascita di una mamma in 40 settimane

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