Per un neonato e comunque per un bambino al di sotto dei 2 anni, il gioco, l’accrescimento e la motricità vanno di pari passo. Si sovrappongono e si intrecciano. Conoscere l’evoluzione della crescita psicomotoria di un bimbo permette di interagire con lui nel modo migliore, lasciando che “giochi” a suo modo.
Il gioco nei primi due mesi di vita
Nei primi due mesi di vita, ciò che serve al piccolo, è più che altro “stabilità”.
Anche se già fuori dal ventre materno, in realtà, il neonato deve ancora completare il suo sviluppo prenatale, deve stabilizzare il proprio corpo alla vita extrauterina.
Ha bisogno quindi, soprattutto di imparare a percepire se stesso, il suo corpo, i suoi confini, le sensazioni che gli provoca il movimento, il cibo, il sonno.
Deve adattarsi. In questa fase, quindi, tutto deve essere rivolto a questo. Qualsiasi interazione tra adulto e bambino, deve avere questo scopo.
Quali attività fare con un neonato
Le attività principali, tipiche ed utili in questa prima fase, passano tutte attraverso il contatto fisico:
- Toccare il corpo del bambino mentre lo si allatta
- accarezzarlo mentre lo si veste
- massaggiarlo dopo il bagnetto
- spostarlo durante il cambio del pannolino
- fasciarlo prima della nanna
- portarlo addosso durante la passeggiata
Il neonato alla ricerca dei propri confini corporei
Tutte quelle elencate sono azioni dall’enorme importanza.
Conoscere le conseguenze di tali gesti contribuirebbe a dare loro il giusto tempo e valore.
Il contatto, declinato in tutte queste forme, aiuta a definire meglio i propri confini corporei; un bimbo portato addosso in una fascia, impara l’equilibrio, i cambi di postura, le oscillazioni del peso; un bambino che viene cambiato con lentezza, accompagnando ogni gesto con parole e sorrisi, impara ben presto a riconoscere le parti del proprio corpo e quelle della madre, impara gesti e movimenti semplicemente vivendoli ogni giorno, e soprattutto impara l’esistenza di un sè e di un altro fuori di sè.
Impara e vive, in primo luogo, una relazione.
Come giocano i bambini da 2 a 4 mesi
Questa relazione tra il secondo ed il terzo mese di vita, subisce una forte accelerazione, dovuta alla nuova competenza visiva del neonato.
A questa età il piccolino è in grado di mettere a fuoco ormai molto bene gli oggetti, e si sa, predilige spiccatamente i volti ed in particolare il volto materno e paterno che riconosce molto bene.
Il primo sorriso intenzionale rivolto alla mamma è, forse, il primo vero gioco del bambino. Giocare a sorridere, osservare e riconoscere il volto materno, è una gioia impareggiabile e sconfinata per il piccolo. Passerebbe le ore in questo stato di grazia!
Lo sviluppo della vista
Il senso della vista inizia ora ad avere la sua importanza ed il bambino sembra divertirsi al massimo nell’osservazione. In questa fase si possono quindi proporre le prime giostrine, o piccoli pupazzetti appesi vicino alla culla o al fasciatoio.
Ovviamente, si tenga conto del fatto, che queste sono solo piccole proposte di “gioco” , che possono stimolare l’interesse e la curiosità del bambino. Ma mai potranno sostituire l’intensa, infinita, meravigliosa danza di sguardi e sorrisi che regala così tante emozioni e soddisfazioni. Ed è evidente il motivo di tutto ciò. L’unico grande obiettivo di questi primissimi anni di vita è la costruzione di una relazione di attaccamento primario, base sicura e fondamento necessario, per l’intera vita futura.
Imprescindibile quindi, il continuo contatto anche visivo con il proprio “oggetto d’amore”.
Come cambia il gioco da 4 a 6 mesi di vita
Di pari passo con l’accrescimento ponderale e corporeo, raggiunta una maggiore stabilizzazione fisica e un buon adattamento alla vita extrauterina, ecco nel 4° mese di vita, fare un salto evolutivo molto significativo.
La migliore acuità visiva conduce ben presto al desiderio di afferrare, stringere e toccare gli oggetti e le persone che il bambino osserva. Da qui il prossimo passo: la coordinzaione oculo-motoria e la prensione.
Dapprima arriva la scoperta del proprio corpo, mani e piedi diventano i migliori compagni di gioco. Il piccolo “si perde” nell’osservazione delle proprie manine, e impara a conoscerle portandosele alla bocca. I piedini vengono subito dopo, E durante il cambio del pannolino è facile osservare il bambino afferrarsi i piedi e giocarci interessato.
In questa fase è utile vestire il bimbo con abiti comodissimi, leggeri, e farlo stare il più possibile a piedi nudi.
Silvia Colombini
Educatrice, Consulente in allattamento IBCLC, mamma, sito www.latte-materno.com
Immagine di Rusty Tanton da Flikr