Il latte di asina è un prodotto antico, utilizzato e apprezzato da sempre. Ricordiamo l'uso del latte di asina da parte di Cleopatra e di Poppea per esaltare la bellezza. Plinio lo considerava un liquido particolarmente curativo. Nel Rinascimento il latte d'asina comincia ad avere considerazione scientifica. Francesco I, in Francia, su consiglio dei suoi medici lo utilizza per guarire da una lunga malattia e su questa esperienza si iniziò ad allevare asine in prossimità di ospedali. In Francia nel 19° secolo si diffuse la pratica di avvicinare i neonati orfani di madri direttamente al capezzolo dell’asina. I bambini venivano allattati 5 volte di giorno e 2 di notte. Un’asina poteva alimentare tranquillamente 3 bambini per 5 mesi. (Bulletin de l'Académie de médecine, 1882)
Attualmente, la comunità scientifica eredita da tale tradizione storica l’importanza del latte di asina, usato per sostituire il latte umano, studiandone le potenzialità, al fine di utilizzarlo con giusto metodo.
Il vero punto di forza del latte di asina nell’alimentazione infantile è il suo profilo biochimico, molto prossimo al latte umano. Tra le caratteristiche più importanti si evidenzia il tasso di lattosio, il profilo proteico, idoneo alle condizioni di un lattante. Risulta importante valutare come il carico dei reni del neonato alimentato con latte d’asina sia simile a quello di un neonato alimentato con latte materno.
Come è noto, il latte non solo è un alimento specie-specifico ma la sua composizione, anche all’interno della stessa specie, varia a seconda del periodo di lattazione, delle abitudini alimentari della madre nutrice e dello stile di vita. Ed è altrettanto universalmente riconosciuto che il latte materno rappresenti il miglior alimento possibile per ogni neonato/lattante. Nei casi di mancanza o di carenza del latte materno, e comunque al di sotto dei 12 mesi di vita, è necessario supplire con un latte sostitutivo che abbia caratteristiche chimico-fisiche e biologiche le più simili possibile a quelle del latte umano.
Tabella composizione centesimale. Da R. Belli Blanes, (2001) in “IL LATTE DI ASINA A CONFRONTO CON IL LATTE UMANO, CAPRINO, BOVINO E LE FORMULE COMMERCIALI”,
Le caratteristiche merceologiche riscontrate nel latte d'asina, per la somiglianza con il latte umano, permettono di ipotizzarne l'utilizzo per tutti i bambini, secondo i consigli del pediatra e/o del dietologo, già dall’inizio del divezzamento. La scarsità di lipidi, pur rappresentando un problema a causa dell'insufficiente apporto calorico, può essere facilmente bilanciata caso per caso.
Vale la pena sottolineare, inoltre, che rispetto ai pur validi sostituti industriali del latte materno, principalmente a base di proteine del latte bovino o di origine vegetale che hanno subito pesanti trattamenti tecnologici, l'uso di un prodotto naturale come il latte d'asina presenta considerevoli vantaggi.
Il latte d’asina, anche quello liofilizzato intero crudo, mantiene tutte le proprietà biologiche proprie di un latte
naturale che mancano nelle formule a base di proteine intere di latte vaccino o di soia e nelle formule a base di miscele di aminoacidi o di miscele di proteine estensivamente idrolisate.
Le principali funzioni biologiche derivanti dalla componente proteica sono:
• Attività di difesa contro infezioni batteriche e virali esercitata da proteine nella loro forma nativa (intere):
- Azione di difesa aspecifica: immunoglobuline, lattoferrina e lisozima (quest’ultimo presente nel latte d’asina alla concentrazione di 1g/L, in tracce nel latte bovino e mancante in tutte le formule). Tali proteine, e specialmente il lisozima, esercitano un’importante azione antibatterica, rendendo il latte d’asina naturalmente “sterile”, con una carica batterica bassissima anche senza alcun trattamento termico preventivo.
- Proteine associate alle membrane dei globuli di grasso, quali la lattoaderina, con attività specifica contro le infezioni da Rotavirus.
