Il valore del teatro interattivo

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Cera una volta...e c’è tutt’ora la Casa delle Storie...

 

Cera una volta...e c’è tutt’ora la Casa delle Storie! Quale appassionato Teatro di Vita e Vita nel Teatro!

La Casa delle Storie illumina la mattinata della domenica di bambini e adulti, dai piccoli ai nonni, al Teatro della Luna di Milano, con la messa in gioco di fiabe (1), ri-visitate con intensa passione e cura dai “genitori” della Casa stessa, Elisabetta Milani e Giovanni Lucini: una Regina e un Re delle Storie.

Il lupo e i sette capretti

Domenica 19 gennaio 2014 “Il Lupo e i 7 caprettini” dei Fratelli Grimm ha fatto la sua apparizione nel foyer del teatro e … Magia è stata!
Magia dell’Incontro con i partecipanti che possono immedesimarsi nella fiaba diventandone protagonisti: grandi e fanciulli si travestono, diventano attori e assumono così le sembianze, esterne e interne, dei protagonisti della fiaba. Similmente, come nelle favole antiche di Esopo e di Fedro, gli animali indossano caratteri in cui è facile riconoscere l’indole umana.
Il palcoscenico accoglie tutti nella loro immediatezza e spontaneità, nella loro apertura alla nuova esperienza, allo sconosciuto, alla crescita.

Lo sviluppo dell'empatia

lupoNel teatro agisce un istinto mimetico inderogabile: quello emotivo, che obbliga ogni individuo a una “imitazione” dello stato d’animo altrui, in una consonanza empatica tra gli attori in scena e gli spettatori. Il teatro “costringe la nostra anima, di fronte alla rappresentazione di vicende felici o sventurate che coinvolgono altre persone, a viverle come se fossero esperienze ed emozioni proprie” (2). Il lavoro dell’attore, infatti, sarebbe vano se egli non potesse condividere, al di là di ogni barriera linguistica o culturale, i suoni e i movimenti del proprio corpo e della propria interiorità emotiva con gli spettatori, rendendoli parte di un evento che loro stessi contribuiscono a creare. E così genitori e figli, nonni e nipoti, famigliari e sconosciuti l’uno all’altro, si uniscono in troupe e si sciolgono nelle singole individualità, in un gioco a specchio con i reali attori che diverte e colpisce: per il tempo delle singole scene, di breve durata e intensa vividezza, si spogliano tutti del proprio ruolo e si vestono di nuovi abiti, co-creatori liberi.

Il tesoro nascosto nelle fiabe

Come disse Rudolf Steiner “quando si raccontano fiabe (…) è necessario sapere molto, ma molto di più di quanto si sia in grado di dire” (3) e infatti Elisabetta e Giovanni sono Cantastorie che sanno che nelle favole si nascondono tesori a disposizione di tutti e che, una volta svelati, vedono accrescere il loro valore. Il Re e Regina della Casa delle Storie conoscono la Magia e il mistero della Parola del Cuore, ciò che recitano e fan recitare è la loro esperienza di vita: con il candore dei bambini ci portano nella tana oscura del lupo che vuole cibarsi dei piccoli capretti, ma sono capaci anche di raccontare la verità su cosa li abbia portati nella tana stessa, infondendo divertissment e la speranza che anche dalle situazioni difficili si possa uscire con coraggio, creatività, fiducia nelle proprie risorse.
Accompagnano il pubblico, tenendolo per mano con gesto lieve, facendosi aiutare nello sviluppo dell’azione dalla Rana Bila, fil rouge - anzi, ad onor del vero, verde - che ricama, insieme al preciso testo della fiaba, nuove Parole, a puntualizzazione, riflessione e accettazione degli eventi, interventi di stupore e conferma di quanto si sta compiendo, sia nell’atrocità dell’azione

“il lupo li trovò tutti e non fece complimenti, li ingoiò uno dopo l’altro” (4)

che nella forza della Libertà ritrovata e dell’Amore

"[…] una vecchia capra che aveva sette caprettini e li amava come una mamma ama i suoi bimbi“

“[...] e con la loro mamma i capretti ballarono di gioia intorno alla fontana” (5).

Le parole che nella fiaba mamma capretta rivolge ai figli per proteggerli dal lupo - “Cari piccini, voglio andar nel bosco; guardatevi dal lupo; se vie-ne vi mangia tutti in un sol boccone. Quel furfante spesso si traveste, ma lo riconoscerete subito dalla voce roca e dalle zampe nere”(6) - non servono: per quanto si raccomandi e si dia suggerimenti, il Mostro (simbolo dei pericoli del mondo) riesce comunque nel suo piano cruento.
E qui, nella Casa delle Storie, la rana Bila, con la dolcezza del suo gracidare, crea parole nuove per mettere in guardia grandi e piccini da quei ”pesci dai lunghi baffoni o dalle squame argentate e lisce” che belli sembrano, ma bisogna saper anche riconoscere che possono far male: solo così si può trovare una via di uscita rispetto al pericolo.

