Nel primo anno di vita il bambino affronta veramente tante sfide, adesso che comincia a capire che la mamma c'è lo stesso anche quando non la vede, è pronto per esplorare il mondo. E' il momento del gattonamento, il momento in cui comincia la danza tra l'attaccamento e il distacco che continuerà per molto tempo.
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Uff uff... caspita mamma, che fatica sto facendo!
avanti e indietro, mi tiro su, mani ben salde, ginocchia puntate, e via!... no. non ancora “via”... uff... dondolo dondolo, ma ancora sono sempre fermo!
Anzi ogni tanto mi sembra di poter spiccare il volo, ma ancora c’è qualcosa che mi sfugge. Sono ad un soffio dal mio primo passo a gattoni, ma ancora non ci riesco.
provo e riprovo, ma spesso mi trovo solo a strisciare all’indietro, manco fossi un marines al contrario!
Ma io non mollo, lo sai vero?!
E’ talmente tanto forte questa voglia che ho di andare a prendere quella palla lì, che non mi rassegno certo al primo tentativo.
Devi sapere, cara mamma, che noi ragazzini di pochi mesi, siamo davvero in gamba.
Non ci arrendiamo mica al primo fallimento. Macchè.
Ci divertiamo un mondo a provare e riprovare, a fare e rifare, a sperimentare, tentare e poi, finalmente, capire! e così anche per gattonare. Sento una tale spinta interiore, una tale voglia di andare... che nulla mi fermerà!
Ricordi mamma, fino a poche settimane fa non volevo quasi nemmeno più essere lasciato a terra. volevo te e solo te, avvinghiato tra le tue braccia, osservando il mondo ma da posizione sicura.
Non ero ancora pronto mamma per fare tutti questi tentativi, tutte queste prove al di fuori del mio nido sicuro.
Ma oggi, mammina bella, oggi sono pronto!
Lasciami andare. Mettimi giù. Ho bisogno di sperimentarmi.
Ecco, ecco.. guardami mamma!
Dondolo dondolo e poi... vadooooo!!
Ce l’ho fatta!!
il mio primo passo da gattino!
Sono felice come non mai!
Tutti i miei sforzi sono serviti. Ora ho capito come devo fare.
Riprovo.
Uno, due, tre... eccomi!!! guarda come vado veloce!!!
Ora che ho capito che movimento devo fare, ora che ho preso il coraggio a due mani (e a due piedi), ora non mi ferma più nessuno!
Ora c’è solo una cosa che devo fare: esercitarmi al massimo con il mio “gattonamento”.
Ora posso andare dove voglio, devo solo imparare bene a coordinarmi, a sapere come fermarmi, come ripartire, come rallentare o accellerare, e magari anche a mettermi seduto da solo. ci vuole esercizio per fare tutta questa cosa qui.
Con tutto quello che di interessante trovo per la mia strada, poi! figurati un po’ mamma... mi fermo di continuo e continuamente riparto.
vado, gattono, trovo un oggetto, mi fermo, lo osservo, mi siedo, lo afferro, lo assaggio e me lo studio un po’, poi riparto e ri-gattono ... ancora e ancora.. all’infinito.
perchè è tanto tanto bello poter andare in giro per il mondo!
Sono in preda all’euforia della sperimentazione.
Ogni tanto, pensa un po’, ogni tanto mi capita pure di dimenticarmi di te.
O, almeno, per qualche minuto, metto alla prova la mia capacità di staccarmi un po’ dal mio caldo nido e di fare qualche metro lontano da te.
Quale grande emozione, vero mamma?!
ora lo so io e lo sai anche tu, da oggi, tutto cambia!
“Il fatto di muoversi nello spazio, come ha fatto sin da quando ha cominciato a gattonare, gli consente anche di vedere le cose da prospettive differenti. .. Il cambiamento fisico di prospettiva svolge un ruolo fondamentale per poter raffigurarsi lo stato mentale di un’altra persona rispetto al proprio” - Cambia il punto di vista geografico così come il punto di vista psicologico. (D. Stern)
di Silvia Colombini
Educatrice, Consulente in allattamento IBCLC, mamma, sito www.latte-materno.com
Bibliografia
L. Camaioni e P. Di Blasio ,Il Manuale di Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007
L.Camaioni, la prima infanzia, Il Mulino, 1996
M.Mahler, F.Pine, A. Bergman, La nascita psicologica del bambino, 1978, Bollati Boringhieri
D. Stern, Diario di un bambino, 2014 (1991), Oscar Mondadori
E. Pikler, Datemi Tempo, 1996, Red Edizioni