In realtà, allattare e lavorare si può. Non solo. Proprio l'allattamento può rappresentare un valido alleato della mamma e del bambino che si trovano ad affrontare l'esperienza delicata del distacco. Solo che non lo sappiamo. Perchè nella nostra società si tende a pensare che allattamento e lavoro siano incompatibili o comunque difficilmente conciliabili. Il contesto non aiuta. Parenti, amici e conoscenti spesso sottolineano quanto sia stancante per la mamma portare avanti le poppate. “L'allattamento ti sta consumando” le viene ribadito, sottolineando (ahimè) il suo pallore e le sue occhiaie. Le intenzioni sono buone, eh. Per carità. Ma come mai a nessuno viene in mente di suggerire alla mamma di non lavare i pavimenti o di non stirare le camicie del marito? Quello sì è stancante! E invece no, le si raccomanda di non allattare, l'unica cosa che può fare comodamente seduta sul divano, occupandosi del suo bambino e rilassandosi allo stesso tempo.
Perchè lavorare e accudire un bimbo piccolo che ha ancora tanto bisogno di attenzioni, tempo, disponibilità, è faticoso, diciamolo. Molto faticoso. Soprattutto all'inizio quando sia la mamma sia il bambino devono “prendere il ritmo” e trovare nuovi equilibri. C'è bisogno di sostegno pratico e morale. Sarebbe davvero utile qualcuno che dà una mano nella gestione delle faccende domestiche e sarebbe davvero utile avere accanto delle persone incoraggianti che fanno sentire alla mamma il loro apprezzamento e la loro considerazione per i suoi sforzi.
Insomma, anziché offrire consigli non richiesti (primo tra tutti quello di non allattare), quanti circondano la donna potrebbero darsi da fare e per la mamma sarebbe tutto meno faticoso.
Tornando all'allattamento. Le mamme che hanno allattato e lavorato raccontano che le poppate aiutano mamma e bimbo a ritrovarsi dopo il tempo trascorsi lontani. E hanno un effetto rassicurante. Per il bambino, che viene tranquillizzato da questo gesto consueto (la mamma non è più presente come prima, ma quando c'è è tutto come prima), e per la mamma che con il suo bimbo tra le braccia si lascia dietro le spalle pensieri, preoccupazioni (sensi di colpa?!) e si sente bene, si sente... a casa.
Ecco perchè è importante offrire alle donne le informazioni necessarie per riuscire, se lo desiderano, a continuare ad allattare. Ed ecco perchè è importante cambiare pian piano la cultura della nostra società che troppo spesso mette in secondo piano le esigenze delle mamme e dei loro bambini e che non offre strumenti adeguati alle madri lavoratrici per conciliare lavoro e affetti, realizzazione professionale e cura del loro bambino...
Giorgia Cozza
Giorgia Cozza, giornalista comasca collabora con varie riviste specializzate occupandosi di gravidanza, allattamento, psicologia, salute della mamma e del bambino.
È autrice di vari testi dedicati ai genitori: E adesso… cresco (Sfera-RCS editore, 2007), E adesso... regole (Sfera-RCS, 2012), Bebè a costo zero (Il leone verde, 2008 e Mondadori 2012), Quando l'attesa si interrompe (Il leone verde, 2010), Goccia di vita (Ave, 2010), Me lo leggi? (Il leone verde, 2012), Allattare e lavorare si può (Da mamma a mamma, 2012), Allattare è facile! e La pappa è facile! (Il leone verde, 2012).
È co-autrice di Allattamento al seno (De Agostini, 2011).
Per i più piccoli ha scritto le Storie di Alice, collana per bimbi da 0 a 6 anni (Il leone verde) e La cuginetta che viene da lontano (Ave, 2012)
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Vi ricordiamo di partecipare a Io allatto alla luce del Sole 3 è un modo per sostenere l'allattamento come situazione normale.
Commenti
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