Devo essere sincera, mi sono sempre sentita abbastanza inadeguata per il fatto di non essere una persona a cui piace "giocare", mio fratello in questo è un campione, è capace di fare le scenette con i pupazzi per ore, io dopo due minuti mi sono già annoiata, per non parlare della, per fortuna breve, fase in cui mia figlia voleva sempre giocare con me alle Barbie.
Poi ho letto questo articolo di Peter Gray e finalmente ho trovato la chiave che mi serviva per divertirmi davvero insieme ai miei figli. Peter Gray è Professore al College di Boston e autore di diversi libri sulla psicologia evolutiva. Le sue ricerche si concentrano soprattutto sull'apprendimento naturale e sul valore del gioco.
Avevo già tradotto e pubblicato un altro bellissimo articolo intitolato "Il genitore sufficientemente bravo è il migliore genitore" e oggi voglio condividere con voi questo interessante articolo sul tema del gioco tra genitori e figli perché anche voi possiate trovare la vostra chiave nel gioco.
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Se cercate su Google la frase "giocare con i figli" troverete un sacco di esperti che vi dicono quanto sia importante che i genitori giochino con i figli per entrambe le parti. Lo descrivono come un modo per conoscere il vostro bambino e creare con lui un legame, un modo per divertirsi e migliorare la vostra salute insieme al vostro bambino ed un modo per aiutarlo ad imparare nuove abilità.
Troverete anche, però, messaggi di genitori , soprattutto le mamme, che confessano che giocano con i loro figli perché si sentono in colpa e che, a dire la verità, odiano giocare con loro.
Il problema dei bambini che sottomettono i genitori nel gioco
Molti di coloro che hanno il coraggio di ammettere che odiano giocare con i propri figli (o almeno che a volte non è piacevole giocare insieme) hanno imparato dagli esperti che non dovrebbero condurre il gioco e che dovrebbero permettere al bambino di prendere l'iniziativa. Ma seguono questa teoria troppo alla lettera.
Il problema è che il modo in cui i bambini vogliono giocare spesso non è il modo in cui i genitori vogliono giocare.
Per prima cosa, i bambini amano fare la stessa cosa dannatamente più e più e più volte. Sono programmati così. È così che si impara; è così che si pratica un'abilità fino a quando non si riesce a padroneggiarla. Ma i genitori, comprensibilmente, non vogliono ripetere sempre lo stesso gioco, almeno non con la particolare ossessione con cui vuole farlo il bambino. Una mamma, il cui figlio le ha chiesto di giocare a "Discoball" con lui, più volte, sempre allo stesso modo, ha scritto : "Certo, è stato divertente le prime 500 volte ... ma ora sta cominciando a essere logorante."
I bambini a volte vogliono anche sottomettere i loro genitori nel gioco solo per il gusto di essere loro a comandare.
Diventano piccoli tiranni, e alcuni genitori lo permettono perché pensano che sia giusto così. Per esempio, una mamma ha descritto come la figlia, nel gioco "facciamo finta che...", ha chiesto alla mamma che dicesse esattamente ciò che la figlia le suggeriva e solo nel preciso momento in cui la figlia le dava il permesso di parlare. La figlia si arrabbiava quando la mamma variava le sue battute o non le diceva al momento giusto.
La figlia poteva essere creativa, ma la madre non poteva. Per la madre, quindi, questo non era giocare. La mamma diventava un pupazzo umano non un compagno di giochi. Non c'è da stupirsi che lei odiasse giocare in quel modo.
Quindi, ecco un problema che si verifica quando genitori e figli giocano insieme. Noi - e quando dico "noi" non intendo "noi papà", intendo "voi mamme" - ci siamo fatti fare un lavaggio del cervello e crediamo che il nostro compito sia quello di soddisfare le esigenze dei nostri figli praticamente sempre, a volte dicendo loro esattamente ciò che dovrebbe fare e altre volte andando dietro ad ogni loro capriccio.
