Guardo la piccola Nevia che sonnecchia serena e sorride alla vita che l'ha accolta con tanta generosità..
Una benedizione la piccola Nevia Gaia...
Perchè è nata in casa, più o meno nel punto dove son seduta io ora.
Perchè ha potuto scegliere da sola quando separarsi dalla sua placenta.
Perchè ha aperto e chiuso porte di altri mondi.
Perchè giunge come bimba nata naturalmente dopo il suo fratellino venuto alla luce tramite un taglio sul mio ventre..
Con il mio compagno spesso sorridiamo: sono convinta che i bimbi arrivino dalla Luna scegliendo la coppia di genitori da cui atterrare.
Sirio, il nostro primo, ci ha portato delle sfide capaci di aprirci a quell'amore incondizionato di una mamma ed un papà..
Nevia Gaia è giunta per regalarci grazia ed equilibrio.
E chissà cosa altro ci regalerà ancora la Vita tramite questi due cuccioli..
Imparo ad amare Sirio più o meno ai suoi due anni d'età grazie ad una psicoterapia ed alla formazione come doula... Non vuol dire che prima non volessi bene al mio piccolo ma di sicuro non era ancora quell'amore che, come fra gli animali, muove mamma lupa ad annusare in continuazione i suoi cuccioli ed ad ululare loro il suo amore.
In concomitanza con la scoperta di questo nuovo sentimento la cicatrice sul mio ventre si appiana e schiarisce ed il mio utero, da lì a qualche mese, si prepara a far fiorire una nuova vita: Nevia Gaia...
Qui inizia l'avventura dettata dal sentirsi e dall'ascoltarsi: la consapevolezza di dare il giusto peso ai segnali che la mia pancia e la mia bimba mi donano e cercare di armonizzarmi con essi.
Sono un lungo percorso questi nove mesi: si aprono porte e se ne chiudono altre cercando di arrivare alla venuta sulla terra di Nevia Gaia il più pronti possibili; un lungo, e spesso sofferto, lavoro mio, di Leo (il mio compagno), di Sirio, degli avi, di alcuni rari amici e delle tre fattucchiere che han condiviso con noi il momento della nascita: le ostetriche Annamaria e Rosa e la mia doula Nathalie.
Sono sempre stata ansiosa di entrare in travaglio: sapevo che avrei fatto per due, che la venuta di Nevia mi avrebbe permesso di vivere la venuta di Sirio. La traduzione concreta è stata un travaglio sereno, a tratti difficile e lungo con prodromi già partiti qualche tempo prima ed una mamma doula decisa a seguire tutti i consigli della buona Ina May.
La mattina del 16 ottobre sento di non sbagliare più: tutto si sta preparando. Andiamo a camminare noi tre in attesa che le contrazioni divengano più regolari e ritmiche, siamo sereni ed una piccola anima sta preparando i bagagli per l'arrivo sulla terra..
Anche il pomeriggio lo passiamo camminando nel tiepido sole d'ottobre accolti dal bosco e dalle sue acque in compagnia della mia cara amica Elisa..
Scurendosi il cielo il tutto diviene più ritmico ed intenso, mettiamo Sirio a dormire ed attendiamo la venuta delle nostre tre fattucchiere.
La casa è magica: candele, erbe, presenze di altri mondi.
Tutto procede magicamente e serenamente: una grossa palla accoglie con me le onde del travaglio e Leo fa da contropeso dall'altra parte.
Sono tranquilla, serena, esco sul balcone e rimiro le stelle, loro e la Luna ammirano per l'ultima volta la pienezza del mio ventre.
Chiedo a Rosa ed Annamaria di visitarmi e mi assale lo sconforto: un dato concreto contrasta con la mia voglia che il travaglio procedesse e che la mia bimba potesse nascere con le luci dell'alba...
E' notte fonda. La dilatazione è di 2/3 centimetri ed io ho paura dell'enorme stanchezza che si sta prendendo parte di me: se tutto deve procedere così voglio l'ospedale ed un altro cesareo.
