Veniamo a sapere che asma e allergie potrebbero dipendere anche dall'assunzione di paracetamolo nei primi mesi di vita; ecco una lezione che spesso si dimentica: lasciare che il corpo faccia il suo mestiere e si difenda, aiutandolo con una buona alimentazione, e uno stile di vita sano, e usare i farmaci davvero come ultima spiaggia estrema, perche' anche la cosa più innocua puo' non rivelarsi tale.
Sotto troverete informazioni sullo studio e sulle diverse correlazioni del disturbo alle diverse dosi, intantoi vi proponiamo un video su come comportarsi con la febbre dei bambini:
Come funziona la febbre nei bambini e cosa fare
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Quanto paracetamolo può generare allergie e asma?
Secondo gli studiosi, dunque, l'utilizzo di farmaci a base di paracetamolo nei primi 15 mesi di vita, triplica le probabilità di diventare sensibili agli allergeni e raddoppia le possibilità di sviluppare sintomi dell'asma intorno ai sei anni.
Nel 2008 già uno studio sul Lancet arrivava ad analoghe conclusioni, e correlava il rischio alle quantità di paracetamolo utilizzata.
Un uso moderato, cioè una volta o più all'anno, comporterebbe un rischio più contenuto: 1,55 per l'asma, 1,37 per le rinocongiuntiviti e 1,26 per l'eczema. L'uso più frequente, invece, cioè una volta o più al mese, determinava un rischio molto più alto: triplicava nei primi due disturbi e raddoppiava per l'eczema.
In che farmaci si trova il paracetamolo?
Il paracetamolo si usa tantissimo nei bimbi, non solo come antipiretico per la febbre sopra i 38 gradi, ma anche, e soprattutto, come antidolorifico e antinfiammatorio. "Il problema - dice Crane, uno degli studiosi - è che questo principio attivo è presente in molti farmaci per la cura del raffreddore e della tosse, e viene somministrato molto liberamente ai bambini piccoli".
Come è stata condotta la ricerca?
Si tratta di una ricerca neozelandese condotta dalla Otago University di Wellington (Nz), pubblicata su Clinical and Experimental Allergy 1.
Per verificare gli effetti del farmaco sulla salute dei più piccoli, l'equipe coordinata da Julian Crane ha preso in esame quasi 1.500 bambini. Il campione è stato seguito per anni con uno studio prospettico; in questo modo i ricercatori hanno potuto indagare l'associazione tra consumo di paracetamolo nei primi mesi di vita e il rischio di sviluppare l'asma in età scolare. Per farlo hanno reclutato, tra il 1997 e il 2001, 1.105 donne in gravidanza in due centri della Nuova Zelanda, Christchurch e Wellington.
Una volta nati, i loro figli sono stati controllati a tre mesi, a 15 mesi ed a sei anni di età.
Le mamme, di volta in volta, compilavano questionari in cui rispondevano a domande sul consumo di paracetamolo e sulla prevalenza dei sintomi dell'allergia quali respiro sibilante, febbre da fieno, rinite ed eczemi, asma ed eruzioni cutanee. Quando i bambini hanno compiuto sei anni, i ricercatori li hanno sottoposti a test cutaneo per valutare la loro sensibilità ad alcuni dei principali allergeni locali: erba di segale, latte di vacca, peli di gatto e cane e crine di cavallo. Hanno raccolto dei campioni di sangue e hanno analizzato la presenza degli anticorpi IgE, quelli che aumentano in presenza di allergia.
"La scoperta principale - dice Julian Crane, autore dello studio - è che i bambini che a cui è stato somministrato il paracetamolo prima di aver compiuto 15 mesi hanno il triplo di probabilità in più di diventare sensibili agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare a sei anni sintomi come asma e respiro sibilante".
Paracetamolo già sotto accusa già nel 2008
Non è la prima volta che studi clinici puntano il dito contro la somministrazione del paracetamolo nei bambini piccoli. Già nel 2008, su Lancet si consigliava di moderarne l'uso durante i primi anni di vita, proprio perché aumentava il rischio di asma (rischio relativo 1,76), ma anche di rinocongiuntiviti (rischio relativo 1,78) e, in misura minore, di eczema (rischio relativo 1,54).
I ricercatori in quello studio retrospettivo avevano valutato 200mila bambini di 31 Paesi tra i sei e i sette anni. L'effetto era dose-dipendente. Un uso moderato, cioè una volta o più all'anno, comportava un rischio tutto sommato contenuto: 1,55 per l'asma, 1,37 per le rinocongiuntiviti e 1,26 per l'eczema. L'uso più frequente, invece, cioè una volta o più al mese, determinava un rischio molto più alto: triplicava nei primi due disturbi e raddoppiava per l'eczema.
immagine da: tuttomamma.com