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"Guarda quel bimbo come è bravo... mica come te!"

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Molte volte ci capita di dire delle cose negative ai nostri figli senza rendercene conto, forse perchè noi stessi da piccoli abbiamo sentito tante volte quelle frasi. In questo articolo Elena Tagliaferri ci invita a porre maggiore attenzione al modo in cui stimoliamo i bambini a migliorarsi, a quanto sia negativo fare paragoni con i coetanei e ci offre alcuni consigli su come aiutarli a trovare le loro strategie per esprimere al meglio le loro potenzialità.

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«Guarda Mario come è bravo! Lui va già sulla bicicletta grande», «A scuola sei il migliore di tutta la classe», «Carlo sì che è bravo a scuola, mica come te che sei sempre distratto!», «Perché non prendi esempio da Sofia?», «E gli altri che voti hanno preso?», «Maria è arrivata prima alla gara, chissà che soddisfazione per i suoi genitori».

Spesso i genitori sembrano ossessionati dal fare confronti… dimenticandosi di quanto possono essere inefficaci e antipatici.

Vi piacerebbe essere continuamente paragonati alla vostra collega di lavoro, ad un familiare o peggio ad un ex o a uno della concorrenza?

E allora perché farlo con i figli? E soprattutto quanto è efficace fare continui confronti e paragoni?

Se il confronto è in positivo, il bambino potrebbe sentirsi obbligato a essere sempre migliore della persona scelta per il paragone per paura di deludere i genitori. Se il confronto è in negativo, potrebbe sviluppare antipatia verso la persona portata ad esempio (specialmente se è un fratello o una sorella) oppure sentirsi frustrato se si rende conto di non poter uguagliare il modello proposto.

Il miglior paragone è quello fatto prendendo come modello il bambino stesso, mettendo a confronto i progressi che tuo figlio ha fatto e misurando i risultati ottenuti rispetto a quelli di qualche tempo fa.

Chiedi espressamente a lui ed evidenziate insieme tutte le cose che ha fatto per migliorare in una specifica cosa.

In questo modo tuo figlio prenderà coscienza delle risorse che fanno migliorare i suoi risultati e potrà metterle in atto in quella specifica attività e anche in altre.

Se tuo figlio sta imparando a leggere, è molto più utile fargli notare i progressi che ha fatto impegnandosi a leggere per gioco tutti i cartelloni che ci sono per strada piuttosto che paragonarlo ad un compagno di classe che legge meno bene. In questo modo apprenderà che è possibile imparare associando l’impegno al divertimento.

Quando impara ad allacciarsi le scarpe, sarà utile fargli notare che è riuscito finalmente a legare i lacci insieme tutto da solo e che è stato bravo perché non si è arreso al primo tentativo, ma ha provato svariate volte fino a riuscire.

Oppure evidenzia quanto gli riesce facile giocare ad un gioco di società una volta che ha impiegato il tempo necessario a comprendere le regole.

E così via.

Per tuo figlio scoprire di aver messo in atto, anche inconsapevolmente, delle strategie utili, sarà una vera soddisfazione, si sentirà indipendente, autonomo e orgoglioso di se stesso. Se dovrà misurarsi con una difficoltà sarà forte di tutte le risorse che ha scoperto di possedere. E sarà più facile per te aiutarlo ricordandogliele.

In alcuni casi può essere tuo figlio a fare paragoni: «Come mai Gaia balla meglio di me?» oppure «Uffa, Matteo fa sempre goal mentre io non segno mai».

Se veramente ci tiene a migliorarsi e a diventare come Gaia o Matteo, aiutalo ad osservare e a chiedere ai suoi modelli quali sono i comportamenti che mettono in atto per raggiungere quello specifico risultato. In questo modo potrebbe scoprire che Gaia alla lezione di ballo sta sempre attenta a ripetere con precisione ogni movimento effettuato dall’insegnante, oppure che Matteo si trattiene qualche minuto dopo l’allenamento per fare dei tiri in porta. In questo modo sarà stimolato a cambiare i suoi comportamenti modellando i suoi amici, non tanto per essere uguale a loro ma per ottenere gli stessi risultati.

 

Elena Tagliaferri è Licensed NLP Coach e Master Practitioner in Programmazione Neurolinguistica certificata dalla Society of NLP di Richard Bandler. Come coach affianca i genitori nel migliorare il proprio modo di comunicare e di approcciare i piccoli e grandi temi connessi alla crescita dei figli, tagliando via stress e sensi di colpa. E’ autrice dell’ebook “Sponsor di tuo figlio”, per crescere tuo figlio partendo da te, dalle parole ai comportamenti, dai valori alle regole. 

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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