In alcuni contesti siamo i padroni, perché pensiamo che siamo tenuti a farlo per il loro bene. Ma in altri contesti, e in particolare nel gioco, pensiamo erroneamente che il nostro compito sia quello di permettere ai nostri figli di comandarci
Ma agire come un capo, in entrambe le direzioni, distrugge il gioco e alla fine distrugge le relazioni. Giocare richiede negoziazione e richiede un accordo in modo che le esigenze di tutti siano soddisfatte, non è bullismo e sottomissione.
Nessun bambino che rispetti se stesso tollererebbe di essere sottomesso in questo modo. Un compagno di giochi che si annoiava dopo 500 giri di "Discoball" avrebbe detto in effetti: "o giochiamo a qualcosa di diverso ora o me ne vado." Nel gioco di ruolo, qualsiasi compagno di giochi a cui fosse impedito di avere una parte creativa avrebbe immediatamente protestato, e se la protesta non avesse avuto successo avrebbe smesso di giocare.
La capacità di esprimere dispiacere, di ribellarsi, di smettere, è ciò che rende il gioco un veicolo potente per l'apprendimento sociale. Quando consetniamo ai bambini di dominarci nel gioco, di non essere attenti alle nostre esigenze e ai nostri desideri, distruggiamo il valore sociale del gioco. Non stiamo facendo ai nostri figli un favore "giocando" con loro in questo modo. Potremmo, al contrario, trasformarli in marmocchi viziati.
Il problema dei genitori che sottomettono i bambini nel gioco
L'errore opposto, naturalmente, è di essere noi genitori a dominare i bambini nel gioco, o, in casi estremi, di prendere il controllo del gioco e lasciare i bambini fuori del tutto. I papà sono generalmente più colpevoli di questo rispetto alle mamme, ma ho visto anche mamme che lo fanno.
Si inizia costruendo qualcosa insieme, forse un castello di sabbia o uno di quei kit Lego orribili che è stato progettato per un modello finale specifico e si viene coinvolti così tanto e riuscite così meglio di vostro figlio, che prendete completamente il controllo del gioco, o dite a vostro figlio esattamente cosa fare, quindi ora il gioco è diventato solo vostro e non più del bambino.
Mi ricordo che, anni fa, quando mio figlio era piccolo, abbiamo aderito ad un gruppo chiamato "guide indiane", che avrebbe dovuto fornire l'opportunità di rafforzare il legame tra i padri e i loro figli piccoli. Una delle attività è stata la creazione di macchinine di legno da portare per gareggiare in un derby. Ho pensato che l'intento fosse quello di far costruire al bambino la macchina e che il papà avrebbe avuto il ruolo di aiutante per esempio mostrando al bimbo come utilizzare gli strumenti in modo sicuro ed efficace, oppure mostrandogli il modo per pulire i pennelli dopo. Ero molto orgoglioso della piccola auto che stava costruendo mio figlio di 8 anni, e lui sembrava divertirsi nel costruirla. Sembrava un gioco davvero costruttivo per lui.
Ma quando ci siamo presentati al derby, auto in mano, siamo rimasti entrambi mortificati. Tutte le altre vetture erano perfettamente costruite, splendidamente dipinte e lucidate. Ero stupito dalla maestria di tutti gli altri padri. Era evidente che i bambini non avevano giocato alcun ruolo tranne forse guardare o fare pochi compiti in conformità con le istruzioni precise dei padri. Forse l'evento ha fornito, in una certa misura, un'opportunità di apprendimento per i bambini mentre guardavano i loro padri, ma sicuramente non è stato "giocare" per loro. In ogni caso, io e mio figlio abbiamo sentito il forte desiderio di strisciare a casa e lanciare la nostra macchina, che sembrava essere stata costruita da un bambino di 8 anni, nel cestino.
Il triste motivo per cui i genitori di oggi sentono che è loro dovere giocare con i propri figli
Giocare non dovrebbe mai essere un dovere; dovrebbe essere sempre un divertimento. Giocare, per definizione, è qualcosa che si vuole fare; quindi se "giocate" con vostro figlio senza volerlo davvero, non state giocando.
