20 Febbraio 2013

Depressione post partum e importanza del papà

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Un numero rilevante di donne vive difficoltà psicologiche nel post partum dovute all’enorme e profondo cambiamento che l’arrivo di un figlio porta con sé. 

Alcune di queste possono cadere nel tunnel della depressione che rende insopportabile ogni giorno, ogni impegno. La quotidianità diventa un peso troppo grande, prendersi cura del proprio bambino un compito enorme rispetto al quale non ci si sente mai sufficientemente adeguate. E così ogni pianto del piccolo diventa la conferma della propria incapacità, pensiero opprimente che fa sparire la possibilità di vedere tutto ciò che c’è di positivo nell’avere un neonato che cresce grazie alle nostre cure e al nostro amore.
Ancora di più se accanto non c’è nessuno che ci aiuta a ricordarlo.

Incidenza della depressione post partum

La *depressione post partum*, che in Italia ha un incidenza del 10-15%, è un fenomeno che ha un impatto individuale, familiare e sociale importante.
La sofferenza maggiore è a carico della donna, neo mamma, la cui autostima viene minata su tutti i livelli: individuale, di coppia, e di relazione con il neonato. E’ importante considerare che tale stato depressivo assume una forma particolarmente devastante nel post partum perché i sentimenti di tristezza e abbattimento sono in assoluto contrasto con le aspettative sociali e personali di gioia e felicità legate all’evento nascita.

Il Baby Blues NON è depressione post partum 

Bisogna distinguere subito la depressione post partum dal baby blues o maternity blues un disturbo emozionale lieve e transitorio caratterizzato da pianto, stanchezza, ansia, ipersensibilità che generalmente si risolve con una completa e spontanea remissione entro le prime due settimane successive al parto.

Con il termine depressione post partum invece ci si riferisce ad un episodio depressivo che insorge tra le tre e le otto settimane successive al parto e si protrae determinando una importante compromissione della capacità di funzionamento della donna.

Sintomi della depressione post partum

Le mamme che sperimentano una depressione post natale possono sentirsi stanche, affaticate nell’assolvere il ruolo di genitore, possono avere ridotte capacità di concentrazione e decisionali, disturbi del sonno, disturbi dell’appetito, possono provare tensione e panico, diminuzione o perdita di interesse per quasi tutte le attività che prima erano piacevoli, senso di disperazione e a volte avere pensieri suicidi, possono sentirsi apatiche nei confronti del bambino, avere notevoli difficoltà di gestione della relazione con il piccolo quali per esempio il riconoscimento dei bisogni reciproci, ma anche al contrario possono sperimentare una eccessiva preoccupazione e ansia nella cura del bambino che si manifesta con attenzioni ossessive per il neonato in qualsiasi momento della giornata, anche mentre dorme.

Quali sono i fattori di rischio della depressione post partum?

I fattori più incidenti nell’esplosione e nel mantenimento di una depressione post partum possono essere fattori di personalità quali fragilità psicologica, esperienze familiari negative e temperamento del bambino (spesso in compresenza con altri fattori di rischio quali scarso supporto sociale e coniugale), eventi stressanti quali lutto, perdita del lavoro, parto cesareo inaspettato, cambiamenti ormonali, assenza di sostegno sociale, privazione di sonno e rapporto coniugale non soddisfacente.

Rapporto di coppia come fattore protettivo o di rischio

La coppia inizia ad elaborare già durante la gravidanza modalità tipiche di interazione nel ruolo di genitori sia rispetto a questioni organizzative, come la suddivisione dei compiti, sia rispetto al coinvolgimento nel rapporto con il figlio.
I genitori cominciano a costruire rappresentazioni di sé, dell’altro e della coppia che includono aspetti nuovi che si sovrappongono a quelli già noti che entrano in gioco nella relazione tra partner.
Entrambi i futuri genitori possono costruire la loro competenza genitoriale che insieme al legame preesistente può costituire un prerequisito per l’adattamento della coppia al ruolo genitoriale, funzionando come fattore protettivo dell’evento gravidanza e nascita rendendo quindi i partner meno vulnerabili. Infatti il potersi pensare competenti ed efficaci si accompagna ed è intrecciato, alla costruzione di quell’alleanza genitoriale tra i partner che è considerata un compito indispensabile in questa fase.
Il clima di sostegno e complicità permette ai genitori di sentirsi entrambi parte del progetto di vita del nascituro, oltre che di sentirsi vicini per emozioni e vissuti, dal momento che entrambi affrontano rischi, entrambi hanno fronti aperti di difficoltà, ma trovano nella nuova relazione come genitori un forte supporto che determina un reciproco e sano adattamento al ruolo genitoriale.

Nel periodo del puerperio il rapporto con il proprio partner riveste per la donna un’importanza fondamentale.
Molti studi hanno dimostrato che le donne affette da depressione post partum riferiscono relazioni insoddisfacenti con il partner. Altri studi hanno dimostrato che la soddisfazione percepita delle madri riguardo ai loro partner è correlata con la presenza di interazioni positive madre – bambino.

Qual è la funzione del partner nella delicata esperienza del post partum?

La nascita di un figlio rappresenta un’esplosione che determina un momento in cui le donne sono maggiormente esposte a difficoltà emotive e a reazioni di carattere depressivo legate non solo ai mutamenti fisici e ormonali, ma anche ai cambiamenti del proprio ruolo sessuale femminile di donna e di madre.
La funzione dell’uomo, in questi casi, è quella di aiutare la propria compagna a superare le difficoltà mantenendo la sofferenza e la problematicità a livelli tollerabili.

Quando nasce un bambino la famiglia si riorganizza praticamente e mentalmente, la neo mamma vive quello che Donald Winnicott chiamava preoccupazione materna primaria, uno stato di regressione utile al prendersi cura del bambino, e la funzione del partner, in questo momento così particolare, sembra essere quella di fornire alla propria compagna supporto emotivo e sicurezza proteggendola da un’eccessiva sofferenza psicologica. Questa funzione antidepressiva può essere interpretata in termini di base sicura.

I padri preoccupati, troppo emotivi o depressi, possono, quindi, costituire uno svantaggio per l’equilibrio emotivo della propria compagna e per il buon andamento del rapporto tra madre e bambino.
Studi svolti sulle coppie nel periodo che va dalla gravidanza al post-partum hanno dimostrato che le donne affette da disturbi affettivi post-partum hanno frequentemente un partner che manifesta disturbi emotivi già dai primi mesi della gravidanza.
Questo dato è molto significativo in quanto testimonia l’importanza per la donna impegnata a diventare madre, di condividere l’esperienza con un partner protettivo e affidabile. 


di Emanuela Cioccolanti
Psicologa Psicoterapeuta individuale familiare e di coppia.
Lavora a Roma e si occupa prevalentemente di preparazione all'evento nascita e al post partum con un'attenzione particolare al rischio di depressione post partum.
Effettua incontri individuali con le future o neo mamme, di coppia per sostenere l'alleanza genitoriale nel difficile compito di prendersi cura del bambino e familiare per riflettere sulle strategie più efficaci di accudimento primario (sonno, alimentazione, gioco).
Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 349 3687039

 

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Barbara Siliquini

Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo, donna in carriera, sono diventata una mamma allattona, spesso alternativa e innamorata del grande universo della nascita dolce, dell'alto contatto, della vita consapevole. Così è nato GenitoriChannel, per condividere con tutti: i dubbi nell'essere genitori, le scoperte, l'idea del rispetto come primo valore della genitorialità, i trucchi per vivere il quotidiano con leggerezza e con consapevolezza.

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