La tragedia della morte perinatale

Scritto da

Oggi dedichiamo uno spazio di informazione al tema della perdita in gravidanza e dopo il parto, un tema delicato che coinvolge i genitori e che grazie all'associazione CiaoLapo ha uno spazio dove potersi esprimere.

***

CiaoLapo Onlus è un'associazione a carattere scientifico e assistenziale, composta da  genitori colpiti da lutto in gravidanza e dopo il parto e professionisti (medici, psicologi, ostetriche) impegnati nella ricerca sulla morte perinatale e nel sostegno psicologico ai familiari in lutto.

L'associazione è stata fondata da Claudia e Alfredo dopo aver perso il loro secondo bimbo alla 38° settimana di gestazione.
Grazie alla ricerca e all'esperienza maturata, l'associazione ha redatto il documento "ho appena perso il mio bambino" pensato per chiunque abbia appena perso un figlio durante la gravidanza o dopo la nascita, che contiene alcune informazioni importanti sul lutto, e sulle cose da sapere in quei difficili, confusi e dolorosi momenti passati in ospedale
Pubblichiamo di seguito un estratto del documento, nel sito dell'associazione trovate il documento in forma integrale, oltre a molti altri documenti utili, un forum e gruppi di autuo mutuo aiuto. Tutte risorse che aiutino i genitori ad affrontare questo difficile momento,  forniscano una guida per amici e parenti e contribuiscano alla ricerca scientifica sia psicologica che medica sulla perdita in gravidanza o dopo il parto, sulla comunicazione che cura, sulle gravidanze successive ad un lutto perinatale.

 

Morte perinatale: quello che ancora si può fare e quello che è importante sapere dalla diagnosi alla dimissione.
Appena ti hanno comunicato la notizia mille emozioni potrebbero esserti passate per la testa: incredulità, confusione, paura, rabbia, dolore, sia fisico che psicologico (tante mamme raccontano di avere sentito come un macigno schiacciare loro il petto, o come un coltello nel cuore).
Molti genitori si sentono in colpa nei confronti del bambino: potresti pensare di non essere riuscito a proteggerlo, di non esserti accorto in tempo di cosa stava accadendo, e/o di avere commesso qualche errore che ha causato la sua morte. Tutte queste emozioni, o anche la totale incapacità di provare qualcosa oltre ai mille perchè senza risposta, sono una parte normale del trauma psicologico correlato al lutto perinatale. E’ molto importante riconoscere queste emozioni come parte del percorso, perchè nonostante il dolore sono ancora molte le cose importanti da sapere, da discutere, e da fare quando muore un bambino, e ogni genitore dovrebbe poter prendere tutte le decisioni necessarie in questo difficile momento.

Mi dispiace non c'è battito
Se ti hanno diagnosticato la morte del tuo bambino, a qualsiasi epoca gestazionale, o dopo la nascita, e sei sola/solo (talvolta le cattive notizie vengono date ai papà, in assenza della mamma), chiedi subito di poter chiamare qualcuno che può darti conforto in un momento così difficile.
In assenza di necessità imminenti, valutabili con un prelievo di sangue, un’ecografia e una visita, voi genitori potete decidere di passare la notte a casa, se lo desiderate, e recarvi in ospedale il mattino seguente. Così come potreste decidere di partorire in un altro ospedale rispetto a dove vi è stata fatta diagnosi. Prendete tempo per valutare cosa è meglio per voi.