David Lancy - autore di The Anthropology of Childhood - è forse il maggior esperto mondiale sui rapporti genitori-figli in tutto il mondo, lui dice che l'idea che i genitori dovrebbero giocare con i propri figli è un'idea unicamente moderna e occidentale. In altre culture, e anche nella nostra fino a questi ultimi decenni, i bambini hanno sempre avuto altri bambini con cui giocare. I genitori non sentivano il bisogno di giocare con i bambini e i bambini non avevano particolarmente voglia di giocare con gli adulti, perché i bambini avevano un sacco di altri bambini di tutte le età come compagni di gioco interessanti.
Gli adulti di queste culture giocano con i bambini ma lo fanno nel modo in cui scelgono di farlo. A volte i bambini si uniscono al gioco e va bene per gi adulti ma solo fino a quando i bambini non rovinano il gioco. E a volte gli adulti, soprattutto giovani, si uniscono al gioco dei bambini, solo perché vogliono giocare, il che ava bene per i bambini ma solo fino a quando gli adulti non rovinavano il loro gioco. Quando gli adulti giocano con i bambini, non è mai per senso del dovere; è solo per divertimento. Tutto questo sembra essere particolarmente vero per le culture di cacciatori-raccoglitori, secondo i rapporti antropologici. E' stato inoltre generalmente vero per le comunità negli Stati Uniti in cui sono cresciuto, nel 1950.
I bambini naturalmente sono compagni di gioco migliori per i bambini rispetto agli adulti. E' più facile che abbiano interessi simili, un'ironia simile e livelli di energia simili. Hanno meno probabilità di essere condiscendenti o di cercare di trasformare il gioco in un'opportunità di insegnamento deliberata e noiosa. Ho sostenuto altrove che il gioco tra bambini di età mista può essere particolarmente utile per i bambini: per i più grandi e per i più piccoli, ma quando si parla di qualcuno che ha più di 30 anni che gioca con qualcuno che ne ha meno di 10, il divario può essere difficile (se non impossibile) da colmare pur mantenendo il vero spirito del gioco.
Noi - e dovremmo sentirci responsabili per questo - abbiamo creato un mondo in cui i bambini non possono semplicemente andare all'aperto e trovare altri bambini con cui giocare senza gli adulti che guardano e che intervengono rovinando il gioco. Questa è la prima volta nella storia dell'umanità (al di fuori dei periodi e luoghi di schiavitù e del lavoro minorile intenso) che i bambini non sono in grado di giocare liberamente con altri bambini, per ore e ore ogni giorno.
Naturalmente ci sentiamo in colpa per questo, e dovremmo. Ma dovremmo usare il nostro senso di colpa per risolvere il vero problema. Abbiamo bisogno di trovare il modo per permettere ai nostri bambini di giocare liberamente con altri bambini, non cercare di riempire noi quel vuoto, un vuoto che siamo male attrezzati per riempire.
Alcuni modi divertenti per giocare con i bambini
OK, dopo tutto questo, ho una confessione da fare. Mi piace giocare con i bambini, e ho anche alcuni ricordi di bambino in cui giocavo con gli adulti. Io, in realtà, penso che la maggior parte degli adulti si divertirebbero a giocare con i bambini se riuscissero a trovare, insieme con i figli, una modalità di gioco che si adatti alle abilità e agli interessi di tutti. Come parte della mia ricerca ho guardato a volte gli adolescenti mentre giocano con bambini molto più piccoli, e sono spesso brillanti nel trovare il modo di giocare che sia divertenti per tutti. Possiamo imparare qualcosa sul gioco con i bambini guardando gli adolescenti mentre lo fanno. Gli adolescenti, dopo tutto, sono stati bambini fino a pochi anni fa, e non hanno dimenticato quello che piace ai bambini o il modo di divertirsi con le stesse cose. E gli adolescenti non hanno paura di essere assertivi e di insistere affinchè le modalità di gioco siano divertenti per loro così come per i più piccoli.
