Una farfallina nella mia pancia

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Monia ci racconta la più grande delle emozioni per una mamma in attesa, il momento in cui sente i primi movimenti del suo bambino nella pancia, quello sfarfallio inconfondibile che arresta per un moemnto il respiro e ti fa realizzare tutto d'un tratto che davvero stai crescendo un'altra vita dentro di te.

***

Notte fonda, la primavera fuori dalle finestre con tutti i suoi profumi, quell'odore di novità, di arrivi e d'inizi.
Respiro lenta e regolare sotto la mia trapunta leggera, che prelude al copriletto estivo dei colori del tramonto e, d'un tratto, una farfalla nello stomaco.

Questa descrizione così romantica è stata talmente banalizzata da suonare scontata, ma, signori e signore, davvero non lo è. Una farfalla nello stomaco... anzi due... forse tre. Ma che cavolo ci fa un nugolo di farfalle impazzite nel mio stomaco?!
Poi la certezza che davvero, per la prima volta, avevo sentito che la pazzia era la mia, la follia di non averti riconosciuto subito.
Dlin dlon?!
Chi è?
Come chi è?! Mamma, sono io!
Ho aperto l'angolo di un occhio, come una gatta sonnacchiosa e sospettosa che osserva il mondo soltanto da una fessura, ma aprire gli occhi non mi sarebbe servito a granchè per vedere quello che stava accadendo: eri tu che sguazzavi nella tua piscina privata, quella che ti avevo costruito e che ti custodiva come un guscio.
Lo sfarfallio è proseguito a tratti, spegnendosi in un silenzio denso come il miele, lieve come il sonno pesante in cui mi sono immaginata fossi piombato.
Io sono un'amante del sonno, è un bisogno irrinunciabile; un lusso che ogni tanto mi sono concessa, nella mia vita da non-mamma sono state le ore tarde della domenica mattina a girarmi indolente tra le lenzuola; mio marito sorride e mi chiama bradipo. Durante il periodo finale della mia gravidanza, nei mesi caldi dell'estate, il quasi neo-papà si svegliava presto per andare al lavoro e mi lasciava dormire pesantemente; tirava le tende, socchiudeva le finestre perchè l'aria fresca delle prime ore del mattino soffiasse in camera e poi usciva di casa in punta di piedi.
Io dormivo, Dio come dormivo! Mai dormito tanto e tanto bene in vita mia: la maternità è stata la mia fase bradipo avanzata, il mio paradiso del sonno.
Quella notte, però, credo – senza ricordarmelo davvero – di aver dormito anche meglio dopo aver avvertito quello sbattere di ali nel mio ventre, forse perchè per la prima volta mi avevi detto: “Buona notte mamma”

 

di Monia Scarpelli, autrice di “Mani di vaniglia: nascita di una mamma in 40 settimane

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