Ci sono le mamme-principesse, quelle sempre impeccabili anche con la tuta e i capelli raccolti con la pinza, senza trucco e (forse) senza inganno; ci sono le mamme-in-carriera, che domano il passeggino come la curva di un diagramma che tenta di flettersi; ci sono le mamme-ansia che scoprono e ricoprono il proprio piccino come se aggiungessero e togliessero una strato ad una lasagna, senza mai essere soddisfatte; ci sono poi le mamme-sportive, che non sono solo quelle che fanno jogging dietro alla carrozzina, intervallando cinquanta addominali ad ogni poppata, ma anche quelle che si angosciano poco e prendono sportivamente pianti, rigurgiti, coliche e anche le proprie piccole mancanze, se del caso. Le mamme famose non sono contemplate, perchè tanto come sono realmente con i propri figli e quanto vivano la loro maternità non ci è dato di saperlo, quello che ci fanno vedere di loro è solo uno spot.
E io che mamma sarei stata?
Immaginavo l'erede messo davanti all'ardua scelta di selezionare uno dei prototipi di mamma più comuni per definire la sua; lo vedo già, pensieroso, che non riesce a decidersi e riflette:
“Al di là dell'aspetto fisico e delle proporzioni, che dal mio punto di vista sono difficilmente calcolabili, la mia mamma che fa? Corre veloce coprendo lo spazio che ci separa, scatta in piedi pronta al primo vagito, mi riacchiappa al volo e mi afferra sicura, tenendomi stretto; se serve, mostra il suo lato forte, anche se in genere cerca più che altro di usare l'intelligente. Non è sempre perfettamente in ordine ma è sempre al suo posto e anche lei, come me, si sporca...”
Ecco cosa direbbe il mio erede: la mia mamma è come Troncon!
di Monia Scarpelli, autrice di “Mani di vaniglia: nascita di una mamma in 40 settimane”