Ruzzolare insieme
La maggior parte dei bambini piccoli amano inseguire e rotolarsi con i bambini più grandi o con gli adulti. L'adulto può essere il mostro, che sta andando a prendere il bambino per mangiarlo a colazione. Il piccolo strilla di gioia mentre fugge, e l'adulto si diverte con questi gridolini. Tutti ridono in maniera incontrollata. O l'adulto può sdraiarsi sulla schiena (di solito si tratta di un "lui" che interpreta iquesto ruolo ma non sempre) e ruotare il piccolo su e giù con le gambe, o volteggiarlo sopra la sua testa, sul divano o sopra una pila di cuscini o foglie. Oppure può gettare il piccolo in aria per poi riprenderlo, o può metterlo a cavalluccio. In tutti questi giochi entrambi i giocatori fanno parecchio esercizio, il piccolo sta godendo di un meraviglioso brivido, e l'adulto sente l'emozione, anche, indirettamente, se non direttamente.
Inutile dire che, in tale gioco è fondamentale, sempre, che l'adulto sia in sintonia con le espressioni del bambino di gioia o di paura . Se la paura comincia a dominare e la gioia si abbassa, è necessario fare marcia indietro. L'adulto deve regolare l'intensità di gioco, sempre, per livellarla con le reazioni del bambino. Ciò che è meravigliosamente emozionante per un bambino potrebbe essere terrificante per un altro.
Giochi all'aperto
Ho grandi ricordi di picnic - a volte erano picnic sindacali (il mio patrigno era un sindacalista), a volte picnic della chiesa, a volte riunioni di famiglia - in cui abbiamo giocato a qualche gioco tutti insieme. Di solito era softball. C'erano donne e uomini, ragazze e ragazzi, adolescenti e bambini piccoli. Seguivamo delle regole che rendevano il gioco divertente per tutti, come lanciare dolcemente per i piccoli o far battere i forti ragazzi adolescenti e i giovani uomini con un manico di scopa e saltando su una gamba sola intorno alle basi. C'era qualcosa di speciale e meraviglioso in questi giochi che riunivano le generazioni. Da bambino non avrei voluto giocare in questo modo per tutto il tempo ma è stato bello farlo due o tre volte l'anno a quei picnic.
Giochi da tavolo o carte
Una grande idea, a mio avviso, è quella di stabilire "la serata del gioco" settimanale, in cui tutti coloro che ne hanno voglia giocano a qualche gioco insieme. Il trucco è quello di trovare un gioco che piace a tutti, in modo che tutti vorranno giocare. Nella mia famiglia di origine, nel 1950, il gioco che apprezzavamo di più era canasta, un gioco di carte. Ci piaceva passare le serate a giocare a canasta e, quando avevamo parenti o amici in visita, anche loro volevano giocare con noi. La cosa grandiosa di canasta è che per vincere bisogna avere una certa abilità, quindi non è solo fortuna, ma l'abilità necessaria si impara facilmente e un bambino di 7 anni volendo può diventare bravo come un adulto. Ci sono molti altri giochi di carte e da tavolo con la stessa caratteristica. Alcune famiglie che conosco amano fare sciarade insieme. I piccoli sono spesso molto bravi a farle; sono attori naturali, naturalmente creativi e aggiungono divertimento per tutti.
Beh, queste sono solo un paio di idee per pensarci. L'idea principale è questa: se volete giocare con vostro figlio, dovete essere sicuri di trovare il modo di farlo che sia un divertimento per voi così come per il vostro bambino.
Dovrebbe essere una gioia, non un dovere. Avete il dovere invece, riguardo al gioco dei bambini, di capire come aiutare vostro figlio a giocare liberamente e spesso con altri bambini, senza gli adulti, che è il pane e il burro del gioco tra bambini. Il gioco che fate con vostro figlio è solo un momento speciale per entrambi.
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di Peter Gray
Traduzione a cura di Barbara Lamhita Motolese
Questo articolo è stato tradotto dall'inglese con il permesso dell'autore, potete trovare l'articolo originale sul sito Psichology Today
Immagini dell'articolo: father and son e mother sitting on the couch on Shutterstock.com