Da spettatori ad attori

Nello sviluppo della storia si percepisce, vivido, lo scorrere del tempo dell’Attesa: nel momento dell’ingresso a teatro gli organizzatori consegnano agli spettatori dei “bolli” colorati, corrispondenti, ciascuno, al colore di una precisa scena nella quale i possessori dello spicchio di arcobaleno saranno parte attiva.
È magico osservare i bimbi, anche quelli ormai cresciuti e compassati in un ruolo di genitori e adulti, che trattengono il fiato ad ogni annuncio di colore.
È un incanto, alla chiamata “giusta”, guardarli correre tutti insieme, emozionati, confusi e allegramente disordinati, verso la parte buia del palcoscenico dove avverrà la vestizione per il ruolo da interpretare.
È una sorpresa rimirare come un semplice elemento scelto dal costumista possa generare una nuova identità di capretto, mamma capretta, lupo, mugnaio.
È commovente, al termine di ogni singola scena, vedere i piccoli che tornano al loro posto sul tappeto morbido e caldo - non una fredda seggiola - cercando gli occhi, le braccia avvolgenti e il bacio dei genitori quale riconoscimento per aver compiuto una grande prova.
E ancor più emozionanti sono i grandi alla ricerca dei propri cuccioli, lasciati solo per qualche attimo che sembra, però, essere durato un’eternità.
Magia dell’Incontro, magia dell’Attesa, ma anche magia dell’Insieme: le intense reazioni emotive che la fiaba produce pulsano tra il mondo dell’infanzia e quello degli adulti, fondendosi in una girandola multicolore.

Coltivare la fiducia

Attraverso i simboli metaforici ed archetipici, le fiabe, come quelle di Elisabetta e Giovanni, aiutano l’uomo a trovare il suo vero mondo, incoraggiando e sostenendo la fiducia verso la buona stella.
E così accade anche nella fiaba domenicale, dove il lupo azzanna:

“se non lo fai, ti mangio” – rivolgendosi al mugnaio – “Allora il mugnaio ebbe paura e gli imbiancò la zampa. Già, così fanno gli uomini” (7)

ma poi

“quando arrivò alla fontana e si chinò sull’acqua per bere, il peso delle pietre lo tirò giù e gli toccò miseramente affogare” (8)

I sensi, tutti, si risvegliano nella rappresentazione: i presenti scoprono di saper sentire (intense e ricercate, le musiche che accompagnano le Fiabe domenicali), ma soprattutto di saper ascoltare e riconoscere le parole vere da quelle false; di saper vedere (quel che accade sulla scena della Vita, ma anche oltre la stessa); di sentire i profumi (del bosco, del miele, del pane croccante appena sfornato che vivono la nostra favola); di saper toccare tutto gli Elementi incantati e di saper cambiare il punto di vista, così da dialogare con l’Infinito dei Mondi Possibili: tutto questo è Magia.
E se la fiaba è la storia di un viaggio, la cui meta è la conoscenza, la saggezza che conduce all’Amore, all’unione in un saldo equilibrio, allora la Casa delle Storie accompagna grandi e piccini in un Viaggio in cui “l’infinitamente piccolo” (il fanciullino) parla a un “infinitamente grande” che abita nel cuore dell’uomo, là dove è nascosto.

 

di Roberta Berno – Professional Counselor

 

1 Dal verbo francese jouer, giocare, ma anche rappresentare sul palcoscenico.
2 Cavalli Marina, Lo spettacolo nel mondo greco, Mondadori, 2008
3 Cit. in Giacconi Piera, C’era una volta. Un cantastorie in azienda, Franco Angeli, 2011
4, 5, 6, 7, 8 Jacob e Whilhelm Grimm, Fiabe, Einaudi, 2008, pagg. 21-23

 

casadellestorieI prossimi appuntamenti con la Casa delle Storie la Domenica mattino alle 11

Febbraio 2014

Domenica 2: Hansel e Gretel

Domenica 9: Il lupo e i sette capretti

Domenica 16: I tre porcellini

Domenica 23: Cappuccetto rosso

Marzo 2014

Domenica 2: Il lupo e i sette capretti

Domenica 9: Il gatto con gli stivali

Domenica 16: Cappuccetto rosso

Domenica 23: Il lupo e i sette capretti

Domenica 30: Il pifferaio magico

Aprile 2014

Domenica 6: I tre porcellini

Domenica 13: Il lupo e i sette capretti

 

 

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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