Il parto
Se il bambino è morto nel primo trimestre di gravidanza, i genitori e i medici possono decidere di attendere qualche giorno e provare ad evitare la procedura di raschiamento: discuti col ginecologo di cosa è meglio per te, sia fisicamente che psicologicamente, prima di prendere una decisione.
Se il bambino è morto dalla sedicesima settimana di gravidanza in poi, solitamente si procede all’induzione del parto spontaneo.
Il parto di un bambino morto sembra una crudele beffa, ed è sempre una decisione molto critica da affrontare. Tuttavia, rispetto ad interventi di altro tipo, come il cesareo, il parto naturale quando possibile (escluse le situazioni di emergenza dette in precedenza) ha migliori garanzie per la salute della mamma, permette un miglior recupero psicofisico, e, attraverso la produzione di specifici ormoni, permette una maggiore reazione di “distacco” dalla gravidanza stessa (come se chiudesse idealmente il cerchio di quella gravidanza, in un modo il più fisiologico possibile).
La maggior parte delle mamme riferiscono che la scelta del parto naturale si è rivelata vincente perché ha permesso loro di “fare qualcosa di concreto”, “un gesto da mamma”, per i loro bambini, e riportano una grande soddisfazione nell’essere state presenti e vigili durante tutte le fasi.
Il fatto che il vostro bambino non sia più in vita non significa che si meriti minori accortezze, così come non significa che il vostro parto sia un momento meno intenso e ricco di significati del parto di un bambino vivo.

Dopo il parto
Il dopo parto è uno dei momenti più importanti e preziosi, e molti genitori a distanza di anni hanno molti rimpianti per non aver potuto/voluto fare alcuni piccoli gesti per conoscere e salutare il loro bambino.
Nulla è obbligatorio per nessuno, quindi non abbiate paura di prendere la vostra decisione, in un senso o nell’altro, ma discutetene prima insieme, a più riprese e per qualche ora, per evitare altro dolore in un secondo momento. Nell’esperienza di altri genitori che hanno affrontato come voi oggi, parti prematuri, morti in utero, interruzioni terapeutiche di gravidanza, o morti intraparto, l’incontro col bambino è stato di assoluta importanza per il benessere del papà, della mamma e di tutta la famiglia, e i pochi genitori che non hanno voluto incontrare il bambino, spesso perchè non hanno trovato sostegno nello staff ospedaliero in questa delicata fase, hanno poi durato più fatica a elaborare il lutto.
Tuttavia ci sono ragioni personali che potrebbero spingerti a rifiutare questo incontro, e vanno prese in considerazione e accolte con rispetto.

Sull’autopsia
Quando muore un bambino in utero, durante il parto o dopo la nascita molto spesso è necessario fare approfondimenti diagnostici sulla madre, sulla placenta e sul corpo del bambino, per poter identificare ciò che ha provocato la morte, la causa scatenante e eventuali altri fattori contribuenti.
Studiare questi meccanismi è fondamentale per definire esattamente gli eventi accaduti nella gravidanza e anche per poterli prevenire nella gravidanze successive.
Molte morti intrauterine e perinatali avvengono senza una causa apparente. Tuttavia un corretto riscontro diagnostico permette di arrivare a identificare una causa almeno nel 70% dei casi. Questo risultato è possibile solo quando il lavoro avviene in maniera multidisciplinare, e si svolgono appropriati esami sulla madre, sul padre, sulla placenta e sul bambino


Sulla sepoltura
La legge italiana regolamenta la sepoltura dei bambini nati morti entro le 27 settimane più sei giorni e quelle dei bambini nati vivi e nati morti dalla 28 settimana in poi con precise istruzioni.
E’ sempre possibile procedere alla sepoltura/cremazione del bambino a qualunque età gestazionale, purchè i genitori ne facciano richiesta su apposito modulo