Annamaria mi rafforza raccontandomi ancora che i 3 ed i 4 centimetri son la dilatazione più dura per il mio utero lesionato. Che tutto poi andrà meglio e partirà da sé. Mi offrono di riposare un po' tra le contrazioni che pian piano si distanziano per permettermi di riprendere forze.
Con le dolci parole di Rosa e il sostegno della mia doula ricomincio la mattina con nuova forza e piena d'ottimismo.
Sirio va dalla nonna e rimarrà con lei tutta la giornata ascoltando la nascita della sorellina dal piano di sotto..
Anche la mattinata procede serenamente, Annamaria dona al mio compagno burro di karitè per agevolare l'ammorbidimento del canale vaginale. Accompagno le onde fra la palla ed il water.
Il parto estatico esiste.
Verso mezzogiorno vengo incitata a camminare, io preferirei stare accovacciata. Andiamo avanti così per un po' ma Nevia ancora non nasce.
Il clima si fa più teso e la mia stanchezza aumenta, Rosa ed Annamaria mi incitano a tenere la posizione eretta per sfruttare la forza di gravità, vorrei stare inginocchiata e vivo la cosa come una forzatura..
Mi sento veramente esausta e si capisce che c'è dell'altro.
Leo inizia ad avere paura e Nathalie lo sostiene.
Il collo del mio utero incapuccia la testina della mia piccola e delle aderenze sulla cicatrice pare la trattengano. Si usa la voce, da una lettera O che mi accompagnava nelle onde precedenti subentra una A: devo aprirmi, devo stare in piedi e non ne ho le forze.
Non basta... Devo fare pace col mio utero.
So che tutti sono preoccupati, che mia madre sta ascoltando la sua bambina gridare per dar la vita..
L'idea che il mio piccolo Sirio sta vivendo il travaglio della sua mamma al piano di sotto mi fa trovare la forza per lottare contro la possibilità che si debba finire in ospedale: sarebbe una
bruttissima delusione.
Mamma lupa che prima che per se stessa lotta per i suoi cuccioli: da mio copione.
Che lavoro! Mai avrei immaginato una costellazione familiare durante il travaglio. Grazie alle ostetriche fattucchiere faccio pace con quella parte di me ferita: non è una parte a sé stante, sono io ferita, il mio utero sono io ed ho paura, forse, d'accogliere quell'essere che tanto ha esaudito i miei desideri.
Le osteriche ai miei piedi, Leo e Nati che mi sostengono ed io mi abbandono, non mi pare neppure di spingere: lei sa e sembra far tutto da sola.. Sguscia fuori la testina rompendo il sacco, poi il corpicino.
Nevia Gaia nasce alle 18.00 con le luci del tramonto.
Mi siedo e l'accolgo fra le mie braccia. Voglio Sirio.
Lui estasiato vede la sorellina: “Ciao Nevia!”, vede anche il sangue che accompagna la vita e vede avi che a noi è permesso solo di sentire.
Dopo mezz'ora nasce anche la placenta di Nevia, non infliggiamo una ferita e la lasciamo alla sua proprietaria. Si staccherà da sola, al quarto giorno permettendo alla piccola d'atterrare e conquistare serenità.
Amo i miei figli e quel grand'uomo del loro papà, senza il cui completo appoggio sarebbe stato molto più complesso.
Oggi Nevia Gaia ha due mesi e mezzo.
Ho fatto due travagli e due puerperi; il mio corpo sedato col cesareo, ha qui dato il peggio (o meglio?) di sé: piccoli problemi che mi hanno permesso di “buttare fuori” e ripulirmi.
Nevia è davvero una bimba lotus nata in modo rispettoso.
Con lei mi è stato possibile provare amore dal primo momento.
Cora
Leggi il racconto del parto cesareo di Cora
immagine: Ivette Ferrero su sxc.hu
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