“La precendenza è soltanto per le donne in gravidanza nell'ultimo trimestre”
“Ma...” tento speranzosa: “le nausee non vengono nel primo trimestre?”
Il sopracciglio si inarca di nuovo impercettibilmente:
“Non faccio io le regole. Ma può aspettare seduta”
Questo si chiama “scaricare la responsibilità” e ho l'improvviso e poco lusinghiero desiderio di poter controllare le mie nausee come un superpotere: nausee rotanti! E... tac! Le vomito sul bancone.
E invece no. Stringo il mio spicchio di limone salva-vita e sposto il mio faccino verde mela per cercare la sedia più vicina.
Ho dato di stomaco per tutti i nove mesi, fino alla sera prima che nascesse mio figlio e ho avuto una splendida sfumatura lime sul viso mentre mi spostavo da un ambulatorio all'altro, da un pasto all'altro.
Il mio ginecologo – un omone dalle proporzioni ciclopiche che si è rivolto a me per tutto il tempo come se avessi 5 anni, salvo poi ritrovarmi sul suo frequentatissimo lettino delle visite in una posizione così esuberante da togliermi ogni dubbio che ormai il tempo delle scuole elementari era passato – ha tentato di darmi un barlume di speranza fino allo sfinimento.
“Ma sì, nel primo trimestre le nausee sono normali” E poi: “Be' ma ci sono tante mamme che hanno dei fastidi fino al quarto mese inoltrato” E ancora: “E' più raro, ma sa quante ne ho visitate che anche al quinto mese soffrivano di nausee? Poi se ne sono liberate”
Per poi concludere: “Signora, è al sesto mese: credo che ormai se le debba tenere”
E io, da brava mamma, ho superato la prima prova: nausee superate e, come per magia, svanite nel nulla o rimaste tra le lenzuola del letto della sala parto, assieme a quei dolori che si dimenticano senza scordarseli mai davvero.
di Monia Scarpelli, autrice del libro “Mani di vaniglia: nascita di una mamma in 40 settimane”