Sulla memory box - i ricordi che curano
La memory box è una scatola utilizzata per conservare ricordi importanti (scatola dei ricordi è la traduzione letterale), un “luogo” utile a ricordare e a onorare la memoria di vite piccole e preziose.
Ogni memory box appartiene alla sua famiglia e soprattutto al bambino che si vuole ricordare, e ogni famiglia la sceglie della misura e del colore più appropriato
Fare spazio ai ricordi, e mettere insieme quelli più significativi del periodo trascorso coi nostri figli è un'operazione che può essere davvero terapeutica; arriva un momento, nel lutto, in cui i genitori si sentono pronti a riaprire cassetti e valigie, e a creare uno spazio personale per quella gravidanza e per quel bambino, in cui raccogliere oggetti, pensieri, e piccoli doni.
Nessuno ci chiede se desideriamo ricordare, nessuno ci fornisce un aiuto per ricostruire i ricordi in modo adeguato, ancora in molti posti viene ritenuto bizzarro svolgere il rito funebre o scattare fotografie.
Così, molti di noi si trovano pieni di ricordi tragici e bruttissimi, legati alla morte, ma privi di ricordi tangibili (e amorevoli) delle vite, ancorchè piccole o in utero e basta, dei loro figli.
Collezionare, coi propri tempi, i ricordi di questo passaggio, ricostruendo il piccolo percorso esistenziale dei nostri figli potrebbe servire in primo luogo a permettere a noi stessi di cominciare a lavorare sulla morte e dunque sul lutto.

 

Fonte: http://www.ciaolapo.it/index.php?option=com_myblog&show=ho-appena-perso-il-mio-bambino.html&Itemid=100043

Aggiungi commento


Commenti  

claudia reale
# claudia reale 2013-10-16 09:24
il dolore non andra' mai via c'e' una sorta di rassgnazione ma non esiste un solo giorno che non si pensi a quell'angelo che hai in paradiso un pezzo del tuo cuore e' li con quel tesoro e attendi che un giorno lo rincontrerai
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
bs GenitoriChannel
# bs GenitoriChannel 2013-10-16 10:57
Grazie Claudia di questa tua condivisione, credo sia molto importante per alcune mamme che attraversando questa esperienza si sono sentite come te. Sapere di non essere soli aiuta a sentirsi compresi.
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
gemma
# gemma 2014-04-17 00:34
Dovrebbe esserci più consapevolezza, nel momento dell'attesa..di preparazione a quel momento magico che è la nascita..che poi a volte è morte...orrific amente morte.
E' giusto secondo me non schivare l'argomento, nonostante sia un peccato macchiare quel roseo periodo dell'attesa con macabre ombre. Non basta negare l'evidenza dei fatti, rari ma fatti sono..per evitare di terrorizzare psicologicament e la futura mamma..non è giusto per quella futura mamma (1 su 1000) che poi quando purtroppo vive un'esperienza così terribile quale quella del lutto perinatale o neonatale la vive come è giusto che sia, e cioè la perdita più importante di tutta una vita ma si sente oltremodo sola al mondo, perchè il mondo ha schivato la sua esistenza!
Quello che ci vuole è la consapevolezza durante la gravidanza, della morte perinatale e neonatale..poic hè è quanto accade ahimè..nella "casistica" della vita..e dapprima il momento magico del parto nessuno può sapere in quale categoria si troverà subito dopo: se a toccare il cielo con un dito o il baratro senza fondo con tutto se stessi.
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
silvana
# silvana 2015-12-04 11:41
Per tutti I ginecologi in gravidanza noi siamo.solo.visi onarie.... e quando non sentono piu il.battito ti guardano increduli.....
Non ammettono l'errore di non aver ascoltato l'unica persona che vive direttamente questo stato.
Gia dall'inizio ti trattano da visionaria e per loro sono dolori esagerati quelli che provi ...se poi gli dici che sei alla prima gravidanza per loro sei una perditempo....
Loro che ancora non hanno una conoscenza esatta sullagravidanza ...loro che ti rammentano che ogni gravidanza e' a se e quindi di non legfere info su internet ...quando poi ptoprio loro non ti danno nessuna info approfondita .....
Se il mio corpo e' duro a rompere le acque nonostante 245 afi e un figlio super attivo... se nonostante l'afi io e mio figlio abbiamo I valori del sangue nella norma ... tu dottore sai gia che solo per l'afi non sono nella norma non mi.rimandi a casa .
A 38 anni al primo figlio.... con afi Iin eccesso nell'ultimo mese...
Ho denunciato il tutto al magistrato. Non e' una causa civile...bensi penale!
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione