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Eccomi qui a raccontare, tra la confusione, ciò che ha trasformato il mio post parto in un incubo...
Ho partorito Sophia molto velocemente e la mia vagina forse non ha avuto il tempo di distendersi adeguatamente. Il taglio è netto, molto lungo, anche in ospedale ci mettono 2 ore per suturare.
Mi sento tranquilla, ma quando finiscono mi escono dei lacrimoni incontrollabili, avevo avuto paura e ripetevo continuamente a me stessa "non voglio morire, devo crescere le mie bambine, non posso morire adesso".
L''ostetrica e mio marito mi rassicuravano molto, ma fisicamente ero molto debole per riappropriarmi della mia lucidità... c'era un'anestesista che mi ha tenuto la mano tutto il tempo, mi faceva tante domande, tra lo stupore e la curiosità, mi raccontava del suo parto, delle sue lacerazioni, è stata molto cara.
Poi il dottore cominciò col dire "ma lei di questi tempi va a partorire in casa? con un'ostetrica poi?..." e rideva.
Mi disse che mi avrebbe ricoverata e io risposi un no secco, che dovevo andare a casa dalla mia piccola; mi chiese di farla venire in ospedale, per visitarla e ricoverarla con me, io dissi di no, che Sophia aveva ancora la placenta attaccata, avevamo scelto di fare il lotus birth...
Sobbalzò e mi disse "ma lei è pazza, ma si muore col cordone non tagliato" e sparì... capii dopo che era andato a telefonare alla polizia.
Il tempo in ospedale passava, mio marito e l'ostetrica cercavano di capire cosa stesse succedendo, c'era concitazione. Mio marito, poverino davvero, ha sofferto come un cane, lui è straniero e sapeva che per era lui sotto accusa... da queste parti chi è straniero è considerato peggio di una pezza da piedi... quando hanno sentito del lotus birth la polizia pensava a riti wudu, o che vivessimo in baracche sotto ai ponti vicino all'ikea...
Il tempo passava. Cominciavo a diventare irrequieta, perchè avevo lasciato Sophia da sola, senza me, chiamavo a casa e mi tranquillizzavano: "Sophia ha sempre dormito, non piange, è calda, sta bene, stai tranquila". Ma poi arrivò una telefonata da casa... ci sono 10 polizziotti in casa nostra... mio marito e l'ostetrica corrono a casa, il quartiere era in allarme ed erano tutti fuori casa nostra, pensando al peggio per qualcuno di noi.
I poliziotti fanno mille domande, cercano di capire che persone siamo, addirittura che livello culturale abbiamo! Si accertano che la bambina respiri, ma nessuno si prende la responsabilità di cofermarlo, così chiamano il giudice per i minori, il quale invita a portarla in ospedale perchè il pediatra la vuole visitare, e se ci rifiutiamo lui aprirà un fascicolo che passerà poi agli assistenti sociali... e da lì comincerà una trafila penale.
Fanno arrivare l'ambulanza e obbligano al trasporto in ospedale, ma almeno la lasciano nella sediolina insieme alla sua placenta. Sophia non ha mai pianto, arriva in ospedale, ora è tra le mie braccia, mi sento tranquilla, entra una pediatra molto incuriosita, mi chiede scusa e mi dice "io non voglio rovinare tutto ciò che state facendo. Sento che per voi è importante, ma qui siete obbligati a tagliare il cordone", continua a chiedermi scusa... è mortificata.
Poi arriva l'ostetrica dell'ospedale e improvvisamente sophia piange, le parlo e le dico che è ora di lasciare andare la sua placenta, mi fanno firmare, tagliano e io e Sophia piangiamo insieme... credo che la visita consistesse solo nell'accertarsi che questa bambina esistesse, in realtà tutti lì in ospedale avevano avuto il sospetto che l'avessi uccisa o cose del genere, specialmente quando dissi che aveva ancora il cordone attaccato...
Intanto io sono su una barella in una stanza, ho i punti ancora sanguinanti, ma neanche un assorbente... la mia Sophia è sulla barella con me... per fortuna dormirà tutta la notte. Io sono mischiata nel sangue e nei dolori, faccio fatica a rgirarmi e per andare in bagno ci metto mezz'ora per non cadere....
Dal giorno seguente c'era un via vai di personale che mi guardava dalla porta dicendo "è lei, è lei": le infermiere, gli inservienti, quelli delle pulizie, tutti sapevano e ognuno si sentiva in diritto di dire la sua, perchè ognuno era sicuro di essere nella ragione: io ero quella che aveva rischiato, la pazza, con un pregresso cesareo... partorire in casa... la placenta sotto sale... mentre ero in bagno entrò un'infermiera per svuotare un catetere ripetendomi che avevo rischiato, che forse mi aveva obbligato mio marito che è musulmano (che cazzo c'entra mi dicevo!).
