Ho incontrato questo articolo di Peter Gray in una di quelle giornate in cui la mia autostima come genitore non era diciamo ai massimi livelli. Man mano che leggevo però qualcosa dentro di me cominciava a risollevarsi, alla fine dell'articolo avevo cambiato completamente umore e rimesso le cose del giusto ordine di priorità; gli ho subito chiesto autorizzazione a pubblicarlo in italiano e lui ha acconsentito felicemente...dedico questa traduzione a cura di GenitoriChannel a tutti i genitori "sufficientemente" bravi che conosco, a quelli che non sanno di esserlo e anche a quelli che non lo sono ma a cui basterebbe solo una pacca sulle spalle per poterlo diventare.
Data la lunghezza del testo originale l'articolo è diviso in due parti. Leggete la prima parte "Il genitore *sufficientemente* bravo è il migliore genitore" e poi continuate di seguito
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I genitori sufficientemente buoni provvedono a fornire l'aiuto di cui i loro bambini hanno bisogno e vogliono, ma non più di quanto hanno bisogno o vogliono.
[Questa è l'osservazione che viene più da me, anche se ho il sospetto che Bettelheim sarebbe d'accordo.] I bambini vengono al mondo progettati dalla natura per voler fare da soli esattamente ciò che possono fare da soli. Questo è il modo in cui si muovono continuamente verso l'età adulta.
I genitori *sufficientemente* bravi capiscono questo concetto intuitivamente, in modo da permettere ai loro figli la libertà di rischiare e di fare per se stessi quello che possono, permettono ai figli di fare errori e di fallire, perché sanno che gli errori e i fallimenti sono inevitabili componenti di apprendimento.
Quando forniscono aiuto, lo fanno completando e sostenendo gli sforzi del bambino piuttosto che sostituendosi completamente a lui.
L'obiettivo è quello di consentire al bambino di fare di più da solo, per favorire lo sforzo del bambino verso l'indipendenza, non per interferire con esso.
Gli strumenti principali di una genitorialità sufficientemente buona sono: la riflessione consapevole, la maturità, e l'empatia.
I genitori *sufficientemente* bravi non seguono ciecamente i consigli degli "esperti" o le ultime mode genitoriali, e non sono eccessivamente preoccupati di come gli altri giudicano la loro genitorialità. Essi sono più propensi a cercare i consigli di amici e parenti che conoscono direttamente la famiglia piuttosto che quelli degli esperti che non conoscono la situazione.
Il loro scopo è quello di aiutare il loro bambino a raggiungere ciò che il bambino vuole e ha bisogno di raggiungere, non è quello di dimostrare al mondo che sono genitori meravigliosi o quello di proteggersi dalle critiche. Per sapere come sostenere meglio i loro figli, i genitori *sufficientemente* bravi si sforzano di capirli, e i principali strumenti per farlo sono la riflessione consapevole, la maturità (che include la pazienza), e l'empatia.
Come già detto, il rapporto genitore-figlio è in qualche modo sbilanciato e in altri modi non lo è. Il genitore è più consapevole, più in grado di capire le cose, più maturo rispetto al bambino. I bambini, che già si sentono insicuri, sarebbero molto più insicuri se sentissero che i loro genitori non sono competenti per affrontare i problemi della vita più di di quanto lo siano loro. La maturità conta.
I genitori *sufficientemnete* bravi sanno che devono andare oltre la metà perchè la relazione genitore-figlio funzioni.
E' compito del genitore capire il bambino; non è necessariamente compito del bambino capire il genitore.
Tutti i genitori sono stati bambini, così ricordando la loro infanzia possono capire i loro figli; ma i bambini non sono mai stati i genitori.
