Una cosa che da sola può salvare la vita di tuo figlio in sala parto

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Il ritardo nel taglio del cordone ombelicale di alcune ore è un salvavita.

Il momento del parto, la nascita di un bambino, da un lato è circondato da un’aura di dolcezza e gioia, dall’altro è un momento che genera una grande paura: dei dolori del travaglio, che qualcosa non vada per il verso giusto.

La maggior parte di queste paure ci portano a trovare soluzioni quali scegliere l’ospedale più tecnologico, più infarcito di medici, affidandoci, se possibile, al primario di ginecologia, meglio ancora se ad uno stuolo di professionisti ben pagati…

Ma oggi voglio parlavi di una scelta semplice, gratuita e naturale che, per la salute del bebè, ha un impatto straordinario: il ritardo nel taglio del cordone ombelicale, anzi, il mini lotus birth che è qualcosa di più specifico.

Ti prego di non sottovalutare questa cosa, perché l’impatto che ha sull’adattamento alla vita del tuo neonato è incredibile.
Se il neonato nasce bene ed in buona salute, sarà una cosa che lo aiuterà a nascere in modo più dolce, ma anche ad essere un bambino più sano, ma se si verifica qualche problema, potrebbe fare la differenza tra recuperare subito la buona salute e subire danni transitori, permanenti o fatali.

Il primo respiro

La cosa straordinaria che accade alla nascita (straordinaria quanto delicata), è che il bebè, quando viene alla luce, impara a respirare, mentre per 9 mesi la sua fonte di ossigeno era il sangue del cordone.
Ma siamo proprio sicuri che la transizione da un sistema all’altro avvenga meglio con un intervento arbitrario di taglio tempestivo della fonte di ossigeno utilizzata sino a quel momento? Vediamo…

Quanto può fare la differenza non tagliare il cordone ombelicale fino a molto dopo che la placenta è nata? TANTO

In una nascita in ospedale tua figlia ha il 30% di possibilità di finire in patologia neonatale, sotto osservazione o in TIN (terapia intensiva neonatale), non tagliando il cordone ombelicale sino a che la placenta è nata e il bambino sta bene (da un ora a più ore), può far crollare questa probabilità sotto al 7%! (vedi i dati sotto)

Nascita integrale o mini lotus: lasciare il cordone intatto fino a dopo il secondamento

 

cordoneombelicale

Si chiama mini lotus birth quando il cordone ombelicale viene lasciato intatto fino a dopo la nascita della placenta, quando tutto il sangue dalla placenta è arrivato alla bambina ed ella si è ben adattata all’ambiente esterno, i suoi polmoni funzionano bene ed è pronta a poppare il latte della mamma.

Alcune nozioni di base.

Come sono collegati fisicamente la mamma e il bebè in grembo?

Attraverso la placenta: la placenta è un organo che fa da fata madrina al bebè durante tutta la gravidanza, essa è attaccata all’utero della mamma da un lato, e al bebè, tramite il cordone ombelicale, anche detto funicolo ombelicale, dall’altro.

cordone ombelicale

Alla nascita, sia essa per via naturale o cesareo, dopo che il bebè viene dato alla luce, egli è ancora collegato alla mamma e alla placenta attraverso il cordone.
Dopo la nascita del bambino, avviene una seconda nascita, quella della placenta (chiamata secondamento): la placenta si stacca dalle pareti dell’utero e viene espulsa per via vaginale o estratta dal taglio cesareo, a seconda del parto.

Si ha la cosiddetta nascita mini lotus quando il cordone ombelicale non viene tagliato, o clampato per usare un termine tecnico, finché la placenta non nasce e il cordone inizia a collassare (cioè a chiudersi, perché tutto il sangue che la placenta conteneva è arrivato al bambino).

 

Perché il mini lotus è così importante per la salute del neonato

Ciò che i neonatologi hanno scoperto è che ritardare il clampaggio del cordone attendendo che la placenta sia nata e abbia trasfuso al bebè tutto il sangue che tratteneva, assicura ai neonati esiti di nascita molto migliori, tanto da ridurre il numero di bambini da tenere sotto osservazione da percentuali a 2 cifre a poche unità.

In circostanze in cui i neonati sono in condizioni critiche e necessitano di rianimazioni o nascono con apgar bassi, decidere di lasciare intatto il cordone e beneficiare dell’afflusso di sangue dalla placenta al bambino può fare la differenza negli esiti della rianimazione.

Alcuni numeri:

gli ultimi dati disponibili dell'Istat registrano circa 500.000 nati l'anno e circa 140.000 ricoveri neonatali fra terapia intensiva neonatale, patologia neonatale ed osservazione clinica, ovvero il 28% dei bambini, cioè quasi 1 su 3 neonati, finisce in terapia intensiva, patologia neonatale o osservazione clinica.
Bene, in uno studio del prof. Maurizio Bonati dell’Istituto “Mario Negri” in collaborazione con l’associazione di ostetriche esperte di parto a domicilio e case maternità, dell’iniziativa “nascere a casa si può", il prof. Bonati ha studiato gli esiti delle gravidanze a termine in cui si prevedeva un parto spontaneo, seguite dalle ostetriche domiciliari, ed ha documentato che su oltre 400 (433) parti in casa o casa maternità i ricoveri in patologia neonatale, per problemi la maggior parte lievi peraltro, sono stati 11 su 433 cioè il 2,5 % del totale dei nati mentre le mamme ricoverate per problemi nel puerperio sono state 7 su 433 cioè l' 1,5 % del totale. In queste nascite viene documentato un taglio del cordone ombelicale non prima di 60 minuti (1 ora) dalla nascita, se non più a lungo.

Il pediatra ospedaliero Massimo M. Alosi (1), documenta che nell’ospedale presso il quale lavora ed ha introdotto la pratica del mini lotus, il tasso dei bambini ricoverati in patologia neonatale, o messi sotto osservazione vanno dal 4 al 7%. La sua osservazione clinica dei casi più gravi in cui il neonato non viene separato dalla placenta fintanto che il suo adattamento alla vita fuori dall’utero è completamente compiuto, mostrano che i bambini con alcune patologie congenite, mostrano esiti migliori della media anche dopo alcuni anni dalla nascita.

Ma perché tagliare il cordone ombelicale è così dannoso per il neonato?

Qui vado un po' sul tecnico, vi avverto.

Il mini lotus, cioè il ritardo del clampaggio del cordone a dopo l’uscita della placenta, quando il bebè è ben adattato all’ambiente esterno, è così importante perché al momento della nascita la placenta detiene un terzo del volume del sangue del neonato, un sangue ricco di cellule staminali e che la natura ha previsto torni al bebè.

Questo straordinario e delicato meccanismo della natura ha uno scopo preciso, quello di aiutare i polmoni del bebè ad adattarsi al meglio alla vita extrauterina.

Ecco il meccanismo fisiologico che ha luogo:

Al momento della nascita la placenta detiene un terzo del sangue del bebè (un’enormità di sangue di cui la neonata viene privata se il cordone viene tagliato subito).

Sempre al momento della nascita il bebè ha una concentrazione di una sostanza che è il più potente vasodilatatore in natura: l’ossido nitrico. Questa concentrazione non sarà mai più così elevata nella sua vita.
L’ossido nitrico dilata le arterie polmonari, come se alla nascita i polmoni si preparassero a ricevere sangue, non aria.
La fisiologia di questo meccanismo risiede nel fatto che l’afflusso di sangue ai polmoni, richiama il sangue del bebè che aveva depositato nella placenta, ai polmoni.
Attraverso un meccanismo di osmosi il sangue drena gli alveoli polmonari dei liquidi (il polmone del bebè in utero produce liquido amniotico). Il drenaggio degli alveoli polmonari generato dall’afflusso di sangue, consente agli alveoli di prepararsi al meglio a ricevere l’aria e avviare la respirazione.

Quando dopo la nascita comincia a stabilizzarsi la respirazione polmonare, il bebè comincia a ricevere ossigeno dall’aria, a quel punto la concentrazione di ossigeno nel sangue aumenta e questo fa collassare le arterie del cordone ombelicale.

A quel punto anche la vena ombelicale fa defluire il sangue restante dalla placenta al bebè e la placenta può staccarsi dall’utero e avviene il secondamento.

Se la respirazione polmonare del neonato non si è ancora stabilizzata la saturazione di ossigeno nelle arterie ombelicali si mantiene bassa, le stesse rimangono aperte e permettono ancora il flusso di sangue verso la placenta dove va ad ossigenarsi;
la vena ombelicale rimane piena di sangue e continua a supportare il neonato con il sangue ossigenato che fluisce in essa e
la placenta sta attaccata all'utero materno ancora ore se il neonato “sta male” o se è prematuro anche se sano.

Appare chiaro che il distacco di placenta fisiologico lo comanda il neonato e la stessa ossitocina viene prodotta dalla madre quando il bambino è in condizioni di benessere tale da potersi attaccare al seno normalmente.

Se il neonato non sta bene, non respira bene, non si attacca al seno la placenta rimane attaccata all’utero e continua il suo lavoro anche se il bambino è nato e si trova fuori dall’utero.

Anche nel caso di taglio cesareo valgono le stesse considerazioni.

Tanto più il neonato è in una condizione di difficoltà reale o potenziale, tanto più è indispensabile tenere intatto il cordone ombelicale.

Perché normalmente in sala parto si affrettano a tagliare il cordone ombelicale

L’emoraggia nel parto è da sempre la principale causa di mortalità materna nel parto. L'emorraggia post partum è legata al meccanismo dell'espulsione della placenta. Quindi, forse, si pensava che clampando il cordone si salvaguardasse la madre, magari l'idea era legata a tutto quel sangue che usciva dal cordone ombelicale (destinato al bebè) e all'idea che potesse generare un’emoraggia materna.

Oggi è noto che la pratica del taglio ritardato del cordone non pregiudica affatto la salute materna. Anzi essa è inserita anche nelle linee guida dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS) per prevenire l’emorragia post partum.

Come faccio ad evitare che venga tagliato il cordone ombelicale al mio bebè alla nascita

Come fare per assicurarsi che il cordone non venga reciso per almeno un’ora dopo la nascita e anche in caso di emergenza?

Occorre scriverlo sul proprio piano del parto e consegnarlo all’ospedale e sarebbe opportuno fare un colloquio con l’equipe prima di partorire per chiarire quali sono le cose che si desidera vengano fatte o meno al parto.

Nel parto in casa è molto più semplice perché fa già parte del protocollo con cui le ostetriche assistono i parti domiciliari.

Le evidenze scientifiche

Cominciamo con il dire che, mentre non vi sono studi che supportano i benefici di tagliare subito il cordone, ve ne sono molti che portano evidenza dei preziosi benefici per la salute dei bambini sia al parto che dopo del cosiddetto "taglio ritardato". 

Tuttavia la maggior parte degli studi si concentra sui benefici legati ad un taglio ritardato di pochi minuti. La pratica clinica sta sempre di più mostrando come lasciare intatto il collegamento alla placenta per tempi lunghi consenta, soprattutto in casi di emergenza neonatale, migliori esiti. Sono in corso degli studi proprio per produrre dati scientifici a sostegno di questo.

Purtroppo, nell'attesa di studi sul clampaggio dopo il secondamento della placenta, gli studi sul clampaggio ritardato fanno riferimento al taglio del cordone dopo 30 secondi o 3 minuti... davvero un tempo minimo. Eppure, già questa minima attesa rende evidente quanto il ritardo nel clampaggio generi effetti positivi per la salute di neonati, specie in condizioni critiche.

Ecco alcuni studi.

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di Barbara Siliquini sulla base degli interventi del pediatra ospedaliero Massimo M. Alosi (1) ai seminari ECM

(1)Massimo M. Alosi, neonatologo relatore esperto, tra gli altri, di allattamento e clampaggio ritardato in congressi ECM, medico impiegato in operazioni nei Balcani, Iraq, Libano come ufficiale medico dell’Esercito Italiano, medico in eventi catastrofici e calamità naturali sia in Italia (l’Aquila, Messina) che all’estero (Haiti), ha assistito i migrati nei centri di accoglienza da Lampedusa a Gradisca d’Isonzo ed ha lavorato in circa dieci ospedali pubblici in Italia nei reparti di Pediatria. Istruttore di BLSD e PBLSD. 

 

 

crediti immagine:

in copertina Halfpoint su Shutterstock

immagine di lotus birth: emma jean photography

immagine scientifica: University of Maryland Medical Center

Barbara Siliquini

Da single impenitente, affamata di vita, girovaga del mondo, donna in carriera, sono diventata una mamma allattona, spesso alternativa e innamorata del grande universo della nascita dolce, dell'alto contatto, della vita consapevole. Così è nato GenitoriChannel, per condividere con tutti: i dubbi nell'essere genitori, le scoperte, l'idea del rispetto come primo valore della genitorialità, i trucchi per vivere il quotidiano con leggerezza e con consapevolezza.

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