Ogni giorno un ginecologo diverso che gonfiava il suo ego ridicolizzando tutto quanto...
solo l'infermiere che mi ha seguita in sala operatoria venne a svegliarmi il giorno dopo, rassicurandomi sul fatto che le lacerazioni avvengono pure in ospedale, dicendomi di stare tranquilla, perchè sono incidenti di percorso naturalissimi, poi mi chiese della placenta e che cosa ne avrei fatto, mi raccontò della sua tesi sul taglio del funicolo e sulle preparazioni che i romani ne facevano.
Sono sempre stata sicura di me e di ciò che abbiamo fatto io e la mia bambina, ho sempre dato risposte secche a tutti, mi sono così preparata in questi mesi e soprattutto ho maturato così coscienza della necessità di nascere senza violenza, che non ho mai dato la possibilità a nessuno di sopraffarmi.
Le mie risposte erano chiare e inconfutabili, per cui i prima o poi si zittivano, soprattutto quando toccavamo l'argomento soldi-convenienza. Ma avere così tante pressioni quotidiane ti sfianca tanto, ma proprio tanto... in più quando il corpo ha cominciato a cedere...lì si che ancora una volta ho pensato di aver osato insomma un pò troppo e che forse questa era una specie di punizione.
A tutto ciò si era aggiunto il fatto che la mia famiglia, saputo della nascita, ha preso le sue distanze, nessuno è venuto a vedere la mia bambina, solo una sorella mandata in avamposto per riferire, ma si era trovata tra polizia, bimba senza mamma... immaginate che sconvolgimento!
Ma anche in questo caso il loro ego è venuto prima del miracolo della vita, si è creato un vortice intorno a questa nascita così aggrovigliato...che da una parte mi fa quasi sorridere...così tanto rumore per una nascita avvenuta poi nella grazia di Dio...ma nessuno è venuto in mente di chiedere "ma come hai partorito,è andato tutto bene?" cavolo! ma non è questo che conta? una nuova vita!
Ditemi com'è la procedura nei vostri paesi, nei vostri ospedali, perchè davvero qualcosa mi sfugge, dove ho sbagliato?
Certo qui siamo nel profondo sud, l'ospedale di Frattaminore è il primo in europa con l'80% di cesarei, la gente è chiusa, ma tutti, tutti, tutti hanno così terrore del parto, tanto da leggerlo come la cosa più pericolosa al mondo, addirittura un medico ha detto che se moriva mia figlia io passavo unguaio con la legge...una ginecologa mi ha detto "signora..ma per piacere, la placenta sotto sale, e intanto sempre in ospedale è finita. Adesso le faccio fare un emocromo, vuole vedere che ha bisogno di un'altra trasfusione! L'ospedale di Castellammare ha il 23% di bambini nati con problematiche legate al parto naturale,ma siamo impazziti"
...insomma sembravo proprio l'aliena senza cervello da abbattere. Nei giorni seguenti il primario ci ha voluto conoscere e quasi quasi ci ha chiesto scusa... ma credo più per un fatto legato a possibili denunce che potrei fare a tutto l'ospedale.
La verità è che un sistema così ben organizzato, dove si gestisce pure la pipì di un paziente, ha trovato la mia presenza un vero e proprio elemento di disturbo, da annientare sul nascere proprio. Certo è che con queste prospettive bisogna solo andare via da qui,c ome potrei pensare ad un prossimo parto nelle condizioni in cui versa questo posto!
Ho bisogno delle vostre testimonianze, sui vostri paesi, gli ospedali, non è possibile che le cose debbano andare sempre così..
mentre ognuno diceva la sua, a me venivano sempre in mente le parole di Giovanni Paolo II: "NON ABBIATE PAURA, APRITE I CONFINI DEGLI STATI, I SISTEMI ECONOMICI, COME QUELLI POLITICI, I VASTI CAMPI DI CULTURA,DI CIVILTA, DI SVILUPPO, NON ABBIATE PAURA"...e quanto è importante essere da quest'altra parte del fiume, dalla nostra parte, è importante testimoniare ed essere unite, così da diventare l'argine di questo mondo alterato, senza anima e così pieno di pregiudizi che non sono altro che paure profonde inespresse...
grazie a tutte voi di leggermi e di lasciarmi una vostra testimonianza
Roberta
Commenti
Posso capire l'ignoranza di parenti e amici, ma in un Ospedale dove ci si aspetta di trovare persone competenti è davvero il colmo!
Riguardo la lacerazione l'ho avuta anche io, così profonda che ho dovuto subire un'anestesia generale per essere cucita, eppure ho fatto un parto naturale, in Ospedale e con tanto di assistenza attorno a me.
Quando si partorisce molto velocemente succede!
Mi dispiace che vi abbiano tagliato il cordone contro la vostra volontà... Speriamo che la vostra esperienza sia servita almeno a far aprire gli occhi a chi non capiva di cosa si stava parlando e che ai prossimi parti lotus non mandino i carabinieri a casa... Allucinante!!!
