La causa più probabile di questo doloroso disturbo è un attacco non corretto del bambino al seno, per cui il capezzolo non è abbastanza in profondità nella sua bocca, ma resta dentro il bordo gengivale, subendo una frizione meccanica.
In casi più rari, le ragadi possono essere causate da una particolare conformazione o postura della lingua o della bocca del bambino: ci sono bambini che hanno un frenulo della lingua troppo corto (il pezzettino di pelle che ancora la lingua al palato inferiore) e che, perciò, non riescono a estenderla oltre il bordo gengivale; altri bambini tengono la lingua retratta non per incapacità a estenderla, ma per una sorta di abitudine a tenerla in quel modo.
In entrambi i casi, la lingua del bambino andrà a strofinare contro il capezzolo della madre, ferendolo ed escoriandolo sulla punta. Ci sono bambini che tendono a serrare le gengive, causando dolore da compressione e ragadi alla base del capezzolo.
Cosa fare quando ci sono le ragadi
In questo video l'esperta di allattamento Katia Micheletti ci spiega cosa sono le ragadi e come trattarle
La posizione del bambino e l'attacco al seno
Poiché le ragadi sono causate, nella maggior parte dei casi, dalla lingua del bambino che strofina sul capezzolo, per un cattivo posizionamento del bambino al seno o per un attacco scorretto, la prima cosa da fare è verificare l’attacco al seno.
- E’ importante, infatti, che il bambino sia posizionato in modo che il suo mento sia ben affondato nel seno e che riesca a prendere un grosso boccone di areola in modo asimmetrico, ovvero più areola nella parte inferiore del seno e meno dalla parte superiore.
- In questo modo il capezzolo, in bocca al bambino, punterà verso il palato molle, anziché verso la lingua che, sfregandolo, lo lesionerebbe causando le ragadi.
- Il corpo del bambino deve essere allineato e ben sostenuto in modo che il bambino non debba girare la testa per poppare o debba stringere le gengive per trattenere un seno che gli scivola via.
- Se il seno è molto teso e edematoso, il bambino potrebbe non riuscire a prendere in bocca una bella porzione di seno, attaccandosi solo alla punta del capezzolo, lesionandolo. In questi casi, si può ricorrere alla tecnica della pressione inversa per ammorbidire l’areola, consentendo al bambino di attaccarsi correttamente.
Con questi accorgimenti è possibile che la mamma trovi sollievo al dolore e inizi la fase di cicatrizzazione della ferita. Se il problema non si attenua, il contatto con una consulente professionale è molto utile per valutare la situazione, capire la causa e intervenire per curare la ragade.
I rimedi quando ci sono le ragadi
Una volta scoperte le cause che hanno portato il bambino a provocare le ragadi alla mamma, si può usare qualche accorgimento per farle cicatrizzare più velocemente.
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L'impacco con acqua calda: il rimedio più efficace
E’, senz’altro, utile e di comprovata efficacia, secondo le ultime evidenze fare un impacco con una compressa bagnata di acqua calda subito dopo la poppata per attenuare il dolore.
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Il latte materno è antibatterico e cicatrizzante
In seguito agli impacchi, si spreme qualche goccia di latte materno, si spalma sulla ragade e si lascia asciugare, dato che ha un potere antisettico e cicatrizzante.
Se le ragadi si infettano il medico può prescrivere una pomata antibiotica.
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I prodotti topici funzionano?
Da una recentissima metanalisi (cioè uno studio dei risultati di tutti le ricerche scientifiche disponibili sul tema) è risultato che né la lanolina, né i cuscinetti di idrogel, né altri prodotti topici hanno un’efficacia superiore agli impacchi di acqua calda e al latte materno usato come descritto sopra.
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Tenere i capezzoli asciutti
I capezzoli devono rimanere asciutti e, perciò, si suggerisce di non tenere addosso coppette assorbilatte bagnate o umide che contribuiscono ancor più a macerare la pelle.
Se si tende a perdere molto latte, si può ricorrere alle conchiglie raccogli latte forate. Queste sono dei dispositivi da mettere fra il seno e reggiseno (avendo l’accortezza di usare un reggiseno molto più largo), che evitano lo strofinamento della stoffa degli abiti sui capezzoli, tenendoli asciutti e raccogliendo le eventuali perdite di latte (il latte raccolto, non va usato per il bambino perché, a temperatura corporea, si deteriora rapidamente).
Queste conchiglie, però, sarebbero da evitare, se possibile, perché hanno la tendenza a causare altri problemi, come l’ostruzione dei dotti data dalla pressione che esercitano nella zona intorno all’areola.
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I paracapezzoli prevengono le ragadi?
Per quel che riguarda l’uso dei paracapezzoli di silicone, sembra, da recenti studi che non siano utili in caso di ragadi, perché, se un bambino si attacca scorrettamente, lo farà, anche se la madre usa un dispositivo come questo.
In casi molto seri, si può suggerire di interrompere per qualche giorno l’allattamento, tirandosi il latte con un tiralatte professionale (chiedete in modo d’uso a una consulente perché, se usato impropriamente, può far peggiorare le ragadi) e somministrando al bambino il latte materno con una metodica alternativa al biberon.
Si possono prevenire le ragadi agendo durante la gravidanza?
Durante la gravidanza non ci sono particolari accorgimenti da attuare per prevenire le ragadi: non servono le frizioni con il guanto di crine, né impacchi con alcool denaturato e neanche l’applicazione di creme emollienti.
Oltre ad una normale igiene, si può, se si desidera e se si crede utile, massaggiare il seno con qualche olio o crema antismagliature, con la consapevolezza, però, che a nulla serviranno per la prevenzione delle ragadi.
Una cosa importante da fare durante la gravidanza, invece, è informarsi su quali siano le posizioni di allattamento e l’attacco corretti, in modo da non trovarsi impreparate, subito dopo il parto.
In tutti i casi in cui si presentano ragadi o escoriazioni del capezzolo, è importante rivolgersi a una consulente in allattamento esperta, come una IBCLC, in modo che si possano valutare le cause e trovare una soluzione.
Molte creme e dispositivi sono proposte in commercio per prevenire e curare le ragadi. Come dicevo in precedenza, è impossibile prevenirle, se non imparando come si posiziona correttamente il bambino al seno.
Suggerisco di evitare di acquistare creme e dispositivi, come le coppette d’argento, senza aver prima sentito una consulente, poiché spesso tutte queste soluzioni non hanno un’efficacia basata sull’evidenza scientifica e sono spesso inutili e, qualche volta, possibilmente tossiche o addirittura dannose.
di Francesca Ferrari
IBCLC – Lucca, Pisa, Pistoia
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tel. 347/9968347
www.allattamentoibclc.it
Commenti
Mia sorella mi pare che uso' i paracapezzoli, bisogna fare molta attenzione perche' possono compromettere l'allattamento. .. ma non si puo' neanche piangere mentre si allatta...
bs