• Attività biologiche esercitate da peptidi derivati dalla digestione fisiologica delle caseine:
- Attività oppiode (favorisce il sonno post-prandiale): Endorfine, Encefaline, Dinorfine
- Attività anti-ipertensiva: peptidi inibitori dell’ACE (Angiotensin I Converting Enzyme)
- Attività di cattura e assimilazione di Calcio e Fosforo: Mineral binding peptides.
Considerando i singoli componenti del latte e soprattutto in confronto con il latte bovino, il latte d’asina presenta:
- Un elevato contenuto in lattosio (glucosio+galattosio), pressoché sovrapponibile a quello del latte umano, che oltre a renderne piacevole il sapore:
i) stimola l’assorbimento intestinale del calcio, influenzando positivamente la mineralizzazione ossea;
ii) riveste il ruolo di probiotico, rappresentando il substrato ideale per un corretto sviluppo della flora microbica intestinale;
iii) fornisce importanti quantità di galattosio, fondamentale per la sintesi dei galattosidi cerebrali.
- Un relativamente basso contenuto in acidi grassi totali, e di conseguenza è meno calorico del latte bovino, ma è ricco in acidi grassi polinsaturi a lunga catena (sono i cosiddetti grassi "buoni", quelli preziosi per l'organismo), che prevalgono anche nel latte materno (52-54%), con elevata percentuale in acido linoleico (w3). L’elevato contenuto in acidi grassi polinsaturi a lunga catena della serie w3, (PUFA-w3), rende il latte d’asina particolarmente interessante per i soggetti affetti da allergia alimentari, specie da allergia alle proteine del latte vaccino (APLV).
- I globuli di grasso del latte d’asina, più piccoli rispetto a quelli del latte bovino e simili a quelli del latte materno, sono ricchi in lattoaderina, la cui struttura è analoga a quella del latte materno e dissimile da quella del latte bovino. Alla struttura della lattoaderina del latte materno e del latte d’asina si deve l’attività antirotavirus specifica riconosciuta a questa proteina, assente nel latte bovino.
- Il latte d’asina contiene quantità simili al latte materno di caseine e sieroproteine, distribuite in un rapporto pressochè paritetico, da cui deriva un’elevata concentrazione in aminoacidi essenziali e una più facile digeribilità.
- Infine, il latte d’asina è stato oggetto di numerosi studi clinici (vedi Bibliografia) per il trattamento delle APLV nei casi di mancanza o carenza del latte materno. Nello studio più recente e più importante (Monti et al. 2009) è riportato che “é stato importante poter usufruire per gli 83 bambini sul totale dei 92 arruolati (90,2%) di un alimento alternativo, gradito e ben tollerato; nonostante la restrittività della dieta cui essi erano sottoposti, il latte d’asina ha favorito un corretto accrescimento staturo-ponderale e una normalizzazione o un mantenimento in valori di normalità dei parametri ematochimici valutati. Ultimo ma non meno importante aspetto è stato il vantaggio psicologico del poter usufruire di un “latte” propriamente detto alternativo al latte bovino, che i bambini hanno consumato sia come tale, sia sotto forma di derivati (es. gelati) o di altri alimenti a base lattea (es. torte, budini, biscotti fatti in casa)”.
tratto da uno scritto del Dr. Amedeo Conti - Biologo
Dirigente di Ricerca in quiescenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Responsabile del Progetto "Sicurezza, Qualità degli alimenti e Salute" del Dipartimento Agroalimentare del CNR
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7. Monti G, Conti A, Pautasso S, Viola S, Bertino E, Fabris C, Baro C, Tovo PA. Elevata tollerabilità del latte di
asina in 92 bambini altamente problematici allergici alle proteine di latte vaccino: uno studio in vivo e in vitro.
Comunicazione orale 65° Congresso Nazionale SIP, 27-30.11.09.
Per info: www.eurolactis.com o www.dydmedicinaintegrativa.it
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Puoi utilizzare il latte di asina in polvere.
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