Un abbraccio e la speranza e l'augurio che al prossimo parto vada tutto a meraviglia!
Siamo talmente disabituati a quello che è Natura che un fatto come la nascita in casa diventa quasi una cosa bizzarra, una stranezza... Spero si siano comportati così solo per timore che fosse capitato qualcosa alla piccola... altrimenti di giustificazioni ce ne sono veramente poche.
quanto coraggio!!! E ancora di più quanto coraggio nel dolore!Ti ammiro moltissimo, sei stata una mamma forte.
Io rimango senza parole di fronte al vero e proprio mercato che è diventato il contesto sanitario, dove il malato è solo una possibile fonte di guadagno. Ho un bimbo nato con il lotus un anno fa, in un ospedale di cagliari, e anche noi abbiamo dovuto prendere posizioni radicali. Da allora la mia vita è cambiata: stiamo costituendo un'associazione per la diffusione del parto naturale, se ti va contattami via mail, sarò felicissima di condividere, di averti.Roberta, guarda tua figlia, che ha avuto ( comunque e grazie alla forza della mamma) la possibilità di tenersi almeno per un pò la sua placenta.E Guarda avanti: Forse questa esperienza così dolorosa è intensa può essere per te il motore per fare qualcosa di simile a quello che stiamo facendo qui. Forse il senso di quel terribile post partum è proprio questo.
Ti abbraccio con il cuore
Federica
sono di napoli (vomero) nato nel 1967. ho 3 fratelli nati nel 1957, nel 1959 e nel 1969. mia madre e mio padre decisero che il parto NON era una malattia e che il parto naturale (NON cesareo) doveva avvenire in casa. tutti e 4 siamo nati in casa. mia madre insegnante elementare e casalinga mio padre docente di greco e latino nei licei. italiani. solo il primo parto ebbe un qualche problema, ma senza nessuna conseguenza (il nascituro oggi è primario in un ospedale napoletano). ti/vi STIMO per la normalità della vostra scelta e la forza d'animo e fattuale del vostro gesto/azione! vi auguro le cose più belle che nella vita si possano conquistare con l'eticità e l'intelligenza! vi abbraccio
Il grave problema è che gli operatori della nascita non si aggiornano, non sanno nulla di evidenze scientifiche e si aggrappano a protocolli obsoleti che finiscono per diventare il peggior strumento di offesa e umiliazione per le donne. Tocca a noi tutte il difficile compito di combattere quest'ignoranza e arroganza. Unite si può. Ti abbraccio forte.
Hai ragione! bs
Franca, grazie del commento che mi consente di esprimere un pensiero.
Non è vero che un VBAC non possa essere ammesso all'assistenza domiciliare. E' vero che le linee guida raccomandano i vbac solo in ospedale, per le ragioni che hai elencato, ma le linee guida non sono una legge, ...se lo fossero forse eviteremmo tanti cesarei prematuri, o, ad esempio, per podalici su cui non è stata provata la manovra di rivolgimento... ahimè le LG sono disattese di continuo per ragioni molto meno serie che il rispetto della volontà di una coppia.
Dunque il punto è che: esiste sempre la possibilità per la donna di scegliere se accollarsi il rischio della sua scelta (che non è il rischio di sentirsi trattare come una pazza), lo stesso dicasi per l'operatrice che l'assiste.
Assistere una donna a domicilio significa creare con lei un rapporto di reciproca fiducia, nella quale tale fiducia e il conoscersi a fondo, consentono di stabilire i contorni PERSONALI di quella specifica assistenza.
Le linee guida si chiamano così perché forniscono informazioni preziose, validate scientificament e che devono guidare il comportamento di chi assiste e aiutare chi assiste e chi è assistito a fare una scelta informata. Ma poi la scelta si basa su parametri valoriali che danno un significato alle percentuali statistiche che sottengono a quella raccomandazione.
Questo per me è un principio molto importante, anche per evitare che una donna che desidera un certo tipo di parto sia costretta a vagliare un parto non assistito, o, come nella realtà napoletana, a finire cesarizzata perché nessuno le consente un travaglio x vbac...
Perchè? Perchè ho scelto assieme a mio marito la vita?
Guardo le mie bimbe e sono felice delle mie scelte.
Stringi al petto la tua Sophia e sorridi. Ora hai, anzi avete lei di cui preoccuparvi. L'ignoranza, gli interessi, le maldicenze non vi devono rovinare questo momento così bello, anche se rocambolesco. Auguri di cuore a voi neo genitori e alla vostra bimba!
L'invadenza la prepotenza l'arroganza la stupidita'hanno cercato far da padrone in quest'evento gioioso
Sono allibita.Anche io ho partorito in casa e se penso che sarebbe potuto capitare anche a me....brrrrr
Io e mio marito abbiamo deciso che gli altri nostri figli nasceranno in casa. Ti abbraccio e ti ammiro per la tua forza!
J