Il bambino nei 9 mesi di gravidanza
Le discipline scientifiche hanno cominciato ad approfondire la conoscenza delle capacità emotive, sensitive e cognitive del bimbo prenatale (cioè nell'utero). Questo è potuto avvenire anche grazie all’uso di strumenti ecografici sofisticati e tramite sistemi di assistenza ospedaliera sempre più qualificati, che garantiscono la sopravvivenza (e quindi la più approfondita conoscenza) di prematuri sempre più precoci.
Il bambino prenatale è un essere umano che inizia il suo percorso di vita con i 9 mesi vissuti all’interno del corpo della mamma.
Nei primi tre mesi, nel buio dell’utero, quel desiderio - inconscio o conscio - di due esseri umani fa diventare un piccolo nucleo di cellule (che si duplicano, si specializzano e si separano a ritmi vertiginosi) un bambino reale. Questo percorso è portato a termine tramite la forza di mediatori straordinari chiamati ormoni e grazie al corpo di un essere femminile, predisposto ad accogliere e assecondare la Vita.
I tre mesi successivi (II trimestre di gravidanza) vengono utilizzati dal bambino per creare gli “strumenti” per poter vivere fuori dall'utero. Le capacitá motorie e sensoriali si affinano, con il rapidissimo sviluppo del sistema nervoso. Queste capacità permettono al bimbo di esplorare e “comprendere” il proprio corpo (si succhia il dito, stringe il proprio cordone ombelicale…) e l’ambiente in cui vive - l'utero - ma gli consentono anche interazioni efficaci con l'ambiente esterno, con la propria mamma, con il papà, con i nonni e con i fratellini.
Negli ultimi tre mesi della gravidanza il bimbo esplora e sperimenta in maniera sempre piú precisa e competente, sapendo utilizzare il ricordo di ciò che sta vivendo ed “apprendendo”: voci, suoni, tocchi, sapori, odori, luci ed emozioni.
Quindi c’è un “mondo” di informazioni prenatali che il bimbo porta con sé…
In effetti, allorquando sarà partorito e “si partorirà”, il neonato porterá con sé tutto il suo vissuto prenatale, che già predispone certe “linee-guida” in merito alla sua futura salute fisica e psichica, al suo modo di relazionarsi con l'ambiente, con i suoi genitori, con i parenti più stretti e , innanzitutto, con se stesso.
Avere una buona gravidanza, strutturare un valido periodo prenatale, consente ad ogni bambino di venire al mondo con maggiori capacitá di relazione/contatto, con una “fiducia di fondo” ( come dice Erikson ), cioè una fiducia nella Vita, che è fondamentale per una personalità sana; è quella che Michel Odent chiama la “Salute Primale”. E’ quasi intuitivo che un bimbo con un “periodo prenatale positivo” avrá più consapevolezza di sé, più autonomia, più capacità reattive ed una intelligenza più dinamica e vivace rispetto a bimbi che hanno vissuti prenatali poco armoniosi o addirittura contrastati o dolorosi.
Quali conferme dalla scienza dell'importanza della vita in utero
La Genetica, ma ancor di più l’Epigenetica ha avviato e portato a termine molti studi a riguardo.
Per spiegare la differenza che passa tra genetica ed epigenetica possiamo ricorrere alle parole dello scienziato Thomas Jenuwein (dell’Istituto Max Planck di Friburgo) che afferma : “…può essere paragonata alla differenza che passa fra leggere e scrivere un libro. Una volta scritto il libro, il testo (i geni o le informazioni memorizzate nel DNA) sarà identico in tutte le copie distribuite al pubblico. Ogni lettore potrà tuttavia interpretare la trama in modo leggermente diverso, provare emozioni diverse e attendersi sviluppi diversi man mano che affronta i vari capitoli. Analogamente, l'epigenetica permette interpretazioni diverse di un modello fisso (il libro o il codice genetico) e può dare luogo a diverse letture, a seconda delle condizioni variabili con cui il modello viene interrogato."
Si sottolinea quindi l’importanza dell’Ambiente Prenatale con l’affermazione che il bimbo con un “buon vissuto prenatale” avrá maggiori possibilitá di trasformarsi in un adulto capace di essere un fattore di mutamento positivo nel mondo; avrà ottime possibilità di essere un individuo in buona salute e con un maggiore equilibrio psichico e nelle relazioni sociali.
Ecco che diventa chiaramente comprensibile come sia basilare occuparci di questo bimbo prenatale, perché il suo "buon vissuto prenatale", la sua lettura del codice genetico, non dipende principalmente da lui, MA da tutti quelli intorno a lui: i genitori, i parenti, l’Ambiente e la Societá.
Ecco che diventa urgente e fondamentale prendere consapevolezza che amare, tenere in considerazione e aver cura del bimbo prenatale equivale ad amare, tenere in considerazione e prendersi cura del futuro dell’Umanità e del futuro del Mondo.
L'educazione prenatale - pensiamo alla gravidanza come primo momento importante
Potremmo dire che stiamo per passare dall’Educazione Perinatale all’Educazione Prenatale.
L'ISPPE è la scuola con l'obiettivo di formare il Prenatal Tutor, cioè colui che provvede ad una dettagliata informazione sulla vita fisica ed emotiva del nascituro, aiutando a dare il via alla comunicazione sensoriale (ma anche verbale) della madre e del padre con il bambino. Il tutto allo scopo di facilitare la nascita della nuova triade madre-padre-bambino e l’attaccamento dei genitori verso il proprio figlio, favorendo la rispettiva crescita individuale e la relativa consapevolezza ed autonomia.
L’ISPPE nasce nel 2000 da una costola dell’ANEP ITALIA (Associazione Nazionale Educazione Prenatale) fondata nel 1993 dallo Psicologo e Psicoterapeuta Gino Soldera; questa Scuola può vantare il contributo di docenti di fama internazionale riconosciuta e del calibro di Michel Odent , Gabriella Arrigoni Ferrari, Ludwig Janus.
Insieme con Stefano M. Dini, Responsabile del Coordinamento Didattico dell’ISPPE vediamo cosa ci prospetta questa Scuola.
Da più di 10 anni l’ISPPE, International School of Prenatal and Perinatal Education, si è assunta il compito di formare medici, ginecologi, ostetriche, pediatri, psicologi, counselor, assistenti sociali, doule, fisiatri e fisioterapisti, musicoterapeuti, insegnanti, naturopati, omeopati e quanti altri nel delicato ruolo di Prenatal Tutor®, cioè di un operatore che si assume il compito di informare, sensibilizzare, proporre e promuovere (seguendo i canoni Rogersiani dell’empatia, della congruenza e dello sguardo positivo e senza condizioni) l’Educazione Prenatale e Perinatale.
L l’ISPPE, proprio per il suo approccio scientifico ma al tempo stesso accessibile, apre i propri corsi anche a tutti i giovani e alle coppie che, al di là del conseguire il titolo di Prenatal Tutor, vogliano acquisire per se stessi le competenze, le capacità e le consapevolezze relative ad una coppia che sta anche subendo una radicale metamorfosi, sia fisica che emotiva e psicologica; e che, oltre a tutto ciò, è presente ad una graduale regressione infantile della donna, che la rende più sensibile e fragile ed anche con un gran bisogno affettivo e di protezione.
Tutte le ulteriori informazioni su:
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