Ecco le parole di Bettelheim:
"I nostri ricordi della nostra infanzia ci renderanno pazienti e comprensivi; e nel momento in cui ci rendiamo conto che, nonostante l'ostinazione, nostro figlio soffre ora come noi abbiamo sofferto allora, quando riconosciamo in lui tanto di come eravamo noi, in quel momento il nostro amore per lui farà ritorno... i genitori *sufficientemente* bravi si sforzano di valutare e rispondere a questioni sia dal loro punto di vista di adulti sia dal punto di vista, ben diverso, del bambino, e si sforzano di basare le proprie azioni su una ragionevole integrazione dei due punti di vista, pur accettando che il bambino, a causa della sua immaturità, è in grado di capire le cose solo dal suo punto di vista... Così il genitore *sufficientemente* bravo, oltre ad essere convinto che qualunque cosa faccia il suo bambino lo fa perché in quel momento è convinto che questo è il meglio che possa fare, si chiede anche: 'Che cosa mai mi farebbe agire come il mio bambino agisce in questo momento? E se mi fossi sentito costretto ad agire in questo modo, cosa mi avrebbe fatto sentire meglio? '"
Non credo che Bettelheim sia del tutto corretto nella sua dichiarazione che i bambini possano capire solo i propri punti di vista. Ho visto anche bambini che sembrano avere notevoli intuizioni circa il funzionamento della mente dei genitori. Ma sono certamente d'accordo con lui che la comprensione del punto di vista dell'altro deve essere molto più una responsabilità del genitore che del bambino.
L'empatia è la chiave di ogni relazione di successo, e i genitori *sufficientemente* bravi devono sapere che sono loro a dover prendere l'iniziativa di essere empatici, perché è più facile per loro entrare nella mente del bambino che per il bambino entrare nella mente del genitore.
Ancora una volta, le parole di Bettelheim:
"L'empatia, così importante per la comprensione del bambino da parte dell'adulto, richiede di considerare l'altro come un pari, non per quanto riguarda la conoscenza, l'intelligenza, o esperienza, e certamente non nella maturità, ma per quanto riguarda i sentimenti che motivano tutti noi."
La comprensione da parte del genitore dei sentimenti del bambino, e il rispetto per questi sentimenti, è il primo passo per essere utile.
I genitori *sufficientemente* buoni sono convinti che la loro genitorialità *sufficientemente* buona è davvero buona a sufficienza
I genitori che si sentono sicuri circa la loro genitorialità saranno più calmi e pazienti, meno ansiosi nella loro genitorialità, e sapranno quindi fornire una maggior fonte di sicurezza per i loro figli, rispetto ai genitori che non si sentono così sicuri.
Nelle parole di Bettelheim:
"La sicurezza traballante del bambino dipende, come si sa bene, non dalle sue capacità di proteggere se stesso, ma dalla buona volontà degli altri. E' presa in prestito dalla sicurezza dei suoi genitori... Essere un genitore *sufficientemente* bravo richiede quindi che noi stessi siamo convinti di esserlo."
Verso la fine del libro, Bettelheim aggiunge:
"Anche se non siamo perfetti, siamo davvero genitori *sufficientemente* bravi se, per la maggior parte del tempo, amiamo i nostri figli e facciamo del nostro meglio per fare loro del bene. Questa saggezza, o verità, ci possono proteggere contro la follia di pensare che tutto ciò che un bambino fa, dipenda solo da noi. Molto di ciò che fa ha soprattutto a che fare con se stesso e solo indirettamente o perifericamente collegato con noi e con quello che noi facciamo"
Questo ultimo punto riguarda il valore dell'umiltà. I genitori *sufficientemente* bravi riconoscono che l'universo del bambino non ruota attorno ai genitori.
Le azioni dei nostri figli non sono motivate primariamente dal desiderio di compiacerci o farci del male, ma per motivi che hanno a che fare con i loro tentativi di trovare il proprio posto nel mondo.
Se siamo genitori *sufficientemente* bravi, non prendiamo molto credito, nè tanto biasimo, per le azioni dei nostri figli; dobbiamo solo concentrarci sulla comprensione e aiutare quando il nostro aiuto è richiesto.
Articolo tradotto dal blog di Peter Gray su www.psychologytoday.it
di Peter Gray
Ricercatore al Boston College, autore di Free to Learn : le sue ricerche e i suoi scritti si concentrano primariamente sulle modalità in cui i bambini imparano naturalmente e sul valore del gioco.
traduzione a cura di Barbara Motolese
Immagini: Happy family e happiness father on shutterstock.com