Il latte materno è un flusso in continuo divenire, per qualità e quantità; i suoi mutamenti sono legati a moltissimi fattori, dal post parto in poi.
Come funziona l'allattamento?
La sua produzione nelle primissime settimane è prevalentemente endogena (ndr: indipendente dal bambino), ma in una fase successiva è legata al drenaggio del seno (cioè al fatto che esca dal seno).
La modalità fisiologica dell'allattamento contempla una disponibilità del seno molto frequente, basata sulla richiesta del bambino, sull'offerta della mamma e sulla mancanza di interferenze rispetto ad essa, come l'uso di succhiotto, acqua, tisane, orari, ecc...
La rimozione del latte dal seno permette una calibrazione della sua produzione sui bisogni del bambino: è il bambino che produce latte, in fin dei conti!
Una madre abituata ad allattare secondo queste modalità ideali, totalmente immersa nella relazione con il bambino e nel continuum delle poppate, può sicuramente notare variazioni nel flusso e nella richiesta del bambino: per questo una poppata non è mai uguale ad un 'altra e non esiste una produzione di latte, ma solo un ritmo variabile di produzione.
Queste variazioni, sia in direzione di un aumento che di una diminuzione, possono essere dovute a moltissimi fattori: un distacco temporaneo, un malessere del bambino, difficoltà di drenaggio del seno, variazioni ormonali, per esempio.
Cosa sono gli scatti di crescita
E' evidente che non ha senso, in questo contesto, parlare di scatti di crescita come episodi scanditi dal calendario o da uno schema preordinato. Non esistono accadimenti nella fisiologia e nella biologia che ci facciano pensare che il seno di una madre o la crescita di un bambino abbiano sbalzi particolari a tre settimane, sei settimane, tre mesi e sei mesi, per i quali tutti i bambini allattati improvvisamente appaiano insaziabili, agitati, lamentosi e chiedano di succhiare molto piú spesso del solito allo scoccare di queste date.
I momenti in cui i bambini poppano più spesso o meno spesso hanno delle basi fisiologiche e ormonali ben precise.
Il bisogno che sta dietro alla tendenza ad attaccare un'etichetta ad alcuni comportamenti del proprio bambino è purtroppo dovuto al fatto che molte mamme si trovano, dopo il parto, sbalzate in un territorio davvero inesplorato. Poter così dare un nome a ciò che sperimentano significa per loro, che non sono le sole a vivere una determinata esperienza: c'è un grandissimo bisogno di sentirsi genitori “normali”, di sentire che il proprio bambino è normale e sano, a fronte di realtà che nessuno aveva spesso lasciato immaginare.
"Ma hai abbastanza latte?"
“Ma hai abbastanza latte?” è la domanda tipica che ancora moltissime mamme si sentono rivolgere, nel momento in cui il piccolo viene presentato in società... Poter dire orgogliosamente “sì, ne ho abbastanza” e chiudere tutti i segnali che creino ansie nel pacchetto “scatti di crescita”, nell'eccezione che conferma la regola, può essere estremamente rassicurante!!
L' uso comune e colloquiale del termine “scatto di crescita” e l'affidarsi a questa definizione in modo acritico può però celare indizi, quindi impedire a volte importanti approfondimenti utili a rendere più adeguata la gestione di un allattamento.
Quando una mamma poi usa questa definizione, spesso tende ad oggettivare qualcosa di intimamente, profondamente soggettivo e cioè l'unicità del proprio bambino e di sé stessa.
Questo può limitare il valore e lo spazio della vera consapevolezza, ridurre il rapporto di fiducia e di empatia reciproca che nutre lo sviluppo di un bambino e la crescita delle competenze materne.
Come comportarsi se il tuo bambino poppa molto spesso
Se il tuo bambino poppa molto spesso, più di quanto tu possa in questo momento sopportare, o considerare abituale per lui, fermati e ascolta. Ascolta te stessa, le tue energie, i tuoi bisogni, chiediti come stai e cosa ti potrebbe aiutare. Ascolta il tuo bimbo, che giornata ha avuto, cosa ti sta chiedendo, come sta..
Lo stesso se poppa di meno, se i tuoi seni sono più duri, da un giorno all' altro.
Non sta “andando via il latte”, ma non è neanche uno “scatto di crescita”!
Forse dovete modificare qualcosa, incontrarvi più profondamente, guardare con occhi diversi quello che c'è intorno a voi...
Se queste riflessioni non sono sufficienti a rendere sereno l'allattamento, è il caso di chiedere la consulenza di una IBCLC.
Rita Perduca
Consulente professionale in allattamento Materno IBCLC
tel 389 4510536
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Immagine: Lisa Rosario su Flikr
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