Molti genitori, soprattutto in estate hanno il timore che i bambini possano essere punti da un'ape o da una vespa e in effetti spesso capita, soprattutto all'aperto. Quando un bambino (o un adulto) viene punto la prima cosa da fare è quella di capire se a pungerlo è stata un'ape o una vespa perché hanno caratteristiche diverse.
Come distinguere le api dalle vespe
Iniziamo dal distinguere le api dalle vespe, molto simili nell'aspetto, ma molto diverse nel comportamento: le api difficilmente sono fastidiose e pungono, se le lasciate stare se ne vanno, con le vespe occorre fare maggiormente attenzione poiche' sono più aggressive.
Tuttavia entrambi questi insetti non attaccano l'uomo se non per difesa.
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Aspetto - le api sono pelosette e il giallo è color miele, possiedono proprio delle “spazzole” sulle zampe posteriori che servono per raccogliere il polline, le vespe sono senza pelo e il loro giallo è molto vivo
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Chi mangia il nostro cibo - le api si nutrono solo di nettare, polline e liquidi zuccherini che possono sorbire, infatti NON mordono né masticano, le vespe invece sono onnivore (cioè mangiano sia dal regno vegetale che animale) e dotate di un apparato masticatorio, dunque sono attratte da alimenti e bevande che spesso abbiamo sulla tavola (insaccati, carne, pesce, frutta, cose dolci e bevande zuccherate). Dunque se venite punti durante un pic nic o una grigliata è più facile che a pungere sia stata una vespa, a meno che non avete schiacciato per sbaglio un'ape.
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Il pungiglione – questa è la caratteristica più importante: le api hanno uno “stiletto” zigrinato, che quando penetra rimane incastrato nella carne, strappando via dall'ape le sue viscere e provocandole la morte. La vespa invece ha un pungiglione liscio e retrattile, dunque può pungere molte volte uscendone indenne.
Quindi se vostro figlio è stato punto la prima cosa da controllare è se sia rimasto dentro il pungiglione, in quel caso va estratto con una pinzetta. -
Le api tendono a non pungere salvo se si è in prossimità dell'alveare o se sono in serio pericolo. Lo fanno nel tentativo di eliminare e segnalare (attraverso gli ormoni rilasciati mentre pungono) il pericolo al resto della colonia.
Se un'ape ci punge in prossimità di un alveare, potremmo essere assaliti da altre api, perché nell'attaccarci esse rilasciano una sorta di allarme olfattivo di pericolo, così altre api accorrono.
Tuttavia, non essendo le api interessate al nostro cibo, in genere se non le si infastidisce se ne vanno da sole.
Le vespe invece sono più aggressive (probabilmente per assicurarsi di arrivare a più cibo) e non perdono la vita pungendo, quindi bisogna essere più attenti.
La reazione ad una puntura di ape o di vespa è simile
Le punture di un'ape o di una vespa hanno effetti del tutto analoghi: gonfiore, bruciore intenso e prurito. Il dolore scompare di solito entro 2 ore dalla puntura, il gonfiore invece può aumentare ancora nelle 24 ore successive.
Raramente, in casi allergici, la puntura può dare reazioni gravi e portare allo shock anafilattico, questo è più frequente negli adulti che nei bambini. Se la puntura presenta un gonfiore esagerato è opportuno recarsi subito in pronto soccorso.
Se si viene assaliti da uno sciame riportando decine di punture, può essere opportuno recarsi al pronto soccorso perché 50 punture generano una concentrazione di veleno che può dar luogo ad uno shock anafilattico.
Cosa fare se si viene punti:
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nel caso di puntura di ape, togliere subito il pungiglione, perché la sacca in cui è contenuto il veleno rimane attaccata al pungiglione e continua a pompare veleno. Se non trovate invece il pungiglione, sarete stati vittima di una vespa
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per rimuovere il pungiglione occorre essere delicati per non spremere la sacca con il veleno. Si può utilizzare una carta plastificata (tipo carta di credito), un ago o delle pinzette
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lavare la parte con acqua e sapone o disinfettare
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mettere del ghiaccio per anestetizzare il dolore
Cosa NON fare dopo una puntura
Una puntura di ape o di vespa è dolorosa, in particolare per un bambino, ma non è pericolosa quindi evitate di agitarvi o di portare il bambino al pronto soccorso (a meno che non vi siano le condizioni esposte nel prossimo paragrafo).
Inoltre non schiacciate mai la pelle intorno alla puntura per cercare di estrarre il pungiglione, in questo modo si favorirebbe l'entrata in circolo del veleno.
Quando contattare il medico o il pronto soccorso
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nel caso di punture in sedi particolari: lingua, bocca, occhio
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in caso di reazioni che appaiono anomale: se il gonfiore si estende molto (es. dalla mano al polso) e se il dolore non scompare o non si attenua fortemente dopo 2 ore
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in caso di punture multiple o di calabroni. I calabroni si riconoscono perché sono molto più grossi delle api e delle vespe e più scuri.
Rimedi naturali per le punture
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argilla – l'argilla ha molte proprietà lenitive e rinfrescanti, fatene una pappetta diluendola con acqua e applicatelo sul gonfiore. Quando sarà secca potrete rimuoverla con dell'acqua fredda
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arnica (in olio o pomata) da spalmare sulla puntura (se usate l'argilla, dopo l'impacco di argilla)
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olio essenziale di lavanda (non usatelo puro, diluitelo in un po' di olio di oliva)
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il rimedio omeopatico Apis Mellifica in diluizioni 15-30 ch può essere somministrato in 3 granuli ogni 15 minuti fino a miglioramento del sintomo
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pomata alla calendula, questa ha un effetto lenitivo
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pomate tipo Urtica complex
Cone evitare le punture:
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quando bevete bibite dolci dalle lattine all'aperto guardate bene che all'interno non vi sia una vespa.
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non utilizzate lacche, profumi ed essenze all'aperto, il loro odore potrebbe attrarre le api
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anche se è bello vedere i bambini a piedi scalzi nei prati, è molto facile calpestare una vespa o un'ape quindi lasciateli liberi di togliersi calze e scarpe solo dove siete sicuri che non vi sia questo rischio.
Spesso i bambini piangono dopo una puntura di ape o di vespa più per lo spavento che per il dolore, è quindi sempre importante essere tranquilli e parlare con il bambino spiegando che è solo una puntura, che presto passerà e che non ci saranno conseguenze.
Ricordo di essere stata punta da un'ape da bambina (4 anni), inavvertitamente la schiacciai con un braccio mentre giocavo. Ricordo che era molto doloroso, ma anche che provai pena per l'ape perché mia mamma mi raccontò che essa si era probabilmente impaurita e aveva tentato di difendersi e alla fine aveva perso la vita, quindi era andata molto male anche a lei.
Credo che quella spiegazione sia stata importante per me: oggi ricordo perfettamente l'episodio e le lacrime, ma non ho sviluppato alcuna paura verso questi insetti, quanto la coscienza del fatto che difficilmente pungono se non sono costretti.
di Barbara Siliquini
immagine iniziale: Shawn Caza
immagine ape vespa da: leganerd
Commenti
Ricordati che se la puntura genera gonfiore che persiste più giorni, e la parte diventa calda come un'infiammazion e, è molto utile immergere la parte in acqua e ghiaccio o continuare a tenervi il ghiaccio vicino.
Ho cambiato leggermente la frase in modo che sia più chiara, grazie della segnalazione
mi spiace ma non abbiamo le competenze per effettuare una diagnosi di questo tipo, ti consigliamo di rivolgerti ad un medico che ti potrà prescrivere eventuali esami di accertamento.
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