Abbiamo parlato di nascita lotus, cioè senza recidere il cordone ombelicale, anche detta nascita integrale. Spesso a valle di una nascita lotus (ma non necessariamente), i genitori decidono di utilizzare la placenta per realizzarne rimedi per la mamma o per il bambino.
In questo articolo una grande conoscitrice della nascita, nonché farmacista, ci spiega come la preparazione dei rimedi placentari possa essere facilmente autoprodotta. Non dimentichiamo che in Italia la produzione di questi rimedi è consentita solo ai genitori stessi che utilizzino la placenta dei propri figli e solo per scopi personali. La preparazione dei rimedi da parte dei farmacisti o delle ostetriche, o in generale di persone diverse dai genitori è illegale e può dare luogo a condanne penali.
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Perché preparare un rimedio placentare
Preparare da sè le proprie medicine è una pratica grazie alla quale alle proprietà del rimedio si aggiunge la propria energia e il proprio intento, i risultati sono eccellenti. In particolare per la preparazioni di rimedi omeopatici a partire dalla placenta, può diventare indispensabile per la difficoltà a trovare nelle vicinanze un laboratorio che se ne occupi e per aggirare difficoltà di protocollo nel caso -ancora atipico- della nascita Lotus.
La procedura da seguire non è complicata e tutto l’occorrente si reperisce con facilità in farmacia o nella dispensa di casa.
Non è richiesta alcuna competenza o abilità particolare, soltanto una certa cura ed attenzione.
È tuttavia consigliabile avere una base di conoscenza teorica dell’omeopatia, dei suoi principi e di come funziona per essere in grado di utilizzare i preparati oppure di fare riferimento ad un omeopata di fiducia. Si trovano in commercio manuali chiari e concisi.
In omeopatia il terapeuta a volte decide per una somministrazione del similia, ovvero di quel rimedio che il più possibile si avvicina all’essenza del paziente. Il similia è un rimedio che ha la proprietà di riavvicinarci al nostro stato di salute originario. Orbene, i preparati omeopatici placentari sono di fatto il miglior similia che si può immaginare per il bambino: essi conservano la memoria dello stato di salute in utero e anche della connessione con la madre.
Come procedere:
LA TINTURA MADRE
Dopo la nascita della placenta, o dopo la nascita Lotus, prelevare con un coltello un pezzettino di placenta. Si consiglia il punto da cui parte il cordone, ma seguite pure la vostra intuizione. Ne basta l’equivalente della falange di un dito.
Sciacquatelo bene sotto acqua corrente e riponetelo in un vaso di vetro trasparente di 200ml pieno di soluzione alcolica. Fino al 40% va bene (ma non minore), se avete a disposizione della grappa di ottima qualità (produzione casalinga) è una ottima occasione di farne uso. Altrimenti procuratevi dell’alcool assoluto in farmacia e diluitelo con acqua di sorgente.
Tappate.
Dopo una luna di maturazione (28 giorni), filtrate con un imbuto rivestito da carta da filtro (farmacia, vi spiegheranno anche come fare a tagliare e piegare la carta ad hoc).
Ecco pronta la tintura madre da conservare in una bottiglia di vetro scuro di 200ml con tappo contagocce (farmacia) con etichetta indicante il tipo di preparazione, la data, il nome del bambino. Tutto ciò che usate deve essere naturalmente ben pulito e asciutto.
LE POTENZE OMEOPATICHE
Ogni qualvolta vi sembra opportuno potete prepararvi la potenza omeopatica adatta.
Avete bisogno di:
- una bottiglietta di vetro scuro con contagocce di 10ml.,
- acqua di sorgente o comunque pura e viva,
- un paio d’ore di calma e concentrazione.
Come procedere:
Potenza C1
Prelevate una goccia della tintura madre, mettetela nella bottiglietta e diluite a 10ml. utilizzando una pipetta o un cilindro graduato (farmacia).
Chiudete la bottiglietta e tenendola tra indice e pollice in verticale scuotetela per 100 volte mentre respirate con consapevolezza. State potenziando (energizzando, dinamizzando) la soluzione: è importante la vostra presenza, il movimento aggraziato, regolare e ritmico degli scuotimenti.
Avete ora la prima potenza che corrisponde in modo approssimato ad una centesimale C1.
Potenza C2... C30
Potete preparare la serie decimale se usate ogni volta 1ml. e lo diluite a 10 oppure potete essere piu’ precisi con la centesimale se usate una bottiglietta da 100ml e usate 1ml ogni volta. Comunque sia, l’aprossimazione non è molto importante, l’essenziale è la ripetitività e la precisione della vostra diluizione.
Prelevate una goccia con il contagocce, vuotate la bottiglietta, rimettete la goccia dentro e diluite di nuovo a 10ml. Scuotete nuovamente con la stessa cura per 100 volte. Ecco il C2. Procedete in questo modo finchè non avete la potenza desiderata; se essa è C30 vuol dire che dovete diluire e scuotere in tutto 30 volte.
Potenza desiderata
L’ultima potenza la potete preparare con alcool diluito (la grappa famosa) in caso vogliate conservarla più a lungo e sia destinata ad un adulto.
Quando è destinata ad un bambino o a chi non tollera l'alcool fatene a meno ma tenetela al fresco e usatela nel giro di un paio di settimane.
Etichettate con precisione (tipo di preparato, data di produzione).
Possibili usi terapeutici
Pensate a questo rimedio quando notate un qualsiasi disturbo nel bambino, dalle «solite» coliche alle dermatiti e alle candidosi, dai disturbi del sonno all’irrequietezza, nei problemi legati alla dentizione. Se notate una difficoltà relazionale da mamma e bambino preparate le potenze più alte.
Utile in caso di traumi per recuperare (separazione dalla madre, postumi di cadute o altri incidenti, convalescenze).
Il rimedio è efficace anche per la madre, qualunque sintomo essa presenti ma soprattutto nel caso di stanchezza e difficoltà nell’allattamento.
Naturalmente si tratta di indicazioni di massima. Consultate il vostro medico curante se necessario. Si considera che ognuno operi con buon senso e nel pieno delle sue facoltà, assumendosi completamente la responsabilità dei propri atti . Si declina ogni responsabiltà per un uso improprio o sconsiderato delle procedure illustrate.
LA POLVERE DI PLACENTA
Lavare molto accuratamente e delicatamente placenta e membrane togliendo ogni residuo di sale. Tamponare fino a completa asciugatura.
Scegliere lo spicchio da utilizzare e tagliarlo.
Asciugare ancora.
Mettere lo spicchio in un contenitore con della carta da forno (non alluminio!!).
Infornare nel forno preriscaldato alla temperatura di 50° per 36 ore.
E’ consigliato il forno elettrico in quanto nel forno a gas non è facile mantenere una temperatura tanto bassa (la fiamma rischia di spegnersi).
Trascorse le 36 ore, estrarre lo spicchio e, dopo averlo avvolto nella carta da forno, pestarlo in un mortaio o su di un tagliere con il batticarne.
L’aspetto (potrebbe sembrare carbonizzato) non deve preoccupare.
Ridurre in polvere e versarla in un contenitore di vetro ermeticamente chiuso che va conservato nel frigorifero.
Somministrazione
per la mamma: la punta di un cucchiaino (non metallico) con un pò di miele anche in caso di malessere del bambino nel primo anno di vita.
La mia esperienza personale
Pur essendo laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutica, soltanto nel periodo trascorso in Germania ho studiato seriamente l’omeopatia e ho avuto occasione lavorando in una farmacia di preparare delle potenze omeopatiche. Tuttavia quando seppi dei rimedi placentari omeopatici, mi trovavo nel bush australiano e non avevo accesso ad informazioni importanti, quale il solvente in cui mettere la placenta. Sapevo che nel caso di preparazioni a base di piante era una miscela di acqua e alcool. Nel dubbio mi procurai dell’alcool puro assoluto e tre settimane dopo la nascita fui ospitata da un’amica che aveva l’hobby dell’omeopatia, cosi’ scoprii che avevo agito bene e l’alcool puro o in diluizione fino al 40% era un mezzo ideale per ottenere la tintura madre dai tessuti umani.
Tutte e due le volte ho utilizzato il «cuore» della placenta, il punto da cui parte il cordone, tagliandolo dalla placenta ad avvenuta nascita Lotus (rispettivamente un giorno e mezzo e quattro giorni dopo la nascita) e sciacquandolo accuratamente con acqua corrente dal sale usato per favorire la conservazione. In entrambe i casi la placenta aveva ancora un odore e un aspetto gradevole e si era ridotta notevolmente di dimensione.
Ho usato sale di mare non raffinato, che forse ha interferito con le caratteristiche della preparazione – dal mio punto di vista si tratta di un arricchimento poichè vi aggiunge la memoria della nostra culla primordiale marina.
Ho lasciato la tintura madre maturare un’intera luna prima di filtrarla e riporla in una bottiglia di vetro scuro che conservo con cura. I testi parlano di periodi variabili, a me una luna (28 giorni circa) sembra appropriato. Ho esposto la bottiglia alla luce solare e lunare.
Le potenze le preparo in caso di necessità in un momento in cui sento di avere l’energia per potermene occupare efficacemente.
Quando e come le utilizzo
Io uso potenze da C12 a C30, con preferenza per quest’ultima. Essa è sufficientemente «leggera» senza essere ancora molto «impegnativa».
Fintanto che il bambino è nutrito esclusivamente al seno, prendo io le gocce e con il dosaggio mi regolo intuitivamente in genere somministrazioni diradate (anche una sola volta la settimana) di una potenza alta in caso di disturbo profondo e radicato; somminstrazioni frequenti (fino a più volte in un’ora) in caso di disturbo acuto e momentaneo. Di solito prendo 12 gocce.
Devo ammettere che ne faccio un uso molto sporadico, grazie alla buona salute di cui godono i bambini e alla tendenza a lasciar emergere le forze di autoguarigione prima di intraprendere qualunque azione. Ho potuto verificare che i bambini si guariscono molto rapidamente senza dover fare nulla.
Clara Scopetta
iniziata a malattia e terapia grazie alla laurea in chimica e tecnologia farmaceutiche, studia varie discipline "complementari" per giungere ad una visione della salute quale equilibrio dinamico di relazione che si manifesta come bellezza e felicità. Crede che la guarigione del percorso nascita sia un punto chiave per il recupero del benessere personale e sociale. Si sta rieducando con fervore ad uno stile di vita rispettoso, sobrio e consapevole (ecologico profondo) e al recupero delle competenze materne. La sua gratitudine per la vita è immensa.
Clara scropetta è anche autrice di "Accanto alla Madre", AAM Terranuova Edizioni
Immagine: particolare di un sacco per placenta di Nico